Il chioschetto della felicità

Il chioschetto della felicità

10 Ottobre 2022 0 Di giuseppe perpiglia

Ritorno a dare spazio alla presentazione di un libro di Mariarosa Stumpo, dirigente scolastica in pensione. Questa volta lascio la parola alla stessa autrice che, per quanto in quiescenza, non ha certo dimenticato il suo amore per la scuola, per i ragazzi e per la nobile professione di educatrice a tutto tondo.

Il lavoro che ci presenta in questo articolo è stato pubblicato ad ottobre 2021 per i tipi della Publigrafic di Cotronei. Il libro, scritto a caratteri grandi per essere facilmente fruibile anche dai bambini, ai quali ovviamente si riferisce, è riccamente illustrato con le belle e coloratissime immagini frutto dell’estro creativo ed artistico di un’altra amica di questo blog, Carmela Mantegna, anche lei scrittrice per l’infanzia e non solo.

Il libro può essere richiesto direttamente all’editore. In alternativa basta digitare “Il chioschetto della felicità” su un qualsiasi motore di ricerca per reperirlo facilmente presso diversi rivenditori di tutta Italia.

Ma lasciamo la parola all’autrice.

È una favola che ha al centro, come recita il titolo, un “chioschetto” voluto da un folletto e da una fata per offrire agli altri aiuto, accoglienza e conforto. Una iniziativa di “solidarietà”, nata dal desiderio di supportare gli altri in qualche momento o situazione di crisi, in cui chiunque può incorrere. Alla base c’è quindi il sentimento di destino comune, di legame profondo tra esseri della stessa specie, addirittura tra tutti gli esseri viventi.

Non mancano per fortuna, oltre che nella favola anche nella vita, belle realtà di aiuto, di volontariato, di dono di sé per un ideale di fratellanza e di amore verso il prossimo.

Si può parlare di questi argomenti con i bambini? A mio avviso si può e si deve. Larga parte dell’educazione deve essere destinata, come chiaramente affermato nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo emanate nel 2012 ed aggiornate nel 2018 con il documento “Indicazioni Nazionali e Nuovi scenari”, alla socialità, all’affettività, all’empatia… Come? Attraverso alcune attività spesso considerate inutili, aggiuntive: il teatro (mettersi nei panni degli altri), la musica, la poesia, la lettura individuale e l’ascolto di racconti o di letture da parte degli adulti.

Questo libro può essere utile per avviare un dialogo costruttivo con i piccoli su questi argomenti, per educare all’affettività, alla gentilezza, all’empatia, all’altruismo, alla bellezza della solidarietà, che non sono solo valori etici e umani, ma anche fonte di soddisfazione e di appagamento personale.

La trama

Il libro racconta la storia di un folletto che voleva realizzare quella che riteneva essere la sua missione nella vita: aiutare gli altri. Non sapeva però cosa fare. Gli venne in aiuto fata Desideria, che gli propose di aprire un negozio, un negozio piccolo piccolo, un chioschetto, dove ognuno potesse trovare accoglienza e aiuto.

Molti i personaggi che trovarono un briciolo di felicità risolvendo i loro piccoli o grandi problemi al chioschetto di Totò e Desideria: un bambino che non voleva andare a scuola perché non sapeva fare le divisioni, un folletto cieco, una fata indovina che si sentiva sola e tanti altri, facendo felici i due gestori.

La voce del chioschetto della felicità si diffuse presto tra gli abitanti del bosco e i “clienti” del chioschetto diventarono sempre più numerosi.

Totò e Desideria non ce la facevano più da soli ad accogliere tutti, così chiesero ai loro amici di unirsi a loro per fronteggiare le richieste di aiuto che arrivavano copiose. Quasi tutti gli amici accettarono di aiutare Totò e Desideria, così prese vita la “Rete della margherita rossa”,  fondata proprio per aiutare le persone, gli animali, le fate e i folletti.

Nel chioschetto si parlava, si raccontavano le proprie pene, si sorrideva e ci si divertiva con poco, anche solo col piacere di stare insieme. Si respirava un’aria di amicizia, di serenità e allegria.

Tutto questo scatenò la furia della Strega dell’Antro, che non voleva vedere nessuno felice. Così …La favola continua fino all’immancabile lieto fine.

Molti sono gli spunti che a mio avviso offre il libro: oltre alla solidarietà il libro affronta il tema della diversità, dell’altruismo, dell’amicizia, della gentilezza, delle associazioni di volontariato, del valore dell’aggregazione e della condivisione, dell’importanza dell’accettazione sociale e del dolore del rifiuto e dell’emarginazione.

La favola fa capire inoltre ai bambini come sia importante avere un progetto di vita, comprendere sé stessi, cosa si vuole realmente e cercare di realizzarlo, anche se ciò comporta sforzi e sacrifici.

Volevo fare un elogio dell’amicizia, della gentilezza, della cordialità, della disponibilità verso gli altri, dell’essere pienamente umani tra gli umani, anche se [nella storia] non mancano figure negative come la Strega dell’Antro. Volevo sottolineare che accanto all’emergenza climatica vi è un’altra emergenza impellente: l’emergenza sociale e affettiva. A fianco dell’esigenza della sostenibilità ecologica, volevo evidenziare il bisogno di una specie di ecologia umana, nel senso di aver consapevolezza che siamo tutti interconnessi, internet a parte.

Ci sono riuscita? Ognuno avrà la sua opinione. Sicuramente credo che il libro sia scorrevole, con una storia piacevole e può essere letto sia da persone adulte rivolgendosi ai bambini, sia dai bambini stessi a partire dai 7 – 8 anni, perché è di facile lettura ed è scritto con caratteri molto grandi.

Buona lettura!

Questo blog è sempre disponibile a dare spazio ed ospitalità a chiunque abbia delle belle e serie proposte culturali, nel senso più ampio del termine, da fare per la crescita di tutti e di ciascuno.

A quanto sembra l’idea comincia a piacere come dimostrato dai numeri: le visite giornaliere al sito oscillano tra 150 e 200 accessi ed esso conta, ormai, quasi 800 utenti registrati.

Approfitto di questa occasione per invitare tutti a iscriversi ed anche ad inviare eventuali contributi.

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