Un colpo di genio
29 Gennaio 2023Un ragazzo, in classe, spara dei pallini con una pistola ad aria compressa alla docente che da vittima diventa colpevole perché non avrebbe instaurato una relazione empatica.
Condividere è crescere insieme
Un ragazzo, in classe, spara dei pallini con una pistola ad aria compressa alla docente che da vittima diventa colpevole perché non avrebbe instaurato una relazione empatica.
Il discorso della senatrice Liliana Segre al Senato può rappresentare un ottimo punto di partenza per riflettere su alcuni grandi temi attuali nell’ambito dell’educazione civica.
La new economy cerca sempre nuove strade per alimentare i consumi e di riflesso i propri guadagni. Da qualche tempo ha preso piede l’economia dell’attenzione e, ancor di più, l’economia del gratuito. La scuola deve fornire ai ragazzi gli strumenti per decidere razionalmente in modo da effettuare acquisti consapevoli.
La società attuale ha puntato sulla velocità il che porta ad un’assolutizzazione di concetti e di rapporti umani. Bisogna, che la scuola cambi tale paradigma e punti decisamente sull’altruismo come fattore di crescita personale e sociale.
L’articolo propone una riflessione su quale dovrebbe essere il ruolo attuale della scuola per combattere la deriva sui diritti che ha caratterizza la nostra società. Il punto di partenza dovrebbe essere rappresentato dalla cittadinanza e dalla sostenibilità.
Il conflitto a cui fa riferimento il titolo è quello tra salute, fattore che riguarda l’individuo, e solidarietà, che riguarda la comunità. Dovrebbe essere compito della scuola fare in modo che le due esigenze lavorino in sinergia, magari con l’aiuto del volontariato.
L’educazione alla cittadinanza globale pretende un cambio di paradigma della scuola che deve diventare spazio di scambio, di riflessione e di progettazione comune.
La scuola dovrebbe fare propri alcuni principi della selezione darwiniana per raggiungere risultati maggiormente efficaci e concorrere in modo più incisivo al pieno sviluppo della persona umana richiamato dalla nostra Costituzione.
La differenza è spesso vista come un fattore di divisione ed un’occasione per escludere chi non ricade in standard fissati non si sa da chi e perché. La scuola dovrebbe combattere tale atteggiamento con approcci pedagogici mirati e sfruttando le numerose risorse presenti sul territorio.
Diventa difficile definire la cittadinanza attiva che viene spesso confusa con una semplice cittadinanza. La prima richiede e pretende un qualche cosa in più, pretende un mettersi in gioco per migliorare sé stesso e la comunità. Alle scuole un valido aiuto può venire da un’alleanza strutturale con il volontariato.