La principessina Ombretta

La principessina Ombretta

5 Aprile 2021 0 Di giuseppe perpiglia

Vi presento un altro “consiglio di lettura”, anch’esso molto gradito, propostomi dalla collega Carmela Mantegna, conosciuta ai tempi, ormai lontani, dell’università. La collega ed amica Carmela è nata e vive a Cro­tone. Si è laureata in Lingue e Letterature Straniere a Pisa, ha studiato Scienze Teo­logiche nella sua città e ha frequentato a Roma la Scuola di Counseling Relaziona­le specializzandosi in Scrittura e Analisi Autobiografica. A Napoli ha conseguito il titolo di Orientatore familiare. Da alcuni anni in pensione, dopo aver insegnato Lingua e Letteratura francese nelle Scuole Superiori, ha sempre privi­legiato la Didattica Sperimentale ed è sempre stata attenta e rispettosa dei bisogni dei giovani. Molte le sue pubblicazioni precedenti, per le quali ha ottenuto importanti ricono­scimenti.

  • Il gioco dei Proverbi (Ed. Montag 2011);
  • Ragnatele di vita (con Neva Biagiotti Ed. Montag 2013);
  • L’albero di Salomone (Ed. Gilgamesh 2015);
  • All’uscio della mia anima (Casa Editri­ce Orizzonti Meridionali, 2015);
  • Una Scuola per Principesse (Mercati Editore, 2017);
  • In tutto ciò che avviene è Dio che vie­ne. Appunti personali delle Giornate di Spiritualità con Mons. Giuseppe Agosti­no Arcivescovo (D’Ettoris Editori, 2017);
  • Topo Poto, la cagnolina che annusa­va il vento (Gabriele Mercati Editore, 2018);
  • Album di famiglia (Macabor Editore, 2018);
  • Una mimosa di nome Mimì (con Ma­ria Angela Mantegna), Gabriele Mercati Editore, 2018;
  • Le due corde da bucato (Macabor, 2019);

Non è certo cosa facile parlare ai bambini di valori universali ed immutabili, valori in grado di connotare esistenze individuali e collettive, in modo semplice e coinvolgente senza scadere nella retorica e nella banalità.

Questo ultimo lavoro, cara Carmela, ha invece colto nel segno con sicurezza e determinazione dimostrando, se mai ce ne fosse stato bisogno, il tuo anelito verso un continuo perfezionamento stilistico e di contenuti. Un processo, sicuramente impegnativo, volto a sfrondare ogni giorno di più la tua produzione artistica di tutti quegli elementi non necessari per addivenire ad un distillato di concetti e di pensieri in grado di incidere sul lettore nella profondità del suo animo.

È difficile parlare ai bambini, per farlo bisogna innalzarsi al loro livello scrollandosi di dosso tutte quelle sovrastrutture e tutte quelle maschere che la società ci impone di portare e mostrare il proprio animo nella sua essenzialità.

E tu, cara Carmela, ancora una volta hai centrato appieno un simile, ambizioso ed elevato, obiettivo. Anche questa volta hai fatto nascere nel cuore del lettore, piccolo o grande che sia, la voglia di vivere mostrando una strada semplice ma pregna di significato e di valori.

La collega ed amica Carmela ha continuato a mantenere con i ragazzi, a dispetto del pensionamento, il suo particolare rapporto basato su un’affettività vera, sincera e profonda. Lo ha fatto dedicandosi, come detto, ad un’attività che la gratifica e per la quale, con la precisione che la contraddistingue, fino a scadere nella pignoleria, si è adeguatamente preparata. Il volumetto, la storia di una principessina che con la sua voglia di vivere scombussola i piani degli adulti, è una metafora del mondo dei grandi che, se si lasciassero guidare dai sentimenti e dalla spontaneità dei più giovani, ne trarrebbero molti benefici. La storia di Ombretta si basa sul dualismo felicità-tristezza. I bambini non dovrebbero mai conoscere la tristezza ma, non essendo questo possibile perché la vita, in un modo o in un altro, ce lo impone, è bene che siano messi nelle condizioni di apprezzare il valore e la fortuna di vivere una vita felice. È bene, anche, che acquisiscano la determinazione per perseguirla ogni giorno. Ma la felicità dei bambini, a cui anche i grandi dovrebbero guardare con interesse, sta nelle piccole cose: il gioco del nascondino! Gli adulti, al contrario, cercano la felicità in lidi lontani, in orizzonti altri che non possono appagarli. A volte, addirittura, vanno a cercarla in paradisi artificiali entrando in un vortice di perdizione fisica e morale dalla quale diventa molto difficile uscire.

La storia si svolge secondo la trama classica delle favole. Una situazione serena viene stravolta da comportamenti illogici degli adulti che non riescono a metabolizzare episodi che non capiscono, che vengono fraintesi. Alla fine, però, torna il sereno grazie proprio alla spontaneità di una bambina che nulla sa delle cose degli adulti.

Il linguaggio è semplice e scorrevole, come si conviene ad una fiaba, frutto del continuo lavorio dell’autrice sul suo stile, sempre più asciutto ed incisivo, ma sempre molto fruibile. Semplice e diretto proprio come i bambini.

Non sarebbe certo sbagliato che anche qualche adulto leggesse, con il filtro della propria esperienza e della propria sensibilità, queste poche pagine. L’animo profondamente semplice, indice di grande ricchezza d’animo e sensibilità, traspare anche dalle illustrazioni che lei stessa ha preparato per rendere ancora più piacevole la lettura di questa bella fiaba.

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