
Humilitas
È solo un dato di fatto: il livello culturale della classe politica italiana è sempre più basso. I politici, nella generalità dei casi, non hanno adeguata consapevolezza del loro ruolo e spesso sono inadeguati essi stessi.
Una persona eletta, in qualunque modo e per qualunque ragione sia avvenuta la sua elezione, non è chiamata “solo” a far politica, ma anche a rappresentare uno status comportamentale che dovrebbe riguardare la stessa comunità che lo ha eletto. Dovrebbe essere guida ed esempio, non solo di correttezza istituzionale e di onestà intellettuale e materiale, ma anche di un comportamento eticamente inappuntabile.
Un politico, così come qualunque altra persona che abbia una carica pubblica o che stia in mezzo alla gente, non può andare a ruota libera dicendo la prima cosa che gli passa per la testa. Dovrebbe soppesare le parole e le affermazioni che profferisce non una, ma almeno tre volte prima di fare esternazioni di qualsivoglia natura ed argomento.
Non è un invito ai soli politici ma a chiunque rivesta, a qualsiasi livello, un incarico che lo mette in posizione di visibilità rispetto ad un pubblico. Un docente, ad esempio, quando è seduto in cattedra, deve fare attenzione a quello che dice ed a come si comporta perché il suo atteggiamento e le sue parole vengono analizzate sin nei minimi dettagli e possono influenzare i suoi studenti. Comportamenti corretti, parole sensate e tanta coerenza avranno un’influenza positiva, nel caso contrario ci manifesterebbe un’influenza negativa e quel docente tradirebbe il suo mandato e la sua missione.
Un parlamentare può riuscire ad influenzare una platea molto più vasta rispetto a quella che può contenere un’aula scolastica ed il suo alto mandato, quindi, dovrebbe essere svolto con molta più oculatezza e molta più attenzione di quanto normalmente si vede e si sente.
Fa veramente specie sentire un ministro in carica affermare che coloro che utilizzano il bancomat per pagare il caffè sono degli scocciatori, anche se il Signor Ministro ha utilizzato un termine molto più colorito e più in linea con la sua formazione e con il personaggio che si è cucito addosso. Il tutto reso ancora più eclatante perché l’affermazione è stata fatta nella contingenza di una polemica politica in corso sulla necessità di limitare l’utilizzo del contante per combattere l’evasione fiscale, pratica per la quale l’Italia ha una posizione apicale nelle classifiche non solo europee.
Un altro ministro, anche lui attualmente in carica, l’onorevole Giuseppe Valditara, dello stesso partito del ministro contrario all’uso del bancomat, ha fatto una sortita che, per la sua gravità, fa il paio con quella del collega di partito e di governo.
L’onorevole Valditara, nella sua funzione di ministro dell’Istruzione, ha affermato: «Evviva l’umiliazione, che è fattore fondamentale per la crescita di un ragazzo e la costruzione della sua personalità». L’affermazione è stata esternata in occasione dell’esposizione della sua proposta di assegnare gli studenti che si dovessero macchiare di atti violenti o di bullismo a lavori socialmente utili.
La proposta in sé merita riflessione e potrebbe senz’altro essere valida e messa in pratica. Quello che scandalizza è la giustificazione che il ministro ne ha fornito e cioè che l’umiliazione forgerebbe il carattere e aiuterebbe nella costruzione della personalità.
L’umiltà è un’apprezzata virtù, caratteristica dei grandi uomini e dei santi, e questo perché è una libera scelta dell’individuo che si pone in condizione di inferiorità conscio, a torto o a ragione, della sua esigenza di migliorarsi continuamente.
La persona umile è alla continua ricerca di miglioramento, il suo atteggiamento è l’esatto contrario di quello del vanitoso o del millantatore che pensano di essere arrivati, di essere migliori degli altri e di non dovere imparare più nulla.
