La motivazione

La motivazione

15 Gennaio 2023 0 Di giuseppe perpiglia

La grande rivoluzione in campo scolastico si è avuta quando dal programma nazionale -rigido e ministeriale- si è passati all’autonomia, quando il punto focale è passato dal famigerato programma sull’alunno, quando da una standardizzazione acritica si è passati alla personalizzazione, quando, infine, dall’insegnamento l’attenzione, l’impegno e tutti gli sforzi si sono riversati sull’apprendimento. In altri termini, quando si è passati dal diritto allo studio al diritto ad apprendere.

È stata una vera e propria rivoluzione copernicana che è ancora in itinere.

Le conseguenze non sono state certo indolori. Molti docenti, quelli che si erano accomodati sulla tranquilla routine della lezione frontale, dello studio domestico e dell’interrogazione alla lavagna, quelli del “ragazzi, per la prossima volta, studiate da pagina 58 a pagina 94 perché dobbiamo finire il programma”, hanno subìto un vero e proprio trauma. Molti di costoro hanno applicato a pieno il verbo de “Il gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa del “tutto deve cambiare perché tutto resti come prima”. E così hanno scritto e consegnato la loro bella programmazione, facendo attenzione ad utilizzare i nuovi termini, ma hanno continuato ad applicare la loro rassicurante routine fatta di lezione frontale e di interrogazione.

Ma la rivoluzione copernicana di cui abbiamo detto, che ha portato dalle conoscenze alle competenze, ha investito e coinvolto anche i ragazzi che, da semplici fruitori passivi, si sono dovuti accollare il ruolo di protagonisti attivi del loro sapere, in costruttori della propria preparazione cognitiva e formativa.

Tale cambiamento ha messo nuova e maggiore enfasi su una caratteristica per altro già richiesta: la motivazione personale all’apprendimento. Fin quando vigeva il programma ministeriale bastava anche la sola volontà, ricordate Vittorio Alfieri ed il suo “volli, sempre volli, fortissimamente volli”? Bastava imparare magari in modo mnemonico, le pagine assegnate, saperle ripetere al momento dell’interrogazione alla lavagna e tutto andava per il meglio. Non era richiesto niente di più, non era richiesta nessuna partecipazione attiva, non era necessario, e spesso neanche apprezzato, il lasciarsi coinvolgere in profondità e porsi delle domande divergenti.

La motivazione non è cosa semplice da spiegare, né da far acquisire se in questi ultimi 2÷3 decenni molti studiosi hanno dedicato tempo, ricerche e studio. Infatti, alla luce di quanto appena detto, la dimensione motivazionale degli allievi ha acquisito centralità nel processo di insegnamento-apprendimento, affiancando e ponendo in secondo piano la dimensione cognitiva tradizionalmente intesa. L’attenzione della ricerca internazionale ha portato alla costituzione di un cospicuo patrimonio di dati empirici e di teorizzazioni sulla motivazione, riconducibili a tre grandi temi:

  1. Gli obiettivi che l’alunno si pone e che sono distinti secondo una dimensione di avvicinamento (obiettivi di padronanza e di prestazione) ed una di evitamento;
  2. La tendenza di ogni individuo a svolgere attività che lo soddisfano e lo gratificano (motivazione intrinseca, interesse);
  3. I modi in cui, una volta posti degli obiettivi, l’allievo gestisce il proprio comportamento per raggiungerli (auto-regolazione).

La motivazione, in base alla sua origine, viene divisa in motivazione:

  • intrinseca legata a fattori interni alla persona ed
  • estrinseca, dipendente, invece, da fattori esterni all’individuo.

La motivazione intrinseca deriva da cause interne all’individuo e che sono connesse con il senso di soddisfazione e di gratificazione che il soggetto percepisce, o pensa di percepire, nel raggiungere lo scopo che si è prefisso.

