La dissonanza cognitiva
18 Dicembre 2022Ognuno di noi ha delle conoscenze, degli atteggiamenti e dei comportamenti che possono mancare di coerenza reciproca. In classe bisognerebbe sfruttare ciò per promuovere una conoscenza profonda e duratura.
Condividere è crescere insieme
Ognuno di noi ha delle conoscenze, degli atteggiamenti e dei comportamenti che possono mancare di coerenza reciproca. In classe bisognerebbe sfruttare ciò per promuovere una conoscenza profonda e duratura.
L’insegnamento dell’educazione civica non può prescindere dallo studio della Costituzione, ma deve essere uno studio vivo, uno studio basato sulla vita reale che sia in grado di intercettare gli interessi dei ragazzi.
Non esiste “la povertà”, esistono, invece, tante povertà diverse che vanno conosciute per poterle combattere al meglio. Campo specifico della scuola è quello di ridurre gli effetti deleteri della povertà educativa.
Sul testo taoista “Wen Tzu”, conosciuto anche con il nome di “Capire i segreti” si può leggere la frase “Parlare è il modo di esprimere sé stesso agli altri. Ascoltare è il modo di accogliere gli altri in sé stesso”. Il docente dovrebbe ricorrere all’ascolto attivo per rendere molto più efficace l’attività formativa dei suoi allievi.
Il docente dovrebbe parlare ad ogni alunno con un linguaggio tale da essere ben compreso dal “destinatario designato”, cioè dalla persona informazione.
La teoria della mente è quella caratteristica che aiuta a comprendere lo stato d’animo di chi abbiamo di fronte e ad anticiparne le mosse. Tale caratteristica può essere aumentata dalla lettura dei classici.
Gli alunni sono sempre più spesso “oppressi dal sonno” del disinteresse rendendo molto poco produttivi il nostro lavoro ed il nostro impegno. La risposta risiede nel saper smuovere l’interesse con la passione verso quello che si insegna e nel rendere l’alunno protagonista del suo percorso di apprendimento.
La cultura è dato essenziale per difendere la nostra libertà dall’attacco delle sempre più numerose notizie abilmente manipolate ed artefatte per portarci verso alcune conclusioni preparate ad arte da altri.
La scuola deve trasformare sudditi in cittadini, ma anche la comunità deve dare il suo contributo e la sua collaborazione al percorso di formazione sociale e civile degli studenti. Bisogna che amministrazioni comunali, scuole e soggetti sociali diversi siglino concreti Patti educativi di comunità per migliorare la scuola e la comunità stessa.
La diatriba tra didattica a distanza ed in presenza coinvolge non solo il mondo della scuola, ma anche quello dei media e della politica, seppure con finalità ben poco condivisibili. L’articolo vuole solo dare un modesto apporto personale.