
Il rapporto di autovalutazione
Nel novembre 2014 il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (allora era così chiamato il Ministero dell’Istruzione e del Merito) ha pubblicato un interessante documento dal titolo Mappa indicatori per rapporto di autovalutazione, disponibile sul sito del Ministero dell’Istruzione all’indirizzo www.istruzione.it/sistema_valutazione/rapporto.html.
L’introduzione dell’autonomia scolastica ha comportato una serie di problemi tra cui quello della valutazione ha un ruolo strategico sia a livello di sistema sia a livello di singola istituzione scolastica.
Il documento ministeriale fornisce una serie di tabelle in cui vengono riportati gli indicatori da prendere in considerazione per l’autovalutazione e per redigere il susseguente Rapporto. Per ogni indicatore sono riportati i descrittori e le fonti da cui attingere i dati. Le tabelle sono suddivise secondo il seguente schema, che costituisce l’indice del documento:
- Contesto
- Popolazione scolastica
- Territorio e capitale sociale
- Risorse economiche e materiali
- Risorse professionali
- Esiti
- Risultati scolastici
- Risultati nelle prove standardizzate nazionali
- Competenze chiave e di cittadinanza
- Risultati a distanza
- a) Processi – Pratiche educative e didattiche
- Curricolo, progettazione e valutazione
- Ambiente di apprendimento
- Inclusione e differenziazione
- Continuità e orientamento
3.b) Processi – Pratiche gestionali e organizzative
-
- Orientamento strategico e organizzazione della scuola
- Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane
- Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie
È uno sguardo a 360° sulla situazione ambientale relativa dell’istituzione, interna ed esterna, per cercare di coglierne tutti gli aspetti strumentali al fine di stilare un rapporto che possa fungere da solida base per un piano di miglioramento efficace.
Il rapporto di autovalutazione è propedeutico alla stesura del piano di miglioramento ed entrambi i documenti rientrano tra le incombenze previste dal Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) il cui regolamento è stato istituito con il DPR 28 marzo 2013, n. 80 – Regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione.
Il DPR 80/2013 è stato accompagnato, a mo’ di corollario, da due documenti che aiutano e guidano per mano chi si appresta a stilare il rapporto di autovalutazione. Del primo di tali documenti -Mappa indicatori per rapporto di autovalutazione- abbiamo già detto. Il secondo -Guida all’autovalutazione- ha un taglio discorsivo e, rispetto alla mappa precedente, presenta due ulteriori capitoli:
- Il processo di autovalutazione
- Individuazione delle priorità
- Priorità e traguardi orientati agli esiti degli studenti
- Obiettivi di processo
Diamo uno sguardo ad alcuni brani della Guida iniziando da pagina 3 in cui viene spiegata quale debba essere la struttura del rapporto di autovalutazione: «Il rapporto di autovalutazione è articolato in 5 sezioni. La prima sezione, Contesto e risorse, permette alle scuole di esaminare il loro contesto e di evidenziare i vincoli e le leve positive presenti nel territorio per agire efficacemente sugli esiti degli studenti. Gli Esiti degli studenti rappresentano la seconda sezione. La terza sezione è relativa ai processi messi in atto dalla scuola. La quarta sezione invita a riflettere sul processo di autovalutazione in corso e sull’eventuale integrazione con pratiche autovalutative pregresse nella scuola. L’ultima sezione consente alle scuole di individuare le priorità su cui si intende agire al fine di migliorare gli esiti, in vista della predisposizione di un piano di miglioramento».
Il documento prosegue fornendo indicazioni sulla compilazione dei giudizi: «L’espressione del giudizio non dovrebbe derivare dalla semplice lettura dei valori numerici forniti dagli indicatori, ma dall’interpretazione degli stessi e dalla riflessione che ne scaturisce. D’altra parte è necessario che i giudizi espressi siano esplicitamente motivati in modo da rendere chiaro il nesso con gli indicatori e i dati disponibili».
