
Tre situazioni
Questa volta dedichiamo le nostre riflessioni a tre fotografie molto diverse tra di loro: una giostra, operai al lavoro, due donne.
Ogni immagine rappresenta un piccolo, parziale, spaccato di vita quotidiana. Ognuna delle tre immagini proposte può essere utilizzata come punto di partenza per una riflessione in classe su un argomento di carattere generale e trasversale, un argomento in grado di coinvolgere più discipline.
Il luna park vuoto, al buio, in silenzio, da luogo di divertimento e di spensieratezza si trasforma in un luogo atto a promuovere riflessione ed introspezione. Un luogo in cui si è chiamati a confrontarsi con sé stessi e con i propri limiti.
Due operai al lavoro su un’elevata struttura metallica. Alto è il rischio di cadere giù. A ben vedere non sono neanche utilizzate le necessarie ed obbligatorie misure di sicurezza individuale previste dalle norme anti-infortunistiche. È una parafrasi dell’aleatorietà del lavoro, del rischio concreto di perdere la tranquillità legata ad una situazione all’apparenza stabile.
Infine, la terza immagine ci pone di fronte due donne, molto diverse nell’aspetto, nell’età, nell’abbigliamento. Tale fotografia potrebbe essere presa come spunto per una riflessione comune sullo stato della donna nella nostra società, su quale sia, ancora oggi, l’atteggiamento culturale e sociale verso la seconda metà del cielo, in particolar modo alla luce dei tragici fatti di cronaca che ascoltiamo ogni giorno dai masse media. Donna-madre o dona-immagine?
Nella società dell’immagine sarebbe molto proficuo impostare alcune lezioni sulla loro lettura.
Titolo: Dark side Autore: Felice Troilo
La foto poggia sullo stridente contrasto tra l’oggetto -un luna park- con tutte le emozioni di gioiosa allegria che esso riporta alla mente, e la sua rappresentazione in chiave scura, nera, opprimente. Ricorda l’interno di una cattedrale gotica.
Le linee leggermente cadenti rafforzano il senso di oppressione, quasi di angoscia.
È un’immagine inquietante, una foto che destabilizza, ed invita molto decisamente all’introspezione.
Il cielo nero, quasi privo di struttura, rende il tutto ancora più cupo e porta ad interrogarsi sul senso della vita.
La ripresa e la composizione sono accurate. La ruota panoramica è messa in posizione molto laterale, quasi a mo’ di cornice o di quinta, mentre le altre attrazioni del luna park fanno quasi da proscenio.
Il soggetto che occupa la gran parte dell’immagine è un cielo nero in cui non è possibile scorgere se non rare ed indistinte aperture di un chiarore accennato che lasciano spazio ad una tenue speranza.
Titolo: Dangerous job Autore: Felice Troilo
Quando una foto ti colpisce è come trovarsi di fronte ad una porta socchiusa che lascia intravedere alcuni dettagli dell’animo dell’autore, che permette di immaginare qualche ritaglio del suo mondo inferiore.
La foto che ci viene proposta questa volta è caratterizzata dalla verticalità, vero e proprio elemento qualificante. È una foto dalla composizione semplice giocata sulla presenza di due masse geometriche poste perpendicolarmente l’una rispetto all’altra, una composizione che sembra sfidare le leggi della statica. L’unico elemento in grado di conferire una certa dinamicità sono le due figure umane che stanno ad indicare la fervida attività connessa alla struttura metallica su cui si trovano ad operare. Questa composizione dimostra in modo inequivocabile la validità dell’affermazione-cardine del minimalismo, less is better, meno è meglio. La forza penetrante di tale immagine è data dall’essenzialità delle forme e della composizione, dall’assenza di qualsivoglia elemento aggiuntivo che avrebbe potuto nuocere al sapiente equilibrio che l’autore ha saputo creare con pochi, incisivi, tratti. Lo sfondo completamente omogeneo rende ancora più drammatica la poetica della scena. Le linee rigorosamente geometriche tentano di racchiudere sensazioni ed emozioni le quali, però, riescono ad evadere ed a diffondersi nel contesto circostante fino a toccare l’animo di chi osserva. L’immagine sembra contraddire le regole della statica ed anche le regole base della composizione fotografica mancando in modo quasi completo di linee curve, ma proprio questo è la sua forza.
La proposta dell’autore è una denuncia drammatica e poetica ad un tempo delle condizioni di lavoro, spesso estreme, in cui alcuni individui si trovano a dover operare.
Titolo: Strettamente personale. Uno sguardo furtivo Autore: Raffaele Lumare
Due donne, due esistenze, due modi di affrontare la vita, entrambe sotto lo sguardo apparentemente distratto ed assente di un cane, libero, seminascosto nell’ombra. La ragazza ha lo sguardo fisso in un punto imprecisato pensando al suo mondo con aria dubbiosa ed interrogativa. La signora guarda la giovane cercando in essa i suoi ricordi.
Una bionda e l’altra mora. Una giovane ed un’altra che giovane lo è stata, l’una flessuosa ed in posizione quasi precaria, l’altra appesantita dalla vita e abbandonata comodamente e placidamente su una sedia.
Due scelte di vita -o due vite subite?- sono poste sullo stesso piano dell’esistenza come sembrano ricordare le linee orizzontali sul muro che fa da sfondo alla scena.
Donne in attesa che qualcuno prenda posto sulle sedie lasciate vuote? Oppure riflettono su chi quelle sedie ha preferito abbandonarle? Il dubbio, però, sembra essere soltanto a carico della ragazza. La signora, infatti, ha un atteggiamento di curiosità disaccata.
La ragazza si staglia nettamente, con il suo abito colorato, sull’omogeneità di un muro grigio. La signora, invece, quasi si perde sullo sfondo di una grata di ferro battuto dalle linee armoniose, nella penombra. Sembra quasi che la vita abbia ormai spostato i suoi riflettori su altri soggetti. Il disegno contorto della ringhiera di un balcone che non ha senso sembra quasi simboleggiare una vita ricca, vissuta tra tante peripezie. Una vita, però, che l’ha arricchita ed ora è in pace con sé stessa dimostrando di non voler chiedere nient’altro alla vita.
I due corpi che occupano la scena non sono in contrasto ma tendono a completarsi l’un l’altro donando all’insieme un equilibrio messo continuamente in discussione dalla tendenza dello sguardo a posarsi alternativamente sui due corpi.
L’immagine è resa ancora più suggestiva dalla mancanza di ombre nette. La luce diffusa, infatti, crea un’atmosfera di complicità tra due soggetti per altro molto differenti.