Educazione alla cittadinanza globale – 1

Educazione alla cittadinanza globale – 1

28 Novembre 2021 0 Di giuseppe perpiglia

La sigla ECG era una prerogativa dell’ambiente medico in cui stava ad indicare l’elettrocardiogramma, un’indagine strumentale in grado di aiutare lo specialista a farsi un’idea della funzionalità del muscolo cardiaco. Da qualche tempo questa sigla comincia a circolare anche in altri ambienti, tra cui quello scolastico, con ben altro significato. L’acronimo in questione sta ad indicare, infatti, l’educazione alla cittadinanza globale. È il nuovo paradigma con cui tutti siamo chiamati a confrontarci, direttamente o indirettamente, sia all’interno che all’esterno della scuola.

In effetti, la società attuale è vittima di una tragica truffa, di un vero e proprio raggiro che ha supinamente ed acriticamente accettato. Ricorda molto la favola del pifferaio magico. Per decenni ci hanno propinato il mito della crescita e dello sviluppo quale condizione necessaria e sufficiente per il ben-essere di tutti, per migliorare la condizione della razza umana. Ma il tanto decantato progresso è servito solo ad arricchire ancor di più i ricchi ed a relegare in uno stato di povertà strutturale un gran numero di persone, mettendo, nel contempo, a repentaglio la vita stessa del pianeta.

Viviamo, oramai, che lo si voglia o meno, in una società cosiddetta glocale. È un neologismo derivato dall’unione degli aggettivi globale e locale. Con il termine glocale, infatti, si indica quella dimensione economica che salvaguarda le caratteristiche di ciascun territorio e le specificità delle piccole imprese, valorizzandole a livello globale grazie allo sviluppo delle telecomunicazioni e delle tecnologie informatiche. (dal sito https://www.garzantilinguistica.it/). Il termine deriva dal sostantivo glocalità. Quest’ultimo termine, a sua volta, significa pensare in modo globale e agire a livello locale. Esso identifica un’era nella quale persone, comunità, culture, territorio, ambiente devono essere rispettati e non sacrificati per favorire un’economia di parte.

La deriva presa dagli eventi, però, al contrario della definizione citata, non va affatto nella direzione della salvaguardia del territorio e delle piccole imprese. Si pensi allo scempio dell’ambiente ed alla posizione egemonica dei grandi centri commerciali che soffocano l’anelito di sopravvivenza dei piccoli negozi di quartiere.

La globalizzazione ed il susseguente mercato globale hanno, infatti, portato all’appiattimento delle caratteristiche fondamentali e distintive delle singole comunità fondendole ed amalgamandole in un unico grande calderone, facendo, in tal modo, perdere l’identità ai singoli territori e provocando senso di disorientamento in intere popolazioni. Ha, inoltre, e continua a farlo, indotto bisogni fittizi e non essenziali oltre ogni misura per perseguire l’unica finalità del profitto, corroborata dalla sempre più diffusa cultura dell’usa e getta. Ma in questa sua folle corsa verso l’unico ed irrinunciabile obiettivo che si è prefisso, sua eccellenza il mercato ha pesantemente calpestato i diritti dei singoli e delle comunità.  È il risultato della deriva individualista e partigiana di una cultura finalizzata all’arricchimento personale a scapito degli altri e dell’ambiente. Ed una tale cultura di morte può essere battuta soltanto da una cultura di vita, una cultura con uno sguardo olistico che abbia un forte interesse per l’uomo, per la comunità e per l’ambiente.

Forse è proprio la mancanza dei diritti primari ed irrinunciabili che ha fatto insorgere l’urgenza e la difesa di tanti pseudo-diritti che connotano la nostra società. Basti pensare, per rimanere nella più stretta attualità, al movimento no-vax ed a quello strettamente collegato dei no-green pass. È un’evenienza molto simile a quanto accaduto in politica dove la disgregazione sostanziale se non proprio formale dei partiti ha dato la stura alla nascita di movimenti e di pseudo-partiti caratterizzati da “un uomo solo al comando”.

