Didattica e Fotografia

Didattica e Fotografia

1 Febbraio 2021 0 Di giuseppe perpiglia

Quella attuale è, senza dubbio, una società caratterizzata di un uso massiccio, addirittura sproporzionato, dell’immagine. È una società che possiamo definire visuale. Le immagini vengono utilizzate molto dai ragazzi sia per affermare la loro esistenza, nei selfie, ma anche per comunicare storie e sentimenti –face book, Instagram, … Molto spesso, però, le immagini vengono utilizzate in modo distorto, e non solo dai ragazzi. Si pensi al fenomeno sempre più diffuso del revenge porn (la porno vendetta, italianizzando). Essa consiste nella diffusione illecita di immagini o di video sessualmente espliciti per colpire e screditare il partner, quasi sempre la donna. Le immagini, inoltre, rivestono un ruolo importante anche nei fenomeni di cyberbullismo.

Il gran successo delle immagini è dovuto, oltre che a fattori di tipo sociologico, anche all’estrema facilità della loro realizzazione e del loro ottenimento. Il tempo delle fotocamere che prevedevano una regolazione precisa dell’apertura del diaframma e la selezione altrettanto precisa del tempo di esposizione sono ormai superati, restando solto una chicca per fotografi professionisti e per amatori incalliti. Oggi, con smartphone ed iPad è praticamente impossibile sbagliare una foto, a parte l’inquadratura. È anche superata la necessità della stampa e della riproduzione in quanto il formato digitale permette, in modo semplice e veloce, potenzialità impensate fino a poco tempo fa. La foto digitale, infatti, può essere fruita su un qualsiasi schermo e può essere manipolata e modificata come lo si vuole grazie ad applicazioni sempre più sofisticate, la maggior parte delle quali è diffusa gratuitamente. Perché, allora, non sfruttare questo enorme potenziale a fini didattici?

Nel campo dell’utilizzo della fotografia nella normale prassi didattica la scuola ha dimostrato una timida apertura negli anni ’70 ed ’80 del secolo scorso, ma più che come fotografia nella didattica, come didattica della fotografia, che è altra cosa. Dopo quel periodo l’uso della fotografia a scuola è stata dimenticata completamente. In effetti era piuttosto impegnativo, sia dal punto di vista organizzativo sia da quello economico, gestire una camera oscura con annessi e connessi. Oggi smartphone, iPad e stampanti a colori dai prezzi molto abbordabili permettono di saltare tali problematiche a piè pari. L’occasione è molto favorevole per portare in classe, nella quotidiana prassi scolastica, la fotografia come strumento per creare ulteriore conoscenza.

Togliamoci subito dalla mente l’idea di lasciare al docente di arte e immagine il trattamento e l’utilizzo del mezzo fotografico perché saremmo fuori strada ed anche di parecchio. La fotografia, infatti, anche quella elettronica, può rappresentare una grande risorsa nello studio e nell’apprendimento di altre discipline.

La fotocamera digitale inserita in tutti gli smartphone è uno strumento molto vicino ai ragazzi e, dal punto di vista didattico, li eleva al rango di protagonisti attivi, il che dà loro ancora maggiore motivazione e gratificazione.

L’uso della fotocamera digitale va ben oltre il dato puramente estetico e tecnologico permettendo all’insegnamento di uscire dai confini della scuola e ponendo nuovi accenti su quello che è il modo di concepire un ambiente esterno.

Anche a costo di essere ripetitivo, non sto proponendo una didattica DELLA fotografia, ma una didattica CON la fotografia. La proposta è quella di utilizzare la fotografia, nella fattispecie quella elettronica, nella normale prassi scolastica sia per utilizzare un mezzo gradito e padroneggiato dai ragazzi, cosa che ne aumenta la motivazione, sia per renderli protagonisti, fattore che li rende maggiormente partecipativi, sia per sviluppare uno sguardo più attento sul mondo che li circonda. Scattare una foto rappresenta un’attività che richiede la scelta del soggetto, la scelta dell’inquadratura e la scelta dell’angolazione, per cui obbliga, in una certa qualche misura, ad una riflessione preventiva per avere consapevolezza delle proprie azioni. Se dopo aver scattato le foto, in classe si discute e si fa riflettere i ragazzi con un confronto tra di loro circa la scelta dei soggetti, delle inquadrature e delle angolazioni, vengono anche promosse le competenze sociali e relazionali, competenze che occupano un posto importante nella vita scolastica o meno di ogni individuo.

Pensiamo ai viaggi di istruzione ed alle visite guidate: quale migliore occasione per riprendere monumenti, paesaggi, artigiani al lavoro e quant’altro ispira la fantasia? La classica relazione richiesta, quasi sempre, dopo l’uscita didattica potrebbe essere sostituita da una storia per immagini da stilare con uno qualsiasi dei numerosi programmi in circolazione. Alcuni di questi sono di utilizzo facile ed intuitivo e sono scaricabili gratuitamente dalla rete, solo per fare un esempio vi propongo J-album che ho usato spesso anche per confezionare gli album di famiglia e che permette risultati ben più che soddisfacenti. Tra le varie immagini possono essere inserite delle didascalie per aumentare la significatività e la comprensione della storia e renderla molto più fruibile. È un lavoro che può essere fatto in piccoli gruppi anche sotto forma di lavoro a casa. Selezionare le immagini, creare una sequenza che abbia un senso ed indichi una storia, inserire le didascalie e magari una musica di sottofondo, attivano numerose competenze utili sia nelle varie discipline, sia al di fuori dell’ambito scolastico.

È molto probabile che gli scatti, in special modo all’inizio, non siano tecnicamente perfetti. Se i ragazzi dimostrano interesse per tale tipologia di attività, al fine di migliorare la loro tecnica di ripresa, si potrebbe richiedere l’aiuto e la collaborazione di un gruppo fotoamatori, sicuramente presente nella propria città. Nella provincia di Crotone è attivo da anni il Gruppo Fotoamatori Crotone, iscritto alla FIAF -Federazione Italiana Associazioni Fotografiche- formato da volontari molto bravi e preparati, impegnati anche nella diffusione della fotografia. Infatti, oltre ai loro concorsi interni, organizzano spesso corsi per principianti. Hanno un sito (https://www.gruppofotoamatoricrotone.it/)  molto curato e molto interessante in cui espongono le loro opere, esteticamente molto belle e tecnicamente perfette. In esso vengono riportate, anche, tutte le notizie sulla vita e sulle proposte del gruppo.

Ma ritorniamo alla fotografia nella didattica.

Parlando dell’attività di storytelling per immagini come prosecuzione della visita guidata o del viaggio di istruzione voglio proporvi, a mero titolo di esempio, alcune attività connesse all’utilizzo a scopi didattici della fotografia. La fase di ripresa coinvolge sicuramente il docente di arte ed immagine, ma anche quello di storia, in particolar modo se ci si riferisce ai monumenti. Se, invece, si vuole riprendere un paesaggio sarà il docente di geografia a far notare, ad esempio, i cambiamenti subiti dal paesaggio ad opera dell’uomo, oppure, insieme al docente di scienze, richiamare l’attenzione sulla flora spontanea e sull’orografia del terreno. Se la classe è gemellata, cosa abbastanza comune grazie a Twitter, con una qualche classe di un altro Paese, il filmato o le slide, cioè la storia per immagini, può essere tradotto nella lingua della classe gemellata per promuovere il proprio territorio dal punto di vista turistico. Una semplice e piacevole attività permette, quindi, una didattica multidisciplinare senta tanti arzigogoli. Le attività didattiche basate sull’uso della fotografia sono, come appena visto, abbastanza diverse. Si potrebbe, ad esempio, invitare i ragazzi a rappresentare con fotografie le emozioni. Cioè effettuare degli scatti che rappresentino o richiamano alla mente le e mozioni che provano: allegria, tristezza, nostalgia, attesa, paura, … sarebbe un gran bell’esercizio di educazione all’affettività! In alternativa o in aggiunta, si potrebbero mostrare delle immagini, ed in questo caso le LIM rappresentano un valido quanto utile strumento, e chiedere ai ragazzi quali sentimenti suscitino loro.

Le applicazioni della fotografia nella didattica, come detto e ripetuto, sono molteplici e sta solo al docente o, meglio, al Consiglio di classe sfruttarle ed utilizzarle nel modo più efficace. Bisogna avere il coraggio di uscire dalla dittatura del programma, per altro abolito da tempo, ed entrare nella cultura della sperimentazione, come previsto dall’autonomia, di nuove vie per allargare gli orizzonti culturali dei docenti, prima, e dei ragazzi, dopo.

Si potrebbe pensare, se l’attività dovesse risultare gradita alla classe, a specializzazioni nella ripresa: paesaggi, monumenti, centro storico (altro modo di fare storia), eventuale zona industriale, magari dismessa, orti, campagne, giardini. Molto interessante potrebbe essere, almeno per quanto riguarda scienze, arte e geometria, la fotografia naturalistica e la macrofotografia. Quest’ultima consiste nel riprendere il soggetto da distanza molto ravvicinata per cui sono richiesti strumenti ed accessori particolari, abbastanza economici e di facile reperibilità, almeno sulla rete. Tale tipo di fotografia permette di cogliere dettagli e caratteristiche che potrebbero facilmente sfuggire all’occhio o con una ripresa normale. L’inclusione della geometria, oltre arte e scienze, è dovuta al fatto che diventa molto facile, in tal modo, cogliere ed evidenziare le simmetrie presenti negli esseri viventi, in special modo nei fiori e nell’apparato fogliare delle piccole piante.

Abbiamo visto che la fotografia può essere uno strumento valido per vivacizzare l’attività didattica. Non bisogna, però, pensare ad essa solo come una mera attività ludica più o meno avulsa dal processo di insegnamento-apprendimento e dall’attività didattica “seria”. L’utilizzo della fotografia, infatti, permette di promuovere e potenziare i seguenti obiettivi:

  • Migliorare i risultati cognitivi degli studenti promuovendo e potenziando la loro capacità di osservazione e di espressione;
  • Favorire lo sviluppo delle capacità di comunicazione;
  • Aumentare la fiducia e l’autostima sfruttando diversi stili di apprendimento e valorizzando le forme di conoscenza non formale.

Non bisogna nascondersi dietro la mancanza di risorse o di strumenti quando invece, eventualmente, si tratta solo di mancanza di buona volontà. Per partire basta il cellulare che ormai e dotazione standard di ogni alunno per partire per un safari fotografico nel giardino della scuola. Buon lavoro!

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