A volte siamo portati, per valutare il nostro lavoro di docenti, a fossilizzarci solo sul numero degli ammessi alla classe successiva ed alla relativa votazione. Sicuramente la scuola è un’istituzione nata per istruire e questo deve fare, ma è anche nata per educare per cui bisogna analizzare gli effetti anche su questo versante.
La Guida interviene anche in questo caso per fare ordine al riguardo dei giudizi espressi sugli esiti e sui processi. «Per ciascuna area degli Esiti e dei Processi la scuola dovrà esprimere un giudizio complessivo, utilizzando una scala di possibili situazioni che va da 1 a 7. Le situazioni 1 (Molto critica), 3 (Con qualche criticità), 5 (Positiva) e 7 (Eccellente) sono corredate da una descrizione analitica. Le descrizioni non hanno la pretesa di essere una fotografia della situazione di ciascuna singola scuola. Esse servono piuttosto come guida per capire dove meglio collocare la propria scuola lungo una scala. Le situazioni 2, 4 e 6 non sono descritte e permettono di posizionare le scuole che riscontrano una corrispondenza tra la descrizione e la situazione effettiva solo in relazione ad alcuni aspetti. Per esempio la scuola può scegliere di indicare 4 se ritiene che la propria situazione sia per alcuni aspetti positiva (5) mentre per altri presenti qualche criticità (3). Per ciascuna area si chiede infine di motivare brevemente le ragioni della scelta del giudizio assegnato, indicando i fattori o gli elementi che hanno determinato la collocazione della scuola in uno specifico livello della scala».
Non bisogna, però, fermarsi a dare un ‘voto’ ma bisogna motivarlo in modo adeguato in modo da riflettere, così come ci dice ancora la Guida. «Criteri per fornire una Motivazione del giudizio assegnato Al termine di ciascuna area degli Esiti e dei Processi è presente uno spazio di testo aperto, intitolato Motivazione del giudizio assegnato. In questo spazio si richiede alla scuola di argomentare il motivo per cui ha assegnato un determinato livello di giudizio nella scala di valutazione. Per la compilazione di questa parte si suggerisce di tenere conto dei seguenti criteri generali: Completezza – utilizzo dei dati e degli indicatori messi a disposizione centralmente (MIUR, INVALSI, ecc.) e capacità di supportare il giudizio individuando ulteriori evidenze e dati disponibili a scuola. Accuratezza – lettura dei dati e degli indicatori in un’ottica comparativa, confrontando la situazione della scuola con i valori di riferimento forniti (medie nazionali o regionali, andamento generale delle scuole di riferimento, ecc.). Qualità dell’analisi – approfondimento e articolazione della riflessione a partire dall’analisi dei dati disponibili. L’analisi è articolata quando non ci si limita a elencare i dati o a descrivere ciò che la scuola fa, ma i dati vengono interpretati tenendo conto della specificità del contesto, oppure si evidenziano i punti di forza e di debolezza dell’azione della scuola, o ancora si individuano aspetti strategici».
Sempre a proposito dei processi (cap. 4 della Guida) viene richiesto di indicare la composizione del nucleo di autovalutazione deputato alla stesura del Rapporto, con nome e ruolo svolto da ogni componente. Viene chiesto, inoltre, di indicare chiaramente problemi e criticità eventualmente emersi nella raccolta o nella lettura o ancora nell’interpretazione dei dati.
Infine, viene considerata anche l’esperienza nell’effettuare l’autovalutazione, infatti bisogna specificare se la scuola, nell’anno precedente (a.s. 2013-2014) abbia o meno effettuato attività di autovalutazione specificandone i motivi in entrambi i casi.
