Le dimensioni dell’uomo

Le dimensioni dell’uomo

8 Gennaio 2023 0 Di giuseppe perpiglia

L’uomo è sempre stato e sempre sarà un mistero solo parzialmente risolto. No, non sto parlando dell’uomo inteso come umanità, ma come singolo individuo. Non possiamo mai dire di conoscere una persona fino in fondo. Infatti, prima o poi e più di una volta ci sorprenderà. A volte basta cambiare contesto per avere o per manifestare comportamenti addirittura contrastanti. Nei miei quattro decenni di insegnamento nella scuola secondaria di primo grado quante volte, dicendo ad una mamma: «Signora, suo figlio è bravo, intelligente, impegnato, ma troppo vivace» mi sono sentito rispondere: «Professore, non so cosa dirle, a casa non parla quasi mai!». E se questa potrebbe essere una difesa d’ufficio, spesso mi è capitato anche l’opposto. È di facile reperibilità l’evenienza di un ragazzo che in classe sia molto riservato, schivo, che tenda all’autoisolamento mentre a casa, a detta dei genitori, sia un piccolo diavoletto sempre attivo e sempre pronto a fare confusione ed a provocare piccoli e grandi guai.

Qual è il vero comportamento di questo ipotetico ragazzo? Quello che tiene a casa o quello che manifesta a scuola? è, chiaramente, una domanda retorica perché la risposta è scontata. È sempre lo stesso ragazzo che, vivendo in contesti diversi, manifesta comportamenti diversi per l’influenza positiva o negativa del contesto stesso, delle dinamiche di gruppo che vengono ad instaurarsi nei due ambienti sociali, di come egli vive le relazioni interpersonali, di quanto si senta a suo agio o meno.

Il docente vede solo una dimensione del ragazzo, anzi, molto spesso, docenti diversi vedono dimensioni diverse dello stesso alunno. Quante volte, infatti, sarà capitato nelle numerose riunioni del Consiglio di classe, in special modo nei momenti dedicati alla valutazione, che docenti diversi abbiamo espresso giudizi molto diversi sul comportamento dello stesso alunno?

Ogni persona, qualunque sia la sua età, vive sotto il contemporaneo influsso di quattro dimensioni che esplicano a sei livelli, secondo lo schema riportato in figura.

  • L’essere che è la dimensione che presenta un solo livello, quello spirituale;
  • Il cittadino invece, di livelli ne presenta due: quello professionale e quello sociale;
  • La persona a sua volta, si esplica sul livello intellettuale e su quello affettivo ed emozionale in genere;
  • L’organismo infine, presenta un livello fisico ed un livello biologico.

Ogni dimensione può reagire in modo diverso nei diversi contesti di vita e non è detto che le variazioni delle diverse dimensioni seguano la stessa tendenza. In un determinato contesto, infatti, il soggetto può tendere a prediligere una dimensione ed inibirne, in misura diversa, un’altra, mentre in un contesto diverso o in un momento diverso può avvenire l’esatto contrario. A tutto ciò bisogna aggiungere la costatazione che le varie dimensioni della personalità individuale, per quanto tra loro separate, si influenzano vicendevolmente in un ginepraio di relazioni che portano a comportamenti molto variabile e spesso inaspettati.

Il docente eticamente motivato, attento e scrupoloso nel suo lavoro, ben al di là dell’obbligo meramente burocratico e contrattuale, deve prestare la dovuta attenzione alla ricerca finalizzata a comprendere, per quanto possibile, ogni singolo alunno in quel preciso momento, in quel determinato spiraglio spazio-temporale. Non è cosa facile perché in un o stesso momento si manifestano, seppure in modo diverso e con maggiore o minore intensità, ed evidenza, tutte le dimensioni e tutti i livelli. Inoltre, come conseguenza di quanto finora scritto, la situazione è molto cangiante, in special modo nella scuola primaria e nella scuola secondaria di primo grado quando il ragazzo è ancora in cerca della sua identità e tenta di completare la costruzione della propria personalità, di un suo specifico “io” che gli possa permettere di entrare nel “noi” a pieno titolo e con il riconoscimento degli altri.

Il compito delle agenzie educative strutturate ed istituzionalizzate -famiglia e scuola- è un compito molto importante ed impegnativo perché la loro azione è n grado di orientare lo sviluppo dell’individuo a partire dalla prima infanzia. Per ottenere buoni risultati bisogna saper sfruttare al meglio le dimensioni ed i livelli di cui abbiamo detto finora. Ogni fascia di età presenta una biforcazione nel percorso verso una personalità matura con la soddisfazione di particolari esigenze.

Nella prima infanzia il bambino ha bisogno di fiducia per potere, a sua volta, manifestare lo stesso sentimento. Al contrario, nel caso in cui tale bisogno non fosse soddisfatto, nel bambino nel bambino si instaurerebbe un senso di sfiducia verso tutti e verso tutto che ne minerebbe l’equilibrio psichico. Nella seconda infanzia, invece, il bisogno che si sente è quello relativo all’autonomia che si basa sulla fiducia degli altri verso il bambino e del bambino verso le sue potenzialità e le sue capacità. Un bambino non autonomo vivrà nel dubbio e con un senso di vergogna.

Nella fanciullezza, invece, i due corni della scelta sono la capacità di iniziativa da un lato e l’imitazione dall’altro. Anche in questo caso entra in gioco la fiducia. Un fanciullo che ha fiducia in sé stesso e nei suoi mezzi si “butta”, chi, invece, non si fida va sul sicuro scopiazzando gli altri, ma così facendo corre il rischio di vivere la vita degli altri e non la propria.

Il periodo della pre-adolescenza è caratterizzato dalla voglia di fare, da una smania di protagonismo per affermare le proprie capacità. Il rovescio della medaglia è rappresentato da un senso di inferiorità, da un mettersi di lato come ammissione ad una incapacità vera o presunta.

Con l’adolescenza inizia un percorso di costruzione della  propria identità che, nella successiva fase, quella relativa alla giovinezza, porta all’intimità, mentre nella maturità porta ad aprirsi all’altro in modo completo grazie alla generosità. Nel caso in cui il processo avesse preso una strada sbagliata avremmo, rispettivamente, l’alienazione durante l’adolescenza, cosa che vediamo spesso, l’isolamento nel periodo della giovinezza per giungere all’egoismo della fase della vita che dovrebbe essere quella caratterizzata dalla maturità.

Di seguito viene riportato una tabella riepilogativa di quanto finora affermato.

Periodo Soddisfazione Insoddisfazione
Prima infanzia Fiducia Sfiducia
Seconda infanzia Autonomia Vergogna/Dubbio
Fanciullezza Iniziativa Imitazione
Pre-adolescenza Operosità Inferiorità
Adolescenza Identità Alienazione
Giovinezza Intimità Isolamento
Maturità Generosità Egoismo
Vecchiaia Integrità Dispersione/Disgusto

 

Ancora una volta l’accento è posto sull’enorme importanza che riveste l’istruzione e la formazione, ampiamente intese, sul processo di crescita personale di ogni individuo.

Dobbiamo, infatti, ricordare che l’umanità tende necessariamente al progresso, ma questo non necessariamente vuol dire miglioramento. Diventa, quindi, indispensabile per l’uomo un continuo apprendimento supportato da un altrettanto adeguato insegnamento, sia esso formale, informale o non formale. Solo in questo modo l’uomo potrà vivere da Uomo!

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