Ban Ki-moon, segretario generale ONU dal 1° gennaio 2007 al 31 dicembre 2016, ha affermato: «L’educazione ci dà una profonda comprensione del fatto che siamo legati insieme come cittadini della comunità globale e che le nostre sfide sono interconnesse». E proprio dall’educazione che deve partire, quindi, il cambiamento di mentalità su come stare al mondo, su come interfacciarsi con gli altri, sul rispetto dovuto alla natura, che poi altro non è che una diversa forma del rispetto dovuto a noi stessi.

In estrema sintesi, obiettivo dell’educazione alla cittadinanza globale è l’acquisizione della consapevolezza profonda che ognuno di noi, qualunque sia il posto in cui vive e qualunque sia il suo ruolo e la sua funzione nella società, è un piccolo ma importante ingranaggio di un unico grande sistema di cui fa anche parte, ed a maggior ragione, l’ambiente.

Che ambiente e diritti umani siano strettamente collegati ed interconnessi ce lo dimostra la politica colonialista e di rapina delle risorse naturali che ancora sottomette molte aree del pianeta. L’inversione di tale mefitica rotta non può non essere legata alla cultura ed alla formazione del singolo.

Vi sono luoghi deputati alla formazione delle persone ed a generare cultura per cui essi rivestono un ruolo strategico nel necessario e sempre più impellente cambio di mentalità. Fra questi luoghi, ai primi posti troviamo la famiglia e la scuola. Per tale ragione alla scuola dovrebbero essere destinate tutte le risorse necessarie per assumere un ruolo pro-positivo e pro-attivo nel rendere le persone capaci di riflettere su tali questioni, ma anche di rispondere in modo efficace alle numerose e sempre più complesse sfide che attendono l’umanità.

La proposta dell’educazione alla cittadinanza globale aspira a integrare in una visione coerente l’educazione allo sviluppo e ai diritti umani, l’educazione allo sviluppo sostenibile, alla pace, alla interculturalità e alla parità di genere, osservando lo stretto legame tra tutte queste aree così come l’interdipendenza sempre maggiore che lega saldamente gli esseri umani tra di loro e con l’ambiente, la casa comune di papa Francesco, in un pianeta minacciato nella sua sostenibilità. Sono tutti obiettivi che ritroviamo tra i 17 SDGs (obiettivi per lo sviluppo sostenibile) dell’Agenda ONU 2030. Tale documento ha recepito e rilanciato tutte le problematiche finora citate, dalla salvaguardia dell’ambiente, allo sviluppo sostenibile, ad un’educazione di qualità, alla parità di genere, alla sconfitta della povertà ed al diritto ad un lavoro dignitoso, solo per citarne alcuni.

La cittadinanza globale sostiene e richiede un nuovo modello di cittadinanza basato sulla piena consapevolezza della dignità insita in ogni essere umano, sulla sua appartenenza ad una comunità locale e globale e sull’impegno attivo per costruire un mondo più giusto e sostenibile. Il cittadino globale deve essere una persona capace di imparare connettendo, di fare pensando, di convivere riconoscendo, di essere divenendo, di trasformare immaginando, come si legge in un documento dell’AOI (associazione ONG italiane).

Nel contesto della scuola, l’educazione alla cittadinanza globale è una proposta che va oltre lo studio di alcuni contenuti inseriti in una singola materia all’interno del piano di studi della scuola dell’obbligo, o addirittura demandata ad incursioni puntiformi di attori extrascolastici che tentano di introdurre percorsi di sensibilizzazione in spazi non propriamente curricolari. Tali eventi sono spesso considerati semplici palliativi visti e vissuti da docenti e studenti quasi come corpi estranei. L’educazione alla cittadinanza deve essere considerata, invece, come un’opzione didattica che, a partire dalla domanda sulla finalità dell’educare, cerca di elaborare una proposta coerente sul modo in cui educare.

Sitografia ed articoli correlati:

  1. Educazione alla cittadinanza globale Temi ed obiettivi di apprendimento
  2. Strategia italiana per l’educazione alla cittadinanza globale
  3. Strategia di educazione alla cittadinanza globale: finalmente!
  4. Che cos’è l’educazione alla cittadinanza globale
  5. Recenti orientamenti sull’educazione alla cittadinanza globale
  6. Agenda ONU 2030
  7. La scuola come comunità
  8. Cittadinanza attiva
  9. Educare alla cittadinanza
  10. I compiti di realtà

seconda parte…