Cittanova

Intervento tenuto in occasione della

Borsa di studio della solidarietà

Cittanova 8 giugno 2017

Buona sera a tutti e grazie per la vostra presenza, ogni anno più numerosa, in particolare un grazie ai partecipanti al concorso che, con le loro idee, fresche ed originali,  sono in grado di vivificare il mondo degli adulti, mondo che spesso tende ad appiattirsi sul già acquisito.

L’importanza di questo incontro va ben oltre il giusto riconoscimento a tutti questi ragazzi che si sono distinti per l’impegno e per la voglia di confrontarsi, prima con se stessi, poi con tematiche che potrebbero sembrare più grandi di loro ma che, invece, fanno parte della loro vita, allo stesso modo di come fanno parte della vita di tutti. Quando ai ragazzi gli si dà fiducia, i risultati sono sempre in grado di sorprenderci, ed i lavori che abbiamo visionato lo confermano.

Il valore aggiunto di tale incontro risiede nella certificazione e nella legittimazione dello stretto legame che unisce scuola e volontariato. Ma qual è il concetto di volontariato? Che cosa intendere per volontariato?

Il concetto di volontariato è da intendersi come sinonimo di libertà, di dono gratuito del proprio tempo, delle proprie energie e delle proprie competenze o, addirittura, di parti del proprio corpo per aiutare e per fare stare meglio qualcuno, che spesso nemmeno si conosce. I volontari realizzano concretamente il concetto di cittadinanza attiva citato nell’articolo 39 della Costituzione della Repubblica Italiana.

Nella sua essenza, il volontariato è un’importante risorsa per creare relazioni e per risolvere problemi. È l’azione a favore di terzi, che mette al centro l’interesse generale ed il bene di tutti e di ciascuno. È impegno istituzionale nel compito di garantire uguali opportunità a tutti, in ogni luogo ed in ogni ambito, pronto a dedicarsi ad altri bisogni allorquando è superata l’emergenza.

In una prospettiva di crescita democratica del Paese, l’obiettivo che il volontariato è chiamato a perseguire è la diffusione di pratiche di cittadinanza attiva in ogni luogo ed in ogni contesto, per costruire una società che sia, tutta, responsabile e solidale e per avere sempre più cittadini che si prendano carico della loro parte senza delegare.

La scuola, dal proprio canto, ha, tra le sue finalità più alte, quella di modificare la società forgiando lo spirito ed il carattere delle nuove generazioni, depurando, poco per volta, la cultura contingente dalle sue criticità in un processo continuo di miglioramento, di progresso umano e sociale.

Il volontariato, e l’Avis in particolare, ha la stessa visione della società: un futuro in cui  ogni uomo guardi al vicino come ad un fratello, facendosi carico dei suoi bisogni e sostenendolo nelle sue debolezze.

Non sempre, però, le cose vanno come vorremmo e come dovrebbero andare. La scuola, a volte, tende ad abdicare al suo ruolo di motore del cambiamento migliorativo, fermandosi ad una mera trasmissione di saperi. Il volontariato, d’altro canto, spesso incappa, ed è cronaca di questi giorni, in incidenti di percorso molto gravi, in grado di buttare ombre lunghe e buie su un mondo che, in larga misura, tiene fede agli impegni presi.

La scuola ed il volontariato, insieme, possono sostenersi vicendevolmente e crescere nei rispettivi ruoli con giovamento per la società e per i singoli.

Anche il legislatore ha cominciato a prendere consapevolezza di questa che si configura come semplice costatazione; infatti, nelle ultime norme compare sempre più spesso la parola “volontariato”. Il riconoscimento del ruolo del volontariato è iniziato con l’introduzione dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, è proseguito, poi, con l’alternanza scuola-lavoro in cui si vede il volontariato come un interlocutore privilegiato nel processo formativo. La nostra Carta costituzionale all’art. 3 afferma che la Repubblica deve perseguire e favorire il pieno sviluppo della persona umana, mentre all’art. 2 si richiede ai cittadini l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Dalla sintesi di questi due articoli scaturisce la necessità di una sempre più stretta sinergia tra scuola e volontariato. Altro punto a sostegno di tale necessità è quello legato all’acquisizione delle competenze. Per acquisire e valutare le competenze si ha bisogno di attività reali, i cosiddetti compiti di realtà, non di problemi virtuali, avulsi dalla realtà e slegati dal quotidiano dei ragazzi e pensati solo per applicare regole ed algoritmi che non rivestono alcuna valenza per gli studenti e per gli stessi docenti. Così facendo, si corre il rischio di cadere, come spesso accade, in un circolo vizioso capace di portare ad una demotivazione tale da rendere la vita scolastica un mero atto burocratico, senza nessun anelito e nessuno sbocco verso il futuro dell’uomo, della persona e della società.

Dare un senso a quello che si fa è un importante e primario, anzi imprescindibile, fattore motivazionale in grado di rendere l’attività didattica e formativa stimolante, coinvolgente e gratificante.

Qualche decennio fa, nell’America meridionale, è nato un nuovo approccio metodologico noto con il nome di service learning, o apprendimento-servizio. Tale approccio è presente, seppure solo da pochi anni, anche in Italia grazie al grande lavoro di ricerca e di diffusione di cui si è fatto carico il professore Italo Fiorin ed il suo staff, presso l’università LUMSA di Roma. Tale approccio metodologico codifica l’apprendimento ed il servizio alla comunità in modo che uno sia strumentale all’altro, senza nessuna prevaricazione. La sede Avis provinciale di Crotone ha avuto l’acume e l’onore di invitare, nello scorso anno, il professore Italo Fiorin che ha tenuto due incontri, uno a Cirò Marina ed il secondo a Crotone, che hanno visto la partecipazione di un nutrito numero di docenti molto interessati. L’approccio metodologico del service learning è stato, sin da subito, sponsorizzato anche dal MIUR che ha lanciato, proprio in questi giorni, le Olimpiadi del service learning. In realtà, seppure in modo meno strutturato, il gruppo scuola di Avis nazionale, di cui mi onoro di far parte sin dall’anno 2000, sotto la guida tecnica del professore Piero Cattaneo, dell’Università Cattolica di Milano, e, molto più recentemente, del professore Enrico Carosio, dell’Università di Parma, ha prodotto in questi diciassette anni una serie di lavori che hanno sempre avuto il patrocinio del Ministero a riprova del loro valore, che andavano proprio in questa direzione. Tali lavori sono disponibili presso tutte le sedi Avis della regione.

Il coinvolgimento del volontariato e dell’AVIS in particolare è una strada che ogni scuola ed ogni docente dovrebbero considerare nella loro attività di docenti, di formatori e di educatori. Ed in tal caso troveranno l’Avis sempre pronta alla collaborazione nel reciproco rispetto dei ruoli.

Professore Giuseppe PERPIGLIA

Segretario Avis Regionale Calabria