
IL SISTEMA DI VALUTAZIONE
In principio fu la legge 15 marzo 1997, n. 59, forse più conosciuta come legge Bassanini dal nome del primo firmatario, “Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa”, pubblicata sulla G.U. n. 63 del 17 marzo 1997. Tale norma, all’art. 21, comma 1 recita: «L’autonomia delle istituzioni scolastiche e degli istituti educativi si inserisce nel processo di realizzazione della autonomia e della riorganizzazione dell’intero sistema formativo. Ai fini della realizzazione della autonomia delle istituzioni scolastiche le funzioni dell’Amministrazione centrale e periferica della pubblica istruzione in materia di gestione del servizio di istruzione, fermi restando i livelli unitari e nazionali di fruizione del diritto allo studio nonché gli elementi comuni all’intero sistema scolastico pubblico in materia di gestione e programmazione definiti dallo Stato, sono progressivamente attribuite alle istituzioni scolastiche, attuando a tal fine anche l’estensione ai circoli didattici, alle scuole medie, alle scuole e agli istituti di istruzione secondaria, della personalità giuridica degli istituti tecnici e professionali e degli istituti d’arte ed ampliando l’autonomia per tutte le tipologie degli istituti di istruzione, anche in deroga alle norme vigenti in materia di contabilità dello Stato. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche agli istituti educativi, tenuto conto delle loro specificità ordinamentali».
A tale atto normativo fece seguito il DPR 8 marzo 1999, n. 279 “Regolamento recante norme in materia di Autonomia delle istituzioni scolastiche ai sensi dell’art.21, della legge 15 marzo 1997, n.59”. per concludere questa parte iniziale, si ricorda anche il DPR 31 marzo 1999, n. 112 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59”, che al CAPO III -Istruzione scolastica- si occupa si stabilire le competenze dello Stato e quelli degli organismi territoriali.
Come ultimo riferimento normativo, si propone la Legge 13 luglio 2015, n. 107 -La buona scuola- che all’art.1, comma 17 recita: «Le istituzioni scolastiche, anche al fine di permettere una valutazione comparativa da parte degli studenti e delle famiglie, assicurano la piena trasparenza e pubblicità dei piani triennali dell’offerta formativa, che sono pubblicati nel Portale unico di cui al comma 136. Sono altresì ivi pubblicate tempestivamente eventuali revisioni del piano triennale». Il portale unico a cui la norma fa riferimento, conosciuto anche sotto la denominazione di Scuola in chiaro è raggiungibile all’indirizzo https://cercalatuascuola.istruzione.it/cercalatuascuola/.
L’autonomia scolastica ha rappresentato, e rappresenta tuttora, un vero e proprio spartiacque, una separazione netta ed irreversibile tra un prima ed un dopo, nettamente distinti.
Il preside è diventato dirigente con compiti ben diversi e con responsabilità anch’esse ben diverse. A livello di istituzione scolastica e di singoli docenti, l’autonomia ha comportato un cambio di paradigma che ha comportato un vero e proprio ribaltamento di prospettiva. Da semplici esecutori di direttive ministeriali i soggetti coinvolti (doventi ed ATA) sono diventati soggetti chiamati a ideare e progettare, prima, ed a programma, dopo. I docenti sono stati costretti ad abbandonare la rassicurante quanto opprimente pervasività del famigerato programma per avventurarsi nell’infido terreno delle scelte autonome. Il pericolo maggiore, che in qualche caso è diventato realtà, era e rimane quello di cadere nelle acque limacciose dell’anomia e dell’anarchia irrazionale.
Non è facile cambiare ottica in un breve periodo, ma ciò diventa necessario se si vuole avere gratificazione da una professione fatta bersaglio di critiche spesso ingiuste e strumentali, soprattutto da parte di apparati dello Stato.
Il senso di disorientamento innescato dall’introduzione dell’autonomia è stato intensificato dalla trasformazione delle conoscenze da fine a mezzo, da finalità ultima a semplice strumento per il conseguimento delle competenze.
L’emanazione della legge Bassanini ha portato in primo piano un’attività, fino a quel momento, non adeguatamente richiesta e praticata: la valutazione. Tale attività è espressamente richiamata anche dal D.P.R. 28 marzo 2013, n. 80, che all’art. 6 individua quattro fasi della valutazione:
- Autovalutazione delle istituzioni scolastiche (RAV);
- Valutazione esterna (INVALSI)
- Azioni di miglioramento (PdM)
- Rendicontazione sociale delle istituzioni scolastiche.
