
La metodologia IBSE
La quantità di contenuti e di nozioni, sia in campo letterario ed umanistico che scientifico, ha ormai raggiunto dimensioni impensabili ed inimmaginabili. I nuovi contenuti si affastellano e si ammassano ogni giorno di più ed a velocità sempre maggiore per cui diventa impossibile seguirle tutte e men che meno acquisirle tutte. Chiunque, ammesso che ci provi, si sentirebbe schiacciato e desisterebbe subito dopo da un’impresa che deve convenire essere impossibile. E non mi riferisco ai contenuti specialistici e settoriali dei vari campi dello scibile umano. Oggi, come logica e razionale conseguenza, vige una specializzazione sempre più spinta.
In una scuola, primaria o secondaria che sia, non si può inseguire un enciclopedismo che non avrebbe significato e nessuno sbocco pratico dal momento che le conoscenze diventano obsolete nel volgere di un tempo sempre più limitato. Dovremmo, invece, cercare di dare agli alunni gli strumenti essenziali, i rudimenti di base affinché ognuno di loro possa seguire i propri interessi, affinché ognuno possa essere in grado di porsi delle domande efficaci a riguarda della realtà che lo circonda e sappia trovare, nel mare magnum delle conoscenze disponibili, una risposta che lo soddisfi e gli permetta di porsi ulteriori domande.
In special modo nel campo scientifico, bisogna fornire al ragazzo un metodo efficace per investigare la realtà e, quindi, per interpretarla seguendo le linee guida dettate dai suoi interessi e dalle sue curiosità. Soltanto in tal modo saremmo in grado di avere studenti che possano appassionarsi allo studio, giovani in grado di guardare alla cultura come attività appagante e remunerativa in termini di gratificazione personale. Questo avrebbe una positiva ricaduta sulla motivazione e sul clima relazionale della classe. Allo stesso tempo, però, avremo anche l’opportunità di formare giovani in grado di inserirsi efficacemente nella società e nel mondo del lavoro.
La metodologia didattica che meglio si presta a raggiungere tale ambizioso obiettivo è nota con l’acronimo IBSE, che deriva dalle parole inglesi Inquiry Based Science Eucation. Tale metodologia è anche nota con un altro acronimo, IBL, cioè Inquiry Based Learning. In italiano le due locuzioni diventano, rispettivamente, educazione scientifica basata sull’investigazione (IBSE) ed apprendimento basato sull’indagine (IBL).
L’approccio metodologico dell’IBSE è stato promosso dalla Commissione europea con il Rapporto Rocard pubblicato nel 2007. Come risulta evidente dalla sua denominazione, si basa sull’investigazione, cioè sulla ricerca e sull’esplorazione, e stimola la formulazione di domande ed azioni finalizzate alla risoluzione di problemi ed alla comprensione di fenomeni.
L’applicazione di questa metodologia scompiglia l’organizzazione scolastica classica, infatti prevede una sequenza di fasi innovativa, e per certi versi destabilizzante, almeno nel periodo iniziale, rispetto ai modi consueti e consolidati di fare lezione.
L’innovazione della didattica delle scienze si è resa necessaria in quanto, come diversi studi hanno evidenziato, stiamo assistendo ad una grave diminuzione dell’interesse dei giovani verso le materie scientifiche, scienze e matematica su tutte. Alfine di invertire tale tendenza sono stati attivati numerosi progetti che, però, hanno fatto registrare miglioramenti molto modesti. Diventa sempre più pressante invertire tale tendenza con azioni più efficaci perché, altrimenti, venendo meno la capacità di innovazione a lungo termine, la qualità della ricerca scientifica e, di conseguenza, la nostra società rischiano il declino con pesanti ripercussioni socio-economiche. Ancora, in un orizzonte temporale più ristretto, la mancata acquisizione delle competenze scientifiche rende sempre più difficile la vita e l’inserimento nel mondo del lavoro in questa nostra società basata e dominata dalla tecnologia.
La motivazione principale di questo stato di cose è stata trovata nel modo con cui la scienza viene insegnata a scuola, per cui ne consegue che l’attenzione è stata rivolta alla metodologia di insegnamento delle scienze.
La comunità scientifica è concorde nell’affermare che le pratiche educative più efficaci sono quelle che prediligono un approccio investigativo perché lasciano intravedere notevoli potenzialità che andrebbero adeguatamente promosse, disseminate e integrate, anche al di fuori del territorio nazionale.
L’educazione scientifica basata sull’investigazione ed il conseguente passaggio dai metodi deduttivi a quelli basati sulla ricerca è stato dimostrato aumentare l’interesse verso le scienze, tanto nella scuola primaria quanto in quella secondaria. Risultati ancora migliori si ottengono integrando il metodo IBSE con i tradizionali metodi deduttivi.
Il ruolo cruciale degli insegnanti nel metodo IBSE consiglia caldamente agli insegnanti stessi di confluire in reti professionali al fine di un continuo e proficuo scambio di idee e di esperienze finalizzato ad un miglioramento continuo.
Ma vediamo l’IBSE in pratica.
Si tratta, ancora una volta, di un metodo che mette al centro il ragazzo che apprende e lo eleva al ruolo di protagonista del proprio sapere. Infatti, gli studenti sono chiamati a confrontarsi con l’oggetto di studio (fenomeno biologico, variabili climatiche, livelli d’inquinamento, strumenti di misura, …), vengono invitati a porsi delle domande ed a formulare ipotesi, che devono essere verificate attraverso esperimenti. Alla fine, a mo’ di conclusione, ne discutono i risultati. In tal modo si portano gli studenti a maturare un’esperienza diretta dei fenomeni che stanno studiando.
