Alberi e didattica

Alberi e didattica

14 Maggio 2023 0 Di giuseppe perpiglia

La scuola e la cultura in genere non sono chiamate a dare risposte e certezze, al contrario debbono instillare il dubbio e la curiosità, debbono promuovere la tendenza a porre ed a porsi domande. Ma porre e porsi delle domande vuol dire riflettere sulla realtà che ci circonda.

Nasce, allora, nel docente la necessità di sapere, di chiedersi, appunto, come far acquisire questa importante competenza. Un metodo semplice, utilizzato in tutti i campi della progettazione, è il metodo noto come “albero dei problemi” a cui va affiancato “l’albero degli obiettivi”. Il metodo che sto proponendo non è rivolto soltanto ai ragazzi, al contrario può essere molto utile anche ai docenti in fase di progettazione didattica, sia annuale sia a livello di classe.

I principi elencati nel presente articolo rappresentano la trasposizione e la rimodulazione del contenuto di un articolo edito nel novembre 2017 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Funzione Pubblica e creato da Formez PA. Ulteriori spunti sono stati presi da altri articoli in cui veniva illustrata la programmazione logico-formale ed il project cycle management (PCM)

L’argomento di questo articolo si presta ad essere trattato sia dal punto di vista della progettazione didattica da parte del docente, sia come attività didattica da proporre agli alunni. Sarebbe oltremodo lungo e noioso, oltre che logisticamente poco indicato, mettere insieme entrambi i punti di vista, per cui mi riservo di dedicare all’applicazione di questo metodo alla progettazione didattica un articolo a parte fra qualche tempo.

Sappiamo che i ragazzi debbono essere elevati al rango ed al ruolo di protagonisti del processo di apprendimento che li deve coinvolgere e, per quanto appena scritto, dobbiamo creare le condizioni affinché siano in grado di problematizzare criticamente quanto capita loro.

Questa attività che vado a proporvi potrebbe anche essere esperita nell’ambito dell’insegnamento di educazione civica. Si potrebbe, ad esempio, iniziare dicendo ai ragazzi: «Oggi, invece di fare lezione, perché non facciamo quattro chiacchiere?». Sicuramente i ragazzi saranno tutti d’accordo! La prima cosa da fare è stabilire l’argomento di discussione da far scegliere ai ragazzi stessi, chiedendo loro di proporre il problema che loro ritengono essere il più importante, anche se si dovesse trattare di problemi complessi, anzi meglio ancora. Esempi di problemi complessi che interessano tutta la popolazione mondiale potrebbero essere: la fame nel mondo, le guerre, i cambiamenti climatici, le migrazioni di interi popoli, …

Quest’ultimo, purtroppo, è un tema di tragica attualità dopo quanto successo sulla spiaggia di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone il 26 febbraio 2023 che ha provocato 72 morti accertati (alla data dell’8 marzo 2023) ed un numero imprecisato, si dice almeno 20, di dispersi. Parlare di argomenti di stringente attualità sarebbe un’altra buona abitudine per preparare i cittadini del domani.

Il docente avrà cura di scrivere sulla lavagna tutte proposte che arrivano dalla classe per dare all’attività il necessario taglio inclusivo. Tutti, ad iniziare dal docente, debbono astenersi dal giudicare qualsiasi proposta. Al massimo la si può contestare portando a sostegno elementi logici ed inoppugnabili. A questa attività di proposta è bene assegnare un tempo stabilito a priori, ad esempio 10 minuti.

Dopo aver acquisito tutte le proposte si inizia a scegliere quale di essa debba essere il focus della discussione. Anche in questo caso assegnare un tempo prestabilito e se nel corso del tempo assegnato non si arriva ad una condivisione si passa alle votazioni, per non scontentare nessuno e per cominciare a far capire ai ragazzi che in democrazia sceglie il gruppo più numeroso.

