Le rubriche di valutazione

Le rubriche di valutazione

26 Settembre 2021 0 Di giuseppe perpiglia

Le competenze hanno rappresentato un netto cambio di paradigma all’interno del nostro sistema scolastico. E non solo del nostro, ovviamente. Esse si sono imposte come necessità di adeguamento alle mutate condizioni socio-economico-culturali che hanno interessato, stravolgendola, la società.

All’interno delle aule scolastiche il passaggio dalle conoscenze alle competenze, non ancora completamente concluso, non è stato indolore. Tutt’altro! La tranquilla routine spiegazione > studio > interrogazione che vedeva il docente dispensatore di verità assolute ed immodificabili ed il discente semplice ascoltatore e fruitore passivo, è stata brutalmente sovvertita dall’ingresso delle nuove entità che vanno sotto il nome di competenze. Con tale ingresso, sono state nettamente modificati anche i ruoli del docente e degli alunni. Il docente, da capo indiscusso e indiscutibile del processo di insegnamento/apprendimento è diventato solo un primus inter pares, nel senso che ha assunto il ruolo di guida, di facilitatore, di animatore culturale.

L’alunno, dal proprio canto, è stato chiamato ad abbandonare definitivamente il ruolo di soggetto passivo, di colui che doveva solo recepire quanto gli veniva proposto, anzi magnanimamente elargito, dal professore-oracolo per assumere un ruolo attivo, addirittura da protagonista. Da spettatore acefalo è stato innalzato a persona con un proprio vissuto ed una propria esperienza. Gli vengono richiesti apporti personali alla costruzione del processo cognitivo proprio ed altrui. Il docente è stato chiamato a prendere consapevolezza della necessità di lasciarsi coinvolgere, non come entità al di fuori ed al sopra di tutto e di tutti, ma come un ingranaggio di un sistema più dinamico e più complesso.

Tutte queste modifiche non potevano non interessare anche il momento della verifica e della valutazione, non tanto e non solo degli apprendimenti, quanto del processo nel suo insieme.

La verifica, in effetti, è un’attività decisamente più semplice e meno impegnativa anche perché è un’attività “statica”. L’obiettivo su cui focalizzarsi è ben definito, si presenta come un oggetto puntiforme e dai contorni precisi e definiti. Strutturare una seduta di verifica diventa un’attività poco impegnativa dai contorni temporali alquanto netti e delimitati, e risulta altrettanto poco impegnativa anche nel momento della sua interpretazione. Per effettuare una verifica, infatti, basta stilare una serie di domande a risposta aperta o, ancora più semplice, a risposta chiusa. In questo ultimo caso, poi, basta riportare i risultati su una tabella a doppia entrata servendosi di un normale foglio di calcolo (ad esempio MS-Excel ® della Microsoft Inc. ®). Con questo semplice strumento offertoci dall’informatica è possibile avere in modo semplice e veloce un quadro sinottico tanto dell’acquisizione individuale dei contenuti proposti quanto della situazione dell’intera classe sugli argomenti spiegati. Accedendo questo link è possibile scaricare una semplice tabella a doppia entrata registrata nel formato di MS-Excel.

Per appurare l’acquisizione delle competenze le cose si complicano, e non poco. Le competenze, infatti, richiedono una progettazione rigorosa di tutto il percorso in cui nulla può essere lasciato al caso. Nello specifico, un punto nodale della progettazione è proprio quello riservato alla valutazione. Le competenze, infatti, non possono essere “verificate” ma solo valutate, perché rappresentano un percorso sempre in itinere e non un punto di arrivo come nel caso dei contenuti. La loro caratteristica di multifattorialità impone, inoltre, di stabilire a priori, e cioè nel momento progettuale, dei punti di repere condivisi tra tutti i soggetti coinvolti nel percorso, studenti compresi. Le competenze, infatti, per quanto possano essere anche disciplinari, ben difficilmente rimangono completamente all’interno di una singola disciplina, e seppure fosse, è pur sempre necessaria un’armonizzazione di giudizio tra i docenti di quella stessa disciplina.

