
Arzille fiabe
Un gruppo di ragazze si è riunito dopo ben 52 anni attorno ad un tavolo, purtroppo, dati i tempi, solo virtuale, per scrivere un libro a più mani. Ognuna di esse ha contribuito con una fiaba. Perché la fiaba? Ma perché sono maestre, maestre per sempre! E questo è anche l’autore del volume. L’evento è stato reso possibile grazie allo spirito di iniziativa di quel vulcano di idee che è la scrittrice ed amica, Carmela Mantegna.
Le fiabe delle ragazze sono state raccolte, come accennato, nel volume Arzille fiabe edito per i tipi della VJ Edizioni di Milano nella Collana Fiori di Magnolia. È un libro per bambini, ma che farebbe tanto bene anche ai cosiddetti “grandi” che spesso, con l’avanzare dell’età, hanno perso quello spirito puro e lineare e quella semplicità innata, relegando in un angolo la componente fanciullesca che alberga in ognuno di noi.
L’agile volumetto presenta 20 fiabe scritte da 21 signore che nel 1970 erano nella stessa classe: la IV D dell’allora Istituto Magistrale, ora Liceo Psico-pedagogico, “Gian Vincenzo Gravina” di Crotone.
Altra tipicità del volume è quella di essere stato fatto oggetto di un vero e proprio battesimo, una cerimonia in piena regola, con tanto di bomboniera, opera di una delle ragazze. Infatti, il primo giorno di agosto nei locali del liceo “G. V. Gravina”, alla presenza dell’attuale dirigente scolastico, anche lui ex-alunno del liceo, professore Antonio Santoro, alla presenza di tutte le autrici si è svolta una bella quanto semplice cerimonia in cui si sono ricordati i bei tempi andati. In particolare si è stagliata la figura del Preside del tempo, professore Salvatore Regalino, preside illuminato, figura di spicco in campo culturale e politico. Ognuna delle ex-alunne presenti è intervenuta per raccontare, in modo molto sintetico, questi ultimi 50 anni della propria vita. Alla riunione ha preso parte anche la professoressa Wanda Caglioti, loro docente.
Questa semplice informazione dimostra una cosa importante: la scuola, quando è fatta come andrebbe fatta, è scuola di relazioni umane vere, forti, tenaci. Queste “ragazze” si sono riviste dopo mezzo secolo, una vita!, eppure la relazione che le unisce è ancora giovane e fresca. Non staremo qui a fare il panegirico della scuola di un tempo. Un tempo era un tempo ed è passato, oggi è oggi e va vissuto al presente, per quanto è bene attingere al passato ed a tutto quello che di buono è stato fatto per costruire un futuro migliore.
Ogni libro ha sempre diversi piani di lettura, presenta risvolti a vari livelli, alcuni espliciti, altri impliciti, nascosti.
Livello esplicito
Il registro linguistico che caratterizza il libro, seppure screziato a causa delle diverse personalità delle autrici, ha un carattere ben preciso. Possiede, infatti, uno stile lineare, semplice, tranquillizzante. Anche se lo si legge distrattamente, magari sotto l’ombrellone tra un tuffo ed una bibita ghiacciata, lascia comunque un segno.
Oggi, tra cartoni animati, manga e videogiochi, è il trionfo, l’apoteosi della violenza, del ritmo serrato in grado di lasciarti senza fiato. Arzille fiabe, invece, ti riporta in un luogo tranquillo, permeato da pace e serenità, con un rassicurante finale, completo di pensiero morale. La pace e la serenità che effondono dalla lettura scendono sull’anima per lenire le tante ferite inferte da questa società che siamo così orgogliosi di esserci costruiti addosso.
Ma chi l’ha detto che le favole sono per i bambini? Forse sono proprio gli adulti ad averne maggiormente bisogno.
I personaggi che si affacciano timidamente dalle pagine sono personaggi semplici, con ideali grandi supportati da valori universali, proprio quei valori che sempre più spesso vengono derisi e messi da parte.
Ritornare a proporre questi valori vuol dire, quindi, andare controcorrente, ma è solo andando in “direzione ostinata e contraria” che si può tentare di cambiare il corso degli eventi. Non è con il solo lamentarsi che si costruisce il futuro. È la consapevolezza di essere nel giusto che ci dà la forza di compiere azioni efficaci.
Un bambino che cresce ascoltando storie edificanti, basati su valori universali ed ecumenici, certamente maturerà una coscienza diversa, più aperta, più inclusiva.
Livello implicito
Conoscendo la genesi del libro e riflettendo su di essa, si scende al livello implicito, quello che sta sotto l’apparenza e che gli dà sostanza e nerbo. La riflessione non può non andare ad occuparsi del diverso modo di intendere e di vivere i giorni che ci hanno visti, non alla cattedra, bensì seduti tra i banchi. Come detto, non voglio certo fare un elogio nostalgico a quello che fu, ma solo una modesta riflessione sulle mutate condizioni sociologiche e sulla loro evoluzione verificatesi in questo ultimo mezzo secolo.
La vita di un ragazzo o di un adolescente degli anni ’70 del secolo scorso viaggiava su binari ben precisi, dai quali era difficile derogare: la famiglia, il gruppo dei pari e la scuola. Le relazioni, in numero enormemente inferiore a quelle attuali, erano esclusivamente fisiche, per questo più vissute, più sincere. E quando si rompeva un’amicizia era un piccolo-grande dramma in grado di segnarti. Oggi le amicizie si creano e si rompono con un click su “like” o su “delete”. I rapporti umani e le relazioni interpersonali attuali sono molto più labili. Non è, infatti, un caso se Bauman parla di società liquida.
A conforto della tesi che sto sostenendo viene proprio il ritrovarsi, dopo 50 anni, di persone che hanno seguito ognuna la propria strada, che hanno percorso sentieri divergenti, che hanno inseguito, e spesso realizzato, sogni quanto più diversi possibile. Eppure si sono ritrovate e subito è rinato e si è materializzato l’afflato che li legava mezzo secolo fa, ante internet natum.
La “maestra”, anche oggi, o forse soprattutto oggi, dovrebbe lavorare primariamente sulle relazioni perché sono esse che rappresentano l’asse portante della vita di un uomo che, non dimentichiamolo, è e resta un animale sociale.
Conclusioni
Non voglio certo fare promozione al libro, non mi compete e, probabilmente, non ne ha bisogno. Leggere le storie semplici, apparentemente banali, in esso contenute ai propri figli o nipotini o anche ai bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria potrebbe rappresentare un’occasione per far nascere e per promuovere uno spirito nuovo, uno nuovo modo di intendere la vita, l’amicizia, il rispetto per sé stessi, per gli altri e per la natura. A volte attività apparentemente semplici portano a risultati insperati.
Articoli correlati: