
Le intelligenze multiple
Quante volte negli incontri periodici con le famiglie (i classici colloqui) avremo ripetuto la fatidica frase: «Le capacità non gli mancano, di intelligente è intelligente, ma non si impegna a dovere». Sicuramente il soggetto attivo dell’apprendimento deve essere il ragazzo. E questa è una conquista che dobbiamo difendere, altrimenti si tornerebbe indietro di diversi decenni. Sta, però, al docente saper toccare le corde giuste per promuoverne e potenziarne la motivazione, così come sta al docente far nascere l’interesse. L’amore per il sapere e per la conoscenza può anche essere una pianta spontanea, magari sotto forma di curiosità per il mondo che ci circonda, ma è pur sempre una pianta delicata che ha bisogno continuo di cure e di attenzioni. E tutto questo è a carico del docente. È un suo proprio obbligo etico, morale e professionale al quale non si può esimere. Il lavoro del docente, a detta di qualche esperto, è uno dei più usuranti, tanto da perorare la causa di un abbassamento dell’età pensionabile. Infatti, oltre a stimolare in modo efficace e continuo l’alunno, deve svolgere tale delicata attività in modo differenziato per ogni singolo ragazzo.
Ogni alunno, come ben sappiamo, è il risultato unico della combinazione di numerose variabili, mescolate ed assemblate in proporzioni molto diverse. Alle cause endogene, poi, vano aggiunte le cause esogene, quelle cause esterne che, nel loro insieme, chiamiamo ambiente o contesto, suddivise, a loro volta, in sotto insiemi non sempre ben definiti e dai contorni non sempre netti: famiglia, gruppo dei pari, vari gruppi, comunità, società.
L’incipit di questo articolo fa riferimento all’intelligenza. Quello dell’intelligenza è sempre stato un concetto di difficile definizione e di ancor più difficile quantificazione. Ogni definizione lascia il fianco scoperto a critiche di natura diversa, privilegiando ora un aspetto ora un altro. Si provò a quantificarla, con una certa pretesa di pseudo-scientificità, ricorrendo ad un indice che, seppur relativo, voleva essere quanto più possibile oggettivo: il quoziente di intelligenza o quoziente intellettivo (Q.I.), dato dal rapporto tra età menale ed età biologica moltiplicato per 100. Anche in questo caso, però, possono essere avanzate diverse critiche, suffragate da numerose eccezioni. Il motivo risiede nel fatto che il Q.I. va ad indagare solo le risposte date a stimoli di natura logico-matematica. Tanto il livello relativo all’età biologica, quanto quello relativo all’età mentale vengono, infatti, stabiliti con test standardizzati che, a parte la carenza di oggettività reale, propongono stimoli di un solo tipo.
Oggi molti studiosi concordano nell’affermare che l’intelligenza non è una caratteristica unica e definita cioè, ed ancor meglio, unidimensionale, ma, al contrario, come affermato da Howard Gardner, essa si può esplicitare ed estrinsecare in modalità ed in campi diversi. Mi sto riferendo, come avrete già capito, alla teoria delle intelligenze multiple esposta dallo psicologo statunitense appena citato nel suo lavoro Frames of mind edito nel 1983.
Gardner è stato lo studioso che per primo ha ipotizzato e strutturato la teoria delle intelligenze multiple, a volte indicata anche con l’acronimo TIM che rimanda a ben altri ambiti, e che prevede ben nove intelligenze, presenti tutte in tutti gli individui anche se con percentuali diverse:
- Linguistica
- Logico-matematica
- Spaziale
- Corporeo-cinestetica
- Naturalistica
- Musicale
- Esistenziale
- Interpersonale
- Intrapersonale
Le proporzioni tra le varie intelligenze non sono fisse ed immutabili neanche nello stesso soggetto, ma al contrario possono cambiare nel tempo per l’azione di numerose variabili interne ed esterne. Gli stimoli inviati da tali variabili vanno a potenziare o a indebolire l’una o l’altra delle nove intelligenze alterandone, anche in modo significativo, il quadro generale. Proprio su questa caratteristica il docente deve agire per aiutare il ragazzo a raggiungere i livelli reputati maggiormente adeguati alla sua personalità ed al suo particolare e personale tipo di intelligenza preminene. Quel livello in grado di dare gratificazione al ragazzo nei campi a lui più congeniali.
Prima di proseguire penso sia opportuno ricordare in una rapida rassegna alquanto sintetica le nove intelligenze ipotizzate da Gardner per avere un’idea su come e dove sia consigliabile o necessario intervenire.
Intelligenza Linguistica “Pensare con le parole e riflettere su di esse” È la capacità di espressione scritta e orale ed è sicuramente presente in chi sa scegliere le parole giuste per comunicare al meglio il proprio messaggio, in chi sa trasmettere una sensazione, un sentimento o uno stato d’animo. È legata alla capacità di utilizzare un vocabolario chiaro ed esteso. Questa forma di intelligenza permette di tradurre in parole concetti più o meno semplici, nonché di comprendere e associare con estrema semplicità anche i termini più complessi. Chi possiede l’intelligenza linguistica ama scrivere e leggere e, solitamente, sa variare il suo registro linguistico in base alle necessità ed ha la tendenza a riflettere sul linguaggio. Ha, inoltre, una spiccata sensibilità per il significato delle parole, per l’ordine fra esse e per le funzioni proprie del linguaggio come convincere, stimolare, trasmettere informazioni e piacere. Tale intelligenza si manifesta con una notevole produzione linguistica, una buona capacità di ragionamento astratto e di pensiero simbolico, ma è, però, anche oggetto di una distinzione fondamentale tra oralità e scrittura. Alcuni alunni, infatti, probabilmente avranno una certa facilità ad apprendere tramite l’ascolto e presenteranno un elevato sviluppo delle abilità mnestiche, cioè legate alla memoria.
Intelligenza Logico-Matematica “Pensare con i numeri e riflettere sulle loro relazioni” È l’intelligenza della schematizzazione e del ragionamento logico deduttivo. È caratteristica di chi sa vedere nei numeri la risposta a un problema quotidiano, sa riconoscere il fattore comune in una serie numerica, o sa rappresentare quello che gli sta attorno con una funzione matematica. Le caratteristiche tipiche di questa forma di intelligenza fanno riferimento alla capacità di calcolare, misurare e compiere operazioni matematiche estremamente complesse. Chi ne è in possesso è attratto dall’aritmetica, dagli esperimenti e dai giochi di logica. È la forma di intelligenza che riguarda il ragionamento deduttivo, la schematizzazione e le catene logiche. Secondo Gardner ciò che caratterizza l’alunno con una intelligenza “matematica” è la capacità di condurre ragionamenti molto lunghi riuscendo a ricordare i diversi passaggi di cui si compongono. In realtà non si tratta di una memoria eccezionale, bensì di un’abilità particolare nel cogliere il senso complessivo delle connessioni che legano le varie proposizioni della dimostrazione. Tale tipo di intelligenza risulta evidente in quegli alunni che possiedono abilità nel comprendere le proprietà di base dei numeri, nel capire i princìpi di causa ed effetto e la corrispondenza di valore univoco, nel prevedere, ad esempio, quali oggetti galleggiano, affondano, ecc.., nel riconoscere schemi, lavorare con simboli astratti (ad esempio numeri, figure geometriche, ecc.) e nel cogliere le relazioni o trovare i nessi tra informazioni separate e distinte.
Intelligenza Spaziale “pensare con immagini visive e fare elaborazioni su di esse” Chi la possiede ha una spiccata capacità nel percepire forme ed oggetti nello spazio, ha memoria fotografica e riesce ad accorgersi di dettagli visivi, si sa orientare e ricostruisce oggetti tridimensionali tramite schemi mentali. Ha, inoltre, una sviluppata memoria per i dettagli ambientali e le caratteristiche esteriori delle figure. Questa forma dell’intelligenza si manifesta essenzialmente nella creazione di arti figurative. È propria di chi predilige le arti visive, di chi ha un buon senso dell’orientamento, di chi non ha difficoltà nella realizzazione di mappe, diagrammi, carte geografiche, modellini e giochi che richiedono la capacità di visualizzare oggetti da angoli e prospettive diverse. Pensare con l’intelligenza spaziale significa pensare per immagini e disegni, avere quella che spesso viene definita una memoria visiva: si ricorda un testo o una parola per la sua collocazione nella pagina del libro. Puzzle, giochi di costruzione e di composizione sono attività privilegiate da chi abbia un’intelligenza spaziale particolarmente sviluppata.
Intelligenza Corporeo-Cinestesica “Pensare con e sui movimenti e i gesti” È l’intelligenza che governa i movimenti e la coordinazione. Chi la possiede ha una padronanza del corpo che gli permette di coordinare bene i movimenti nei contesti più disparati. Ha forti doti di coordinamento e grande attitudine a maneggiare gli oggetti. Si sviluppa attraverso esperienze concrete che interessano tutto il corpo. Chi privilegia tale intelligenza deve fare esperienza, deve agire, e ricorda prevalentemente quello che viene fatto. Sviluppa, inoltre, un’elevata sensibilità tattile e anche una spiccata sensibilità istintiva, ha coordinazione e armonia motoria. In questi casi, un allievo che ha sviluppato maggiormente l’intelligenza corporea, impara facendo, ha bisogno di esperienze concrete, di muoversi e di passare le informazioni attraverso il corpo.
Intelligenza Naturalistica “Pensare alla natura e al mondo che ci circonda” È presente in chi ha un forte legame con la natura, ama coltivare le piante (il famoso pollice verde) ed allevare animali, ha una forte predisposizione a prendersi cura degli esseri viventi ed ama stare all’aria aperta. Consiste, anche, nel saper individuare determinati oggetti naturali, classificarli in un ordine preciso e cogliere le relazioni tra di essi.
Intelligenza Musicale “Pensare con e sulla musica” È la capacità di riconoscere o riprodurre le tonalità, il timbro e l’ampiezza del suono. Chi ne è dotato solitamente ha uno spiccato talento per l’uso di uno o più strumenti musicali, o per la modulazione canora della propria voce, presenta solitamente uno spiccato talento per l’uso di uno o più strumenti musicali, o per la modulazione canora della propria voce. Gardner ritiene che uno dei primi talenti che emerge in un individuo sia proprio il talento musicale. Chi cresce con una più sviluppata intelligenza di questo tipo, è abituato ad apprendere attraverso il canto e la musica e trasforma, spesso, ciò che sente in una cantilena o in un ritmo. Possiede, inoltre, capacità come quelle di riconoscere e usare schemi ritmici e tonici, di usare con destrezza la voce e strumenti musicali, e dimostra sensibilità verso i suoni dell’ambiente.
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