Le innumerevoli sfaccettature e gli altrettanto numerosi punti di vista da cui si può osservare una competenza rendono necessaria una riflessione a monte per stabilire su quali dei numerosi punti focalizzare maggiormente l’attenzione e quale possa essere una graduazione efficace del livello di acquisizione. Infine, ma non certo ultimo, vi è un ulteriore aspetto da tenere in debita considerazione. La funzione della verifica, come quella della valutazione, non è certo quella di investigazione con carattere sanzionatorio. Al contrario, in special modo la valutazione delle competenze, deve essere una funzione progettuale ed orientativa. La valutazione deve essere strutturata e condotta in modo da stimolare, far emergere e potenziare i talenti di ogni singolo alunno.

Tutte le necessità fin qui elencate trovano una valida ed efficace sintesi in una rubrica di valutazione ben progettata. Si tratta di uno strumento in grado di fornire una visione sintetica, appunto, ma a 360° della descrizione di una competenza e del livello della sua acquisizione da parte di ogni singolo alunno.

Stilare una rubrica valutativa è un’attività di riflessione sulla competenza in questione e su tutto il precorso di insegnamento-apprendimento che non tarderà a dare i suoi frutti in termini di chiarezza e di consapevolezza su quanto ci si appresta a fare con la classe e con il singolo alunno.

Le competenze, abbiamo già detto, non rappresentano un blocco monolitico, ma, al contrario, presentano numerose sfaccettature. Le rubriche di valutazione rappresentano un valido aiuto nel percorso di analisi di tutte le dimensioni della singola competenza a partire dall’enunciato della competenza stessa e scendendo sempre più nel dettaglio fino a giungere a specifici fatti ed a precisi cambiamenti osservabili. Questa attività, se ben condotta, permette di prendere piena consapevolezza di come operare, delle attività da sottoporre all’attenzione dei ragazzi, della direzione da imprimere al percorso educativo.

In un altro articolo (Le matrici valutative) di questo stesso blog si parla delle dimensioni che caratterizzano le competenze. Esse sono classificabili in quattro grandi gruppi:

  • Cognitive, quelle legate ai processi ed ai risultati delle conoscenze;
  • Socio-relazionali, inerenti ai rapporti sociali;
  • Metacognitive che riguardano l’uso consapevole di strategie;
  • Situazionali che si riferiscono, invece, alla capacità di trasferire quanto appreso in una situazione ad una situazione diversa, simile o meno che sia.

Per ogni componente, poi, la riflessione, meglio se effettuata in comune, cioè in team, deve portare ad elencare una serie di indicatori, cioè di aspetti osservabili.

Una simile attività diventa importante in quanto permette di tendere, per quanto possibile, ad una valutazione oggettiva, slegata dalla sensibilità e dall’umore del singolo osservatore. Per ogni indicatore, poi, ogni livello è indicato da una breve descrizione che costituisce, appunto, il descrittore.

Così strutturata e stilata, una rubrica di valutazione rappresenta un valore aggiunto al lavoro di progettazione, di programmazione ed operativo del team docente. Il team, come già accennato, può coincidere con il Consiglio di classe, in particolare per quanto riguarda le competenze trasversali, oppure può essere rappresentato dai docenti che fanno parte di uno stesso dipartimento, nel caso delle competenze disciplinari, anche se i confini tra le due tipologie di competenze non sono sempre netti e precisi.

L’attività di stesura di una rubrica di valutazione non deve essere vissuta come una mera attività susseguente ad un obbligo burocratico. In una simile evenienza si farebbe meglio e prima a non stilarla affatto. La stesura di una rubrica di valutazione non è una perdita di tempo, bensì un proficuo investimento dello stesso in grado di aiutare il docente a crescere professionalmente permettendo al lavoro didattico di procedere speditamente verso obiettivi ben precisi e portati avanti con chiarezza di idee.

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