
Ho conosciuto Dante
Come ho detto in altre occasioni, sono impegnato nel volontariato e precisamente nell’Avis (Associazione Volontari Italiani del Sangue). La donazione di sangue è solo la parte visibile, quella più appariscente, di Avis che, invece, si configura come un mondo molto più vasto e articolato. La finalità principale e caratterizzante dell’Avis, infatti, non è la raccolta di sangue e di emocomponenti, bensì la promozione della cultura del dono e della solidarietà. Questo comporta la promozione di sani e corretti stili di vita e di atteggiamenti altrettanto sani e corretti, improntati al rispetto ed all’empatia verso l’altro.
Il nostro orizzonte, però, si è ulteriormente allargato, coinvolgendo anche il rispetto dovuto alle generazioni future. È di questo anno scolastico, caratterizzato anch’esso dalla pandemia, la proposta della terza edizione del progetto rivolte alle scuole di ogni ordine e grado “Io cittadino solidale e … sostenibile”. In queste tre edizioni l’Avis è riuscita a coinvolgere circa 50.000 studenti, guidati dai loro docenti che hanno dato fiducia alla nostra proposta. Il progetto 2020-2021 ha preso spunto dai 17 obiettivi dell’Agenda ONU 2030 e dal testo dell’enciclica di Papa Francesco “Laudato sì” per stimolare la riflessione sull’educazione ambientale e sullo sviluppo sostenibile per salvaguardare la casa di tutti. Tali tematiche vanno a confluire nel grande alveo dell’educazione civica, diventata finalmente materia di studio con una propria dignità.
L’Avis si è proposta come risorsa efficace e strutturata per la scuola sin dal lontano 1996 con l’istituzione del gruppo scuola nazionale per iniziativa del professore Domenico Comi, già presidente regionale e consigliere nazionale della nostra associazione. Sin dalla sua costituzione, il gruppo è stato affidato alle cure delle esperte mani del professore Piero Cattaneo.
Il primo lavoro che il gruppo scuola nazionale ha prodotto è stato Orientare alla cittadinanza ed alla solidarietà, a cui ne sono seguiti diversi altri. Lo spessore e la valenza culturale delle proposte avisine per la scuola è dimostrata da tre fatti incontrovertibili:
- Tutte le proposte hanno avuto il patrocinio del ministro in carica con relativa lettera di presentazione. Voglio ricordare che è tuttora attivo un protocollo tra il Ministero della Pubblica Istruzione e l’Avis nazionale.
- Nelle proposte sono state anticipate le UdA, oggi strumento inalienabile nella pratica didattica. Nei lavori del gruppo scuola venivano indicate come situazioni formative ma erano, e sono, strutturate in modo tale che ogni scuola ed ogni docente può curvarle e contestualizzarle nel proprio ambiente di lavoro. Tutte le situazioni formative, circa 80, vertono sull’educazione civica e sulla cittadinanza attiva. È possibile richiedere i lavori presso le sedi comunali: ve ne sono quasi 3.500 diffuse su tutto lo Stivale.
- Tutti i lavori sono andati ad impattare e ad intercettare sui nuclei fondanti delle progettazioni annuali, precedendo spesso la normativa.
L’Avis è, quindi, anche un’associazione che definire culturale non è molto lontano dalla verità. In seguito a questo anelito di promozione della cultura da parte dell’associazione, la sede regionale della Calabria non è stata certo a guardare. Negli ultimi anni, infatti, ha pubblicato tre volumi dedicati alle scuole di ogni ordine e grado su argomenti si stretta attualità: Il curricolo verticale alla luce delle Indicazioni nazionali 2012, La rendicontazione didattica, Oltre la conoscenza: l’essere. Quest’ultimo lavoro è basato sull’educazione all’affettività nella pratica scolastica.
L’ultima pubblicazione, quella di cui voglio parlarvi e che ha dettato il titolo dell’articolo, non è di Avis Regionale Calabria, ma è stato stampato in proprio dall’autore. L’Avis Regionale Calabria ha partecipato soltanto con un modesto contributo.
Sto parlando del volume Dante Alighieri – Opera teatrale. È stato scritto dal professore Giuseppe Vitaliano, già docente di Lettere nei licei e poi dirigente, sempre nello stesso ordine di scuola. È, senza dubbio, da definire come studioso, infatti è collaboratore di diverse riviste ed ha pubblicato molti altri volumi per diverse case editrici.
Ma veniamo a Dante.
Tutti noi, studenti di ieri e di oggi, sia che abbiano seguito o stiano seguendo studi classici o scientifici, si sono imbattuti, nel loro percorso formativo, in Dante degli Alighieri, il sommo poeta. Per quella che è la mia esperienza, ho sempre pensato a Dante, così come molti altri autori, più che ad un uomo in carne ed ossa, ad un’entità senza corpo e senza tempo, un nome su libri importanti e su opere molto belle. Probabilmente non ho avuto docenti amanti della prosa e della letteratura, docenti ce non hanno saputo trasmettere a noi studenti la passione, primo ed imprescindibile strumento per amare Dante e tutti gli altri autori che hanno inciso profondamente sulla storia dell’Uomo. Io Dante l’ho immaginato secondo i canoni proposti dall’iconografia classica: sempre chino sul suo tavolo da lavoro con la piuma d’oca, intento solo a mettere su carta il suo mondo. Un essere etereo che inseguiva sogni altrettanto eterei e fuori dal tempo.
Sin dalle prime pagine del bel volume del professore Vitaliano si viene immersi nella quotidianità della vita di Dante. Quando, nel corso dell’opera, la parola passa ad altro personaggio viene d’istinto voltarsi per guardarlo in faccia e non perdere una parola di quello che dice.
È un lavoro che si legge tutto d’un fiato grazie ad una scrittura facile e scorrevole, ma mai banale, e ad una storia coinvolgente. Tale opera la si potrebbe definire un’opera storica per la precisione e la puntigliosità delle date, dei luoghi, dei fatti e dei personaggi, senza però quella sorta di paludamento leggermente snob di molti lavori storici o a sfondo storico.
È, questo del nostro, un lavoro fresco, che appassiona, che trasporta il lettore nelle guerre, negli intrighi e nelle piccole e grandi meschinità della Firenze dilaniata dalle lotte tra impero e papato, tra guelfi e ghibellini, tra bianchi e neri.
Non è così difficile fare accostamenti e confronti con la situazione politica attuale, conseguenza dell’annichilimento delle ideologie, in cui destra e sinistra sono solo etichette senza sostanza. La conseguenza, tragica per la vita del Paese, è il trasformismo ed il cambio di casacca elevato al livello di normalità. Una classe politica che tende a disconoscere i termini dignità e coerenza.
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