L’ultima parte del rapporto di autovalutazione è dedicata all’individuazione delle priorità, cioè agli «obiettivi generali che la scuola si prefigge di realizzare nel lungo periodo attraverso l’azione di miglioramento». Le priorità, come ci ricorda il documento che stiamo analizzando, debbono riguardare primariamente gli esiti degli studenti, specificando quale delle quattro seguenti aree si intende affrontare:
- Risultati scolastici
- Risultati delle prove standardizzate nazionali
- Competenze chiave e di cittadinanza
- Risultati a distanza
Per la stesura del Rapporto è previsto un gruppo di lavoro con opportune competenze e adeguata motivazione, ma sarebbe efficacemente strumentale una condivisione continua con il Collegio dei Docenti perché la stesura di tale documento rappresenta un momento importante di riflessione per cui, per avere risultati pregnanti, bisogna che essa sia quanto più possibile condivisa.
Il rapporto di autovalutazione ed il conseguente Piano di Miglioramento dovrebbero essere finalizzati alla presa di consapevolezza da parte di ogni singolo docente delle finalità ultime del proprio ruolo.
I due documenti appena citati fanno parte del procedimento di valutazione della scuola previsto dal SNV che si articola in quattro fasi:
- Autovalutazione
- Valutazione esterna
- Azioni di miglioramento
- Rendicontazione sociale
Articoli correlati:
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- Il nucleo di valutazione
- Sulla valutazione
- Scuola e valutazione
- Chi ha paura dell’INVALSI?
- La rendicontazione sociale
- Il bilancio sociale nella scuola (e-book)
- Il curricolo verticale alla luce delle Indicazioni nazionali 2012 (e-book)
- La valenza del progetto
- La povertà educativa
Breve sitografia
- orizzontescuola.it/lautovalutazione-istituto-e-valutazione-sistema/
- istruzione.it/piano_docenti/allegati/51-57.pdf
- invalsi.it/snv/docs/0220/Documento_Valutazione_scuole.pdf
- edscuola.eu/
- forumfree.it/
Immagini: Tutte le immagini sono scatti dell’autore dell’articolo
2 Commenti
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Buongiorno Prof… <3 Giuseppe Giuseppe Perpiglia L'argomento è vasto e complesso per commentare e soprattutto per esprimere dei punti di criticità è senz'altro richiesta una necessaria preparazione e attenzione all'argomento, cosa che io non possiedo a riguardo, ma … mi deve perdonare se intervengo e provo a esprimere un parere soggettivo motivato dalla passione per l'insegnamento. Mi corregga se, commentando, sarò in errore: "Vista la logica della struttura del protocollo di valutazione che si attiene alla triangolazione: delle fonti, dei punti di vista, delle varie componenti scolastiche e dei componenti del team di valutazione, spesso noi docenti tendiamo a perdere di vista i parametri che devono essere presi in considerazione nell'ambito del processo di autovalutazione, ossia gli aspetti principali che considerano il contesto, le competenze professionali, l'impegno del docente, la gestione dell'aula, la soddisfazione degli allievi e il livello di apprendimento. E ancora…siamo sicuri della rilevanza del rapporto tra valutazione interna, valutazione esterna e miglioramento? Ad esempio, un errore al quale si incorre è quello di definire un problema a partire da una soluzione implicita. Le soluzioni ad un problema devono essere progettate e valutate empiricamente, e non legittimate attraverso una definizione “orientata”. Parlando di quadro logico di un progetto si tratta di ragionare in termini di valutabilità o più precisamente, di valutabilità condivisa di un progetto; in termini operativi… Personalmente e modestamente, sulla base del mio percorso lavorativo, ritengo che le iniziative di un docente debbano essere votati ad innalzare i livelli di motivazione e di curiosità degli studenti, in poche parole si tratta di costruire ipotesi di cambiamenti. Mi fermo su questa riflessione… Un abbraccio con stima e affetto.
Ringrazio la collega per il suo acuto intervento che denota preparazione, passione e voglia di approfondimento. I miei articoli hanno la sola pretesa, modesta, di suscitare qualche riflessione per cui ben vengano questi contributi.