Anche la legge 13 luglio 2015, n. 107 –La Buona scuola– si occupa di valutazione, in particolare essa prevede:
- Il potenziamento della valutazione delle scuole attraverso la creazione del portale unico dei dati della scuola;
- L’autovalutazione e la valutazione del merito dei docenti;
- La rendicontazione sociale;
- La valutazione dei dirigenti.
L’attività valutativa, però, non ha tralasciato di occuparsi anche del sistema nazionale di istruzione nel suo complesso. La valutazione del sistema, infatti, è stata assegnata all’INVALSI -Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione- che, oltre a somministrare direttamente le prove di italiano, inglese e matematica per la scuola secondaria di primo grado, ha garantito e garantisce la partecipazione dell’Italia alle indagini internazionali:
- OCSE-PISA (Programme for International Student Assessment) è un’indagine internazionale promossa dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) che con periodicità triennale misura le competenze degli studenti quindicenni dei Paesi aderenti.
- IEA-TIMSS (Trends in International Mathematics and Science Study) è un’indagine internazionale condotta ogni quattro anni per conoscere le competenze degli alunni in matematica e scienze.
- IEA-PIRLS (Progress in International Reading Literacy Study) è condotta ogni cinque anni per indagare le conoscenze nel campo della lettura.
- TALIS La Teaching and Learning International Survey è una ricerca internazionale dell’OCSE che esamina aspetti salienti dell’attività professionale degli insegnanti e dei dirigenti scolastici: gli orientamenti pedagogici, le pratiche didattiche e l’interazione all’interno della scuola con i colleghi. L’indagine, che si svolge ogni cinque anni e coinvolge quasi 50 Paesi ed economie, in Italia è curata, come le altre, dall’Area Indagini Internazionali di INVALSI.
L’IEA è un acronimo che indica la International association for the evaluation of educational achievement (Associazione Internazionale per la Valutazione del Risultato Educativo) è una cooperativa internazionale di istituti di ricerca nazionali, agenzie di ricerca governative, studiosi e analisti che lavorano per ricercare, comprendere e migliorare l’istruzione in tutto il mondo.
A livello di singola istituzione scolastica, poi, è prevista la costituzione del Nucleo Interno di Valutazione (NIV) composto dal Dirigente scolastico, dal docente referente per la valutazione e da uno o più docenti con adeguate competenze professionali in materia.
Nel percorso di autovalutazione dell’istituzione scolastica devono essere coinvolti, come responsabili, oltre al Dirigente, al referente per la valutazione ed ai componenti del NIV, tutti i docenti, il personale ATA, gli studenti e la famiglia.
La valutazione non deve essere vissuta da nessuno, ed a nessun livello, come un’attività con intento indagatore, né tanto meno come un’intromissione nell’attività didattica dell’istituzione o del singolo docente.
L’attività di valutazione dovrebbe essere vista e vissuta per quello che effettivamente è o dovrebbe essere: un’attività continua e costante, condotta con serietà e determinazione, volta al miglioramento del singolo, dell’istituzione e del sistema nel suo complesso. Solo entrando in questa ottica si potrà essere in grado di dare un senso, da un lato, ai nuovi documenti richiesti e, dall’altro, al fare quotidiano del personale scolastico.
L’insegnamento non è certo una scienza esatta, non è un’attività deterministica legata a fenomeni riconducibili ad una semplice e diretta relazionalità di causa-effetto. L’insegnamento è contingenza, flessibilità, creatività e intuizione la cui sintesi deve portare e deve concretizzarsi in un’efficace relazionalità. Richiede il coinvolgimento di tutti gli attori che vi prendono parte: studenti, famiglie e docenti davanti a tutti.
La maturazione personale e professionale del personale docente richiede un atteggiamento basato sull’umiltà, sulla capacità e sulla voglia di accettare i propri limiti, sull’ascolto attivo e sull’accoglienza di eventuali critiche, da qualunque parte esse provengano. Il tutto deve essere accompagnato anche da una autocritica continua ed impietosa sul proprio operato. Richiede, inoltre, una riflessione continua e critica, sia individuale sia di gruppo, sul proprio e sull’altrui lavoro per agire con decisione sulle criticità e per storicizzare i punti di forza in un archivio di buone pratiche che possa diventare patrimonio dell’istituzione. È anche in questo modo che si crea e si rafforza l’identità dell’istituzione.
Se si continua a guardare alla valutazione come ad un attacco alla persona o alla sua professionalità o semplicemente come ad un ulteriore aggravio burocratico, il nostro lavoro diverrà vieppiù faticoso e demotivante, cosa della quale ne risentirà pesantemente il rapporto con gli studenti innescando un circolo vizioso che non gioverebbe a nessuno.
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