Accanto a questa vi è anche la motivazione estrinseca, così detta perché la sua causa è da ricercare all’esterno dell’individuo, nel contesto in cui si svolge la sua vita. L’adolescente o il pre-adolescente assume alcuni comportamenti per essere accettato dal gruppo dei pari e la gratificazione gli deriva proprio da tale accettazione. In questo caso è il gruppo che detta le regole. Non si tratta di un’esigenza che nasce dall’interno ma viene dall’esterno.

Quante volte, sia come docenti sia come genitori, siamo ricorsi alla motivazione esterna? “Studia per fare contento papà e mamma”, “studia se vuoi trovare un buon posto di lavoro” ed altre frasi simili.

Altro discorso, invece, è quella inerente alla motivazione intrinseca. Ogni persona ha una propria visione di sé, del mondo e di sé stessa nel mondo.

La motivazione intrinseca è un importante fattore per quanto riguarda l’apprendimento ed il docente attento non dovrebbe lasciarsi sfuggire una tale opportunità. Ciò implica e richiede, però, una profonda conoscenza dell’alunno, delle sue aspettative, della sua visione del mondo. E qui entra in gioco l’educazione emozionale e l’empatia delle quali oggi non è possibile fare senza.

La motivazione, sia essa intrinseca o estrinseca, è un potente grimaldello per scardinare l’apatia di tanti giovani e per far nascere l’interesse ed ottenere, quindi, un apprendimento adeguato, evenienza che gratifica anche il docente e che dà un senso al suo impegno ed al suo lavoro.

Un’adeguata motivazione attiva anche l’auto-determinazione. Con questo termine si indica l’atto o gli atti con cui ogni uomo si determina secondo la propria legge. Si può considerare il contrario del determinismo che si manifesta quando il volere di un uomo dipende da cause non in suo potere. In base all’autodeterminazione il soggetto è un individuo attivo che vuole realizzare il proprio potenziale ed interagire razionalmente con l’ambiente sociale in cui vive. La teoria dell’autodeterminazione si basa su tre bisogni psicologici:

  • competenza
  • autonomia
  • relazioni interpersonali

la motivazione può essere intesa come un bisogno che spinge il soggetto alla ricerca della sua soddisfazione, e questa costituisce un rinforzo della motivazione stessa, fino al completo soddisfacimento del bisogno, stato che fa venire meno la motivazione iniziale.

Secondo Skinner il rinforzo, inteso come lodi e premi, deve essere utilizzato e calibrato in modo opportuno.

Altro fattore non trascurabile è quello relativo all’ambiente che deve essere opportunamente strutturato per rinforzare la motivazione dell’allievo.

Per quanto riguarda la motivazione ad apprendere è bene fissare l’attenzione su tre punti:

  1. il ruolo attivo del ragazzo che vuole raggiungere gli obiettivi che si è posto;
  2. le modalità con cui lo stesso ragazzo si percepisce in rapporto al compito ed al risultato previsto;
  3. gli strumenti che egli mette in campo per raggiungere i suoi obiettivi.

Sulla motivazione ci sarebbe ancora moltissimo da dire ma non è certo questa la sede più adatta. Per chi volesse saperne di più mi permetto di consigliare una mini sitografia, riportata in coda all’articolo.

Ricordo anche che una trattazione più ampia sull’argomento la si può trovare sul capitolo La motivazione (pag. 117) riportato nel volume Oltre la conoscenza: l’essere dell’autore, opera che è possibile scaricare gratuitamente dal presente blog cliccando sul link Scarica e-book gratuiti che trovate in fondo pagina. È anche possibile richiedere in forma gratuita il volume cartaceo alla sede Avis regionale della Calabria o alle sedi territoriali, disponibile fino ad esaurimento delle scorte. Allo stesso link sono disponibili altri e-book gratuiti, tra cui Il curricolo verticale alla luce delle Indicazioni 2012.

Mini sitografia

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