Il piano di miglioramento

Il piano di miglioramento

18 Giugno 2023 0 Di giuseppe perpiglia

Il sistema nazionale di istruzione e formazione è un servizio primario rivolto alla comunità ed è un diritto inalienabile di ogni cittadino previsto dalla nostra Costituzione.

A causa di ciò deve essere erogato a tutti i cittadini della Repubblica fornendo ad ognuno le stesse possibilità e le stesse opportunità facendosi, inoltre, carico di rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale (Costituzione art. 3) che ne potrebbero impedire la fruizione.

D’altro canto il territorio italiano presenta significative differenze socio-culturali nei diversi territori per motivazioni storiche. Al fine di rendere più efficace la presenza dello Stato sul territorio fu emanata la cosiddetta Legge Bassanini (legge 15 marzo 1997, n. 59) sulle autonomie locali. Per il sistema di istruzione, ricadente anch’esso nella citata legge, fu emanato un apposito regolamento per normare l’autonomia delle singole istituzioni scolastiche (DPR 8 marzo 1999, n. 275).

Per rendere efficace l’autonomia ed evitare tendenze centrifughe sono stati messi a punto strumenti diversi. Per quanto riguarda le scuole è stato creato un percorso basato sull’autovalutazione di istituto: autovalutazione > Rapporto di Autovalutazione (RAV) > Piano di Miglioramento (PDM) > Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) > Rendicontazione sociale dell’attività didattica (RS). Questo articolo è dedicato alla terza tappa del percorso.

Dopo aver effettuato l’autovalutazione di istituto ed aver stilato il relativo rapporto, bisogna concentrarsi sulle decisioni da prendere, siano esse finalizzate ad interventi correttivi per eliminare le criticità rilevate, siano esse finalizzate all’acquisizione di buone pratiche.

L’INDIRE (Istituto Nazionale Documentazione Innovazione Ricerca Educativa) mette a disposizione un modello di Piano di Miglioramento a cui mi sono rifatto per questo articolo. È anche possibile, sempre dal sito INDIRE, accede alla compilazione online del Piano di Miglioramento.

La gestione di un’istituzione scolastica è molto complessa ed impegnativa, e non soltanto dal punto di vista del dirigente. Quest’ultimo, nel corretto tentativo di coinvolgere tutti i docenti nelle varie attività, distribuisce i numerosi incarichi tra vari soggetti. Questa pratica, concettualmente corretta, deve essere seguita con attenzione e frequenza per evitare il rischio, reale, che ogni gruppo di lavoro vada per la sua strada e non si curi del lavoro degli altri, cioè che tra i gruppi non vi sia confronto, collaborazione e reciproco inquinamento. In una simile evenienza ogni singola attività perderebbe di significato e di efficacia facendo scadere il tutto in un mero obbligo burocratico senza alcuna positiva ricaduta sulla vita scolastica.

Tutti i documenti che la scuola è chiamata a produrre sono legati da una logica che non può essere elusa. Lo stesso, se non di più, vale per il caso di cui stiamo dicendo. Come detto in precedenza, autovalutazione, RAV e PDM costituiscono un unicum, ancora incompleto in quanto debbono essere seguiti e completati nel loro senso con il PTOF e con la rendicontazione sociale. Se questi impegni vengono espletati, come accade spesso, da gruppi di lavoro diversi, diventa dirimente che vi sia sinergia tra di essi, che vi sia una reciproca contaminazione al fine di approntare un percorso in grado di portare i risultati per cui detto percorso è stato attivato.

Gli attori principali del PDM sono il dirigente scolastico, a cui attiene la responsabilità della gestione del processo di miglioramento, ed il nucleo interno di valutazione. Per l’attivazione e la messa in atto del PDM va coinvolta l’intera comunità scolastica. I compiti che spettano al dirigente scolastico ed al nucleo di valutazione sono chiaramente riportati nel documento redatto dall’INDIRE: «Il DS e il nucleo di valutazione dovranno:

  • favorire e sostenere il coinvolgimento diretto di tutta la comunità scolastica, anche promuovendo momenti di incontro e di condivisione degli obiettivi e delle modalità operative dell’intero processo di miglioramento
  • valorizzare le risorse interne, individuando e responsabilizzando le competenze professionali più utili in relazione ai contenuti delle azioni previste nel PdM
  • incoraggiare la riflessione dell’intera comunità scolastica attraverso una progettazione delle azioni che introduca nuovi approcci al miglioramento scolastico, basati sulla condivisione di percorsi di innovazione
  • promuovere la conoscenza e la comunicazione anche pubblica del processo di miglioramento, prevenendo un approccio di chiusura autoreferenziale»

Il piano di miglioramento deve essere inteso come il risultato di una strategia operativa che prende origine del RAV e che poggia sulla tecnica del problem solving. Strategia vuol dire riflettere sul RAV per estrapolare le priorità ed i relativi traguardi che si intende raggiungere.

Il PDM agisce su due livelli: da una parte, infatti, vi sono le pratiche educative e didattiche, mentre dall’altra troviamo le pratiche gestionali ed organizzative. Tra i due livelli deve aversi un equilibrio funzionale perché non possono andare su due binari diversi essendo strettamente e strutturalmente correlati. In caso contrario, infatti, si correrebbe il rischio, molto probabile, che organizzazione e didattica si ostacolino vicendevolmente impedendo il raggiungimento degli obiettivi programmati.

Il Piano di Miglioramento proposto dall’INDIRE si articola in quattro sezioni:

Sez. 1 – Scegliere gli obiettivi di processo più utili alla luce delle priorità individuate nella sezione 5 del RAV.

Sez. 2 – Decidere le azioni più opportune per raggiungere gli obiettivi scelti.

Sez. 3 – Pianificare gli obiettivi di processo individuati.

Sez.4 – Valutare, condividere e diffondere i risultati alla luce del lavoro svolto dal Nucleo di Valutazione

Questo modello di PDM è stato preso come base per costruire una utility presente in rete e conforme alle linee guida emanate dal ministero. Tale utility permette la compilazione del PDM online. Ogni passaggio prevede la compilazione di una tabella ed il lavoro sarà salvato in formato PDF e potrà essere esportato per essere utilizzato dalla scuola sia al suo interno, sia come integrazione al PTOF relativamente alle azioni di miglioramento messe in atto.

Il PTOF, infatti, rappresenta la scuola come ente dotato di una precipua fisionomia educativa ed organizzativa, curriculare ed extracurriculare. Esso è un documento rivolto al futuro in quanto rappresenta una promessa ed un impegno nei confronti delle famiglie che vorranno iscrivere i propri figli presso quella determinata istituzione scolastica e verso gli studenti, ma anche verso il personale stesso che vi lavora. In questa ottica il PDM non può se non configurarsi come corollario e completamento, una prova documentata, circa le intenzioni dell’istituzione verso le attività future.

Gli effetti del PDM, però, come quelli di tutta l’attività scolastica nel suo complesso, non si fermano al solo PTOF ma si riverberano anche sui rapporti con il territorio su cui insiste l’istituzione scolastica, effetti che dovranno essere riportati sul documento di rendicontazione sociale.

Gli effetti sul contesto territoriale, infatti, sono dovuti, almeno in parte, all’influenza esercitata dal PDM e, nello stesso tempo, questi vanno ad influenzare la stesura del PDM in un continuo rimando reciproco.

In conclusione, le diversificate attività che si svolgono in un’istituzione scolastica sono tutte connesse in un sistema reticolare in cui ognuna influenza ed è influenzata da tutte le altre. In particolare, l’attività di autovalutazione deve essere esperita come processo continuo e deve essere documentata e storicizzata nel RAV. Da questo documento, poi, prende avvio il PDM, prima come riflessione, poi come documento testuale e subito dopo come serie di attività migliorative.

A questa fase segue, in parte sovrapponendosi, la stesura del PTOF o il suo previsto adeguamento annuale. Il percorso si completa, quindi, con la riflessione sugli effetti dell’attività complessiva dell’istituzione sul territorio e la conseguente stesura del documento di rendicontazione sociale dell’attività didattica.

Quest’ultimo documento, a sua volta, deve rappresentare il punto di avvio di un nuovo ciclo.

Articoli correlati:

  1. L’autovalutazione di istituto
  2. Il rapporto di autovalutazione
  3. La rendicontazione sociale (e-book gratuito)
  4. Il curricolo verticale alla luce delle Indicazioni nazionali 2012 (e-book gratuito)
  5. La valutazione scolastica
  6. Sbagliando s’impara
  7. Il sistema di valutazione
  8. Il nucleo di valutazione
  9. Sulla valutazione
  10. Scuola e valutazione

Breve sitografia:

Immagini: Tutte le immagini a corredo dell’articolo sono state scattate dall’autore dell’articolo stesso e si riferiscono alla Torre di Scifo a Crotone.