Risultati di apprendimento

Risultati di apprendimento

29 Ottobre 2023 0 Di giuseppe perpiglia

Anche questa volta, da una solita passeggiata, anzi navigata, in rete ho portato a riva un argomento che mi spinge a queste semplici riflessioni che ho il piacere, come al solito, di condividere con voi tutti.

Il mio interesse è stato colpito da un articolo che ho letto sul sito Didattica online della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione AUXILIUM. In realtà, come facilmente arguibile, il sito si riferisce all’ambiente universitario, ma possiamo traslare quanto detto anche nel campo dell’istruzione del primo e del secondo ciclo.

Tra tutti, l’articolo che mi ha maggiormente interessato è stato quello dedicato ai risultati dell’apprendimento, conosciuti anche con la locuzione inglese Learning outcome. Come detto, l’apprendimento cui si riferisce l’articolo è l’apprendimento susseguente alla frequenza di un corso universitario, ma anche nelle scuole si lavora in funzione dell’apprendimento, per cui i concetti base possono essere, senza dubbio, tradotti ed adeguati anche alle scuole primarie ed a quelle di primo e di secondo grado.

L’articolo inizia riportando la definizione di risultato di apprendimento come enunciata da Lokhoff et al. (2010): «Per risultato di apprendimento si deve intendere il risultato misurabile di una esperienza di apprendimento, che consente di verificare a quale estensione/livello/standard una competenza è stata formata o accresciuta. I risultati di apprendimento non sono acquisizioni uniche di ciascuno studente, bensì definizioni che consentono alle istituzioni di istruzione universitaria di misurare se gli studenti hanno sviluppato le loro competenze al livello richiesto».

In effetti non si tratta di niente di nuovo e men che meno di rivoluzionario. Molte delle cose lette sull’articolo della pontificia facoltà AUXILIUM e molte di quelle che diremo in questo molto più modesta sede sono cose ben note ad ogni docente. Allora, come direbbe Lubrano, la domanda nasce spontanea: «C’era proprio bisogno di un altro articolo?». La risposta sta nella banale costatazione che ogni nuovo punto di vista, per quanto leggermente diverso, è sempre in grado di aggiungere qualche piccola goccia di conoscenza. Nel campo della didattica, poi, che è il campo dove più di altri si coltiva la relazione sociale ed umana, tale affermazione acquista maggiore vigore.

Fare le stesse cose, tali almeno in apparenza, per anni può portare ad allentare la tensione, potrebbe far insorgere un lassismo da abitudine. Essendo a contatto con ragazzi, per il docente una simile evenienza sarebbe molto deleteria perché potrebbe innescare un circolo vizioso difficile, in seguito, da rompere: meno impegno > minore partecipazione dei ragazzi > risultati più deludenti > calo della motivazione del docente stesso.

Ed allora ben vengano le ripetizioni sul senso e sulle modalità del nostro fare, ben venga dare ancora senso all’espressione latina repetita iuvant e le ripetizioni aiutano ancora di più se vengono dette e ribadite in modo sempre diverso per creare e mantenere viva una, seppur minima, dissonanza cognitiva.

All’inizio di ogni percorso di insegnamento-apprendimento, ha già in testa i risultati che vuole o vorrebbe ottenere. Nel caso di un progetto didattico strutturato tali risultati, in termini di obiettivi di apprendimento e di competenze, vanno chiaramente esplicitati. Ebbene, i risultati dell’apprendimento, nel caso del primo e del secondo ciclo, altro non sono se non il profilo di ciò che lo studente ha compreso, ha imparato e che è in grado di fare alla fine del percorso, alla chiusura del percorso. Nel caso del primo ciclo, come ben sappiamo, tali obiettivi debbono essere estrapolati dal Profilo delle competenze alla fine del primo ciclo contenuto nelle Indicazioni nazionali 2012.

Le regole che seguono, tratte dall’articolo citato all’inizio, sono finalizzate alla formulazione dei risultati di apprendimento a livello universitario, ma ogni docente potrà trovare spunti utili per adeguarli al proprio contesto operativo.

  • Gli obiettivi dovrebbero riflettere adeguatamente il contesto, il livello, l’estensione ed il contenuto del percorso appena terminato.
  • Le descrizioni degli obiettivi devono essere concise e non entrare eccessivamente nei dettagli.
  • Gli obiettivi devono essere compatibili fra loro.
  • Gli obiettivi dovrebbero essere facilmente comprensibili (anche da parte dei ragazzi) e verificabili, per mostrare quanto lo studente ha effettivamente conseguito.
  • Gli obiettivi formulati all’inizio del percorso devono essere conseguibili senza eccedere il carico di lavoro dello studente.
  • Gli obiettivi formulati all’inizio del percorso devono essere collegati alle attività formative che si intende attivare e devono essere supportate da adeguati metodi e criteri di valutazione.
  • Non esiste un numero ideale di obiettivi per un progetto. Ricordiamo che stiamo considerando obiettivi tanto quelli cognitivi quanto quelli trasversali.

Per formulare gli obiettivi di apprendimento, un metodo largamente utilizzato ed accettato si basa su tre elementi essenziali (Moon, 2002):

  • usare un verbo attivo per esprimere ciò che si prevede gli studenti sapranno e saranno capaci di fare (es., gli possono “descrivere”, “attuare”, “trarre conclusioni”, “valutare”, “programmare”);
  • specificare a che cosa si riferisce un determinato risultato (es. Lo studente può elaborare e presentare un ipertesto su un argomento assegnato);
  • specificare come si possa dimostrare il conseguimento dei risultati di apprendimento. In questo caso ci si riferisce ai criteri di valutazione del manufatto fisico o digitale prodotto dallo studente.

In ogni caso è necessario che i risultati di apprendimento (obiettivi e competenze) siano descritti in maniera tale da consentire una verifica puntuale e quanto più oggettiva possibile della loro acquisizione.

La caratteristica sottesa a tutto quanto appena scritto è quella, da parte del docente, di avere ben chiaro il suo di obiettivo, cosa egli si propone di far acquisire ai ragazzi con il progetto didattico o con l’UdA che si appresta a realizzare.

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Breve sitografia:

Immagini: Tutte le immagini sono scatti dall’autore dell’articolo e rappresentano Otranto (LE)