Quando, invece, l’umiltà viene, per così dire, imposta, quando, cioè, una persona viene umiliata la si colpisce nel profondo dell’animo, lasciando una ferita che potrebbe non rimarginarsi mai.
Nel caso di un adolescente, poi, l’umiliazione è ancora più grave in quanto l’adolescente è ancora in cerca della sua identità, della sua collocazione nel gruppo, per cui umiliarlo risulta ancora più dannoso per la sua crescita personale e morale.
Sinonimo di umiliare è mortificare che nel latino ecclesiastico, come ci informa il vocabolario on line della Treccani, vuol dire “far morire”. In effetti, umiliare o mortificare porta alla morte sociale, perché porta all’inaridimento della voglia di migliorarsi ed alla nascita, in special modo in un adolescente che è già in contrasto con il mondo degli adulti, di uno spirito di rivalsa o di vera e propria vendetta verso un generico altro, colpevole ai suoi occhi di averlo messo in quella condizione di vergognosa inferiorità.
La scuola, però, egregio signor ministro Valditara, non deve umiliare o mortificare, al contrario deve responsabilizzare i suoi alunni, deve promuovere in loro una crescita morale e spirituale continua, deve aiutarli sempre più a maturare favorendo il loro corretto ed efficacemente attivo inserimento nella società promovendo la socialità e l’apertura all’altro.
Ma l’egregio signor ministro Giuseppe Valditara dimostra di non avere molta dimestichezza con il mondo della scuola, per quanto sia docente universitario, o forse proprio per questo. In effetti, il mondo universitario è cosa altra rispetto alla scuola primaria ed alla scuola di primo e di secondo grado essendo essa esclusivamente basata sulla trasmissione di saperi. La sua lontananza dalla scuola normalmente intesa, quella che mette al primo posto la persona dell’alunno con tutte le sue sfaccettature, è confermata anche dalla sua dichiarata intenzione di ridurre il numero delle istituzioni autonome procedendo ad accorpamenti dettati da semplici ed aridi criteri ragionieristici. Risparmi ottenuti e perseguiti con i famigerati tagli lineari e non con l’efficienza di una politica attenta e protesa a soddisfare i bisogni della gente e del Paese.
Egregio signor ministro Giuseppe Valditara da Milano, un politico serio, avveduto e fedele al mandato ricevuto dovrebbe guardare lontano, dovrebbe capire il contingente per costruire un futuro migliore per la comunità che ha sgomitato per amministrare, ma sembra che tale finalità non la interessi minimamente se prende tali decisioni e fa di queste dichiarazioni.
Oramai la comunità del Bel Paese si è avviata verso una deriva di rassegnazione, non ha più la forza e la voglia, che è ancora peggio, di reagire nei confronti di tutti quei soggetti che pensano esclusivamente a sé stessi. I politici, da un lato, sono sempre pronti a chiedere risparmi, effettuano tagli lineari e cercano di risolvere i problemi da essi stessi creati con l’aumento delle tasse, solo per coloro che le pagano, salvo poi deliberare all’unanimità, questa si che è stata una decisione by partizan!, un bonus di € 5.000,00 per l’acquisto di strumenti tecnologici. Dall’altro lato troviamo i tanti cittadini che li votano, facendosi strumentalizzare vergognosamente, nella speranza di trarne un qualche beneficio personale.
Beh, come posso concludere se non affermando «Io speriamo che me la cavo».
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- Il buon senso
Piccola sitografia:
- https://www.tecnicadellascuola.it/bonus-18-app-uno-studente-valditara-vuole-premiare-il-merito-ma-io-vedo-solo-disinteresse-nei-confronti-dei-giovani
- https://www.tuttoscuola.com/ocse-valditara-investimenti-istruzione/
- https://www.miur.gov.it/-/25-novembre-il-videomessaggio-del-ministro-valditara-dobbiamo-educare-i-ragazzi-alla-cultura-del-rispetto-a-partire-dalla-scuola-ogni-atto-che-discrim
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