La motivazione di un tale approccio è duplice: da una parte è un fatto acquisito che l’esperienza diretta è la chiave per la comprensione dei concetti e dall’altra che gli studenti costruiscono continuamente la loro comprensione del mondo proprio a partire dall’esperienza. Oggi più che mai le parole da sole hanno una scarsa capacità nel modificare le idee preesistenti nella mente dei ragazzi. Quando, in seguito al confronto con i pari e con l’insegnante ed all’effettuazione di un esperimento, si crea la necessaria dissonanza cognitiva, ogni studente sentirà il bisogno di porre domande, formulare nuove ipotesi, metterle alla prova e trarre nuove conclusioni.
Non cominciamo con la solita solfa di nascondersi dietro le strutture e gli strumenti che mancano, non necessariamente, infatti, dovremmo aver bisogno di condurre esperimenti complessi e di attrezzature costose e sofisticate o disporre di speciali dispositivi sul campo. Nella maggior parte dei casi, invece, le esperienze possono essere molto semplici e prevedere semplicemente di andare all’aperto o utilizzare materiali poveri e facilmente disponibili.
Va ribadito, al fine di non creare equivoci, che l’IBSE non è un metodo pedagogico ben definito, ma piuttosto un approccio all’insegnamento e all’apprendimento delle Scienze che ha caratteristiche chiave che possono essere implementate in vari modi e che derivano dall’analisi delle modalità di apprendimento degli studenti, dalla natura della ricerca scientifica e da una attenta riflessione sui contenuti fondamentali da imparare.
“L’inquiry è un’attività multiforme che comporta fare osservazioni; porre domande; esaminare manuali e altre fonti di informazione per acquisire quello che è già noto; pianificare investigazioni; rivedere quello che già si conosce alla luce di evidenze sperimentali; usare strumenti per raccogliere, analizzare e interpretare dati; proporre risposte, spiegazioni e previsioni e comunicare risultati. L’inquiry richiede l’individuazione di ipotesi, l’uso del pensiero logico e critico e di considerare spiegazioni alternative” (NRC, 1996).
Sempre secondo il National Research Council (NRC) americano quando gli studenti lavorano con un approccio basato sull’investigazione dovrebbero:
- essere coinvolti attivamente da domande significative dal punto di vista scientifico;
- dare grande importanza alle evidenze attraverso cui sviluppare e valutare le spiegazioni che affrontano le domande scientifiche;
- sviluppare e formulare spiegazioni a partire dalle evidenze scientifiche (dirette e indirette);
- valutare tali spiegazioni alla luce delle spiegazioni alternative (confronto tra pari e confronto con le conoscenze scientifiche);
- comunicare e giustificare le spiegazioni da loro proposte.
L’IBSE è in grado di promuovere “la capacità di utilizzare conoscenze scientifiche, di identificare domande e di trarre conclusioni basate su prove, per capire e per aiutare a prendere decisioni circa il mondo della natura e i cambiamenti ad esso apportati dall’attività umana” (PISA- literacy scientifica).
Gli esperti consigliano di avvicinarsi all’inquiry attraverso un percorso progressivo che parta dalla trasformazione delle attività tradizionali. In seguito a tale considerazioni vengono identificati quattro possibili livelli di inquiry:
- Inquiry confermativo Gli studenti svolgono indagini su fatti e fenomeni noti, di cui sanno prevedere i risultati, rispondendo ad una domanda proposta dall’insegnante, corredata dal procedimento da seguire.
- Inquiry strutturato L’insegnate propone la domanda ed il procedimento da seguire
- Inquiry guidato L’insegnante propone la domanda, mentre gli studenti svolgono indagini, individuando il procedimento da seguire. Poiché questo tipo di inquiry è molto più complesso di quello strutturato, ha maggiore successo quando gli studenti hanno avuto numerose opportunità di praticare diversi modi di pianificare esperimenti e registrare dati. Neanche in questo caso, però, il ruolo dell’insegnante deve essere passivo, al contrario, gli studenti necessitano di una guida per controllare che le loro investigazioni abbiano senso.
- Inquiry aperto Gli studenti svolgono indagini scegliendo la domanda di ricerca e il procedimento da seguire. Questo livello richiede il più alto livello di ragionamento scientifico e la richiesta cognitiva più elevata. Solo se gli studenti hanno già ampia esperienza dei primi tre livelli di inquiry saranno in grado di condurre tale proposta.
Per cui, è appropriato far condurre investigazioni aperte solo quando gli studenti hanno già dimostrato in precedenza che sono in grado di progettare e condurre le proprie investigazioni con successo se vengono loro fornite le domande.
I livelli di inquiry dovrebbero essere visti come un continuum in cui idealmente gli studenti progrediscono gradualmente dai livelli più bassi a quelli più alti nel corso dell’anno. Ciò che si vuole ottenere è lo sviluppo delle abilità necessarie per condurre investigazioni aperte, ma non ci si può aspettare di cominciare da lì.
Gli studenti (e gli insegnanti) hanno, infatti, bisogno di far pratica per raggiungere livelli sempre più aperti e complessi. Attraverso una progressione graduale verso i livelli più alti di inquiry e con un sostegno adeguato da parte dell’insegnante, gli studenti avranno maggiore successo e diverranno sempre più motivati.
La scienza è un modo di pensare molto più che un insieme di conoscenze.
Carl Sagan (1986)
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