Individuato l’argomento, il docente cancella la lavagna e scrive la proposta scelta in alto al centro, invitando la classe ad indicare quelle che, secondo loro, potrebbero essere le cause del problema individuato come fulcro della discussione. In alternativa si potrebbe chiedere ai ragazzi di scrivere le loro proposte su un foglietto ed appiccicarlo sulla stessa lavagna oppure su un cartellone. Dopo che tutti i ragazzi hanno presentato la loro proposta, l’insegnante comincia a prenderli uno per uno, a caso, per discuterne con loro e cominciare a selezionare fino a lasciarne uno solo.

La definizione del problema è una fase molto delicata e ad essa bisogna porre molta attenzione. Il problema individuato dovrebbe esprimere un disagio, una sofferenza o una situazione negativa di uno specifico gruppo di persone, ma può anche riguardare un’occasione non sfruttata. Sono da evitare pseudo-problemi espressi in forma generica e dispersiva o magari sotto forma di giudizi soggettivi o di opinioni. Da evitare anche la segnalazione del problema sotto forma di mancanza. In un caso simile a quest’ultimo, bisogna promuovere una riflessione per esprimere il problema in modo più preciso indicando gli effetti della mancanza segnalata.

Facendo chiarezza sul problema, indicandolo in modo preciso e circostanziato, è più facile individuare tanto le cause quanto i beneficiari del progetto e, cosa ancora più efficace, ci spianiamo la strada a soluzioni efficaci. Dal punto di vista del ragazzo, egli acquisirà la tendenza ad esaminare un problema da più punti di vista, acquisirà una maggiore tendenza ad un’analisi critica delle situazioni che si troverà ad affrontare. Eventualmente, si avranno le idee più chiare anche su eventuali attori sociali da interpellare e da coinvolgere.

I problemi formulati in maniera astratta impediscono la comprensione della vera natura dell’aspetto negativo da fronteggiare e, quindi, rendono difficile o impossibile la definizione del modo migliore per affrontarlo (da Costruire l’albero dei problemi e l’albero degli obiettivi del Dipartimento della Funzione Pubblica).

Non basta indicare un problema, sarebbe opportuno e molto efficace didatticamente che la riflessione venisse indirizzata anche verso l’individuazione di eventuali altri problemi connessi a quello segnalato.

Bene, adesso possiamo cominciare a costruire il nostro albero dei problemi. Si tratta, molto semplicemente, di un diagramma a blocchi per la cui realizzazione può essere utilizzato un qualsiasi programma di grafica, anche lo stesso cMapTools. Alla pagina https://gitmind.com/it/programmi-per-diagrammi-flusso.html vengono consigliati 10 programmi di grafica idonei anche per creare diagrammi a blocchi e tante altre tipologie di grafici.

Nel caso in cui siano stati individuati più problemi bisogna capire se siano legati da una relazione causa-effetto oppure siano indipendenti l’uno dall’altro. Nel secondo caso, il problema-causa andrà scritto sotto al problema-effetto collegandoli con una freccia che va dall’effetto verso la causa. Nel caso in cui i problemi risultassero indipendenti l’uno dall’altro li scriveremo sullo stesso piano senza nessun tipo di collegamento.

Per semplicità di esposizione consideriamo il caso di un solo problema. Partendo da questo, nel rigo sottostante scriveremo sullo stesso piano le cause che lo hanno generato. Per ogni problema-causa, cercheremo di individuare i motivi che lo hanno generato e così via fino al livello che riterremo più opportuno.

In seguito, partendo dal basso, si cercheranno le soluzioni ritenute più efficaci, ma anche razionalmente possibili. Questa seconda attività porterà alla costruzione dell’albero degli obiettivi.

Il fine di tutta questa attività non è certo la soluzione del problema, specialmente se si tratta di un problema complesso e che coinvolga tanti popoli quali potrebbe essere, appunto, la fame del mondo o le migrazioni o le guerre, bensì quello di far riflettere i ragazzi sul mondo che ci circonda, sulle grandi tematiche che la vita ci mette giornalmente innanzi, ma anche quello di rendere razionali e sequenzialmente logici i loro ragionamenti indagando  cause ed effetti dei fenomeni, piccoli o grandi, semplici o complessi, di cui sono spettatori, spesso distratti.

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Breve sitografia

Tutte le immagini sono scatti effettuati dall’autore dell’articolo.