aaa Riflettori cercasi

aaa Riflettori cercasi

29 Giugno 2020 0 Di giuseppe perpiglia

Ogni società acquisisce qualche cosa di nuovo, ma nel contempo tende ad abbandonarne qualche altra, a torto o a ragione ritenuta non più indispensabile o semplicemente utile. La società attuale ha guadagnato, nello stesso arco di tempo, molto più altre società abbiano guadagnato in tempi molto più lunghi.

I cambiamenti in questa nostra società sono sempre più repentini, ma gli individui non hanno la stessa velocità nel farli propri e nello strutturarli nel proprio bagaglio culturale. Le persone adulte soffrono di questo disagio molto più dei giovani. Infatti, questi ultimi, avendo maggiore flessibilità intellettiva e maggiore plasticità cerebrale, cioè maggiore propensione all’adattamento anche culturale, riescono a seguire le innovazioni, soprattutto quelle tecnologiche ed informatiche, con estrema facilità.

La velocità delle innovazioni fa sì che i giovani siano alla rincorsa continua di quella stessa velocità, tanto da ricordare i futuristi con cui condividono una fede, spesso acritica, nel progresso e nella tecnica.

Ma tutto ha un prezzo, ogni moneta presenta sempre due facce. Lo scotto che i giovani pagano è quello di avere, seppure inconsapevolmente, quasi messo al bando i momenti dedicati alla riflessione ed all’introspezione il che provoca danni forse irreparabili alla loro formazione culturale ed umana. Qualsiasi azione intrapresa dai giovani è intrisa di velocità, di frenesia, essendo sempre alla rincorsa affannosa del tempo. Tendono a dilatare il tempo cercando di fare, nello stesso momento, più cose anche molto diverse tra loro. Qualche sociologo parla di giovani multitasking, mutuando il termine dall’informatica, volendo significare che tendono a fare più cose contemporaneamente.

Avete mai letto qualche SMS o una chat di un adolescente? È pieno di abbreviazioni, spesso per noi adulti incomprensibili. Ad esempio cmq sta per comunque, oppure la “x” indica la preposizione comune per e le abbreviazioni vengono utilizzate anche quando si trovano in parole più lunghe. A volte, però, le cose possono sfuggire di mano. Un semplice aneddoto per dare corpo a tale affermazione. Sul compito in classe di una studentessa di liceo sull’unità di Italia, oltre a Garibaldi, compariva spesso il nome di un certo Biperio. Dopo aver chiesto delucidazioni alla ragazza, il professore capì che si trattava di Nino Bixio!

Oggi siamo tutti concordi nell’affermare e nell’accettare che siamo di fronte alla scuola delle competenze, per cui non basta conoscere, bisogna appropriarsi delle conoscenze, metabolizzarle, interiorizzarle e sistematizzarle nel proprio background culturale per poterle utilizzare efficacemente ogni qualvolta ce ne sia bisogno, anche in contesti diversi. Ma questo richiede di lasciare spazio alla riflessione. I giovani di oggi, invece, sono vittime sottomesse alla cultura del tutto e subito, alla velocità a tutti i costi, non hanno tempo, e men che meno l’abitudine, per la riflessione. Stimolare la discussione collettiva, il confronto delle idee, la riflessione ed il ragionamento sulle grandi tematiche che caratterizzano la società attuale potrebbe rivelarsi una mossa vincente su diversi fronti, in primis la motivazione, con tutto ciò che essa comporterebbe. Ma anche, e non è certo cosa da poco, sul fronte dell’acquisizione delle competenze. Ne risentirebbero positivamente anche le competenze trasversali, in special modo quelle sociali e relazionali, perché impegnare i ragazzi in attività di riflessione serve sul fronte della promozione della socialità e della relazionalità.

I momenti collettivi di riflessione rivestono, inoltre, un’importante funzione sul fronte della competenza chiave “imparare ad imparare”. Infatti, dalla discussione vengono sempre fuori contenuti e considerazioni personali che diventano, in tal modo, patrimonio comune. Strumenti culturali che ognuno può vagliare e scegliere se accettare o meno.

È chiaro che non si può certo pensare ad un’ora di riflessione, ma bisogna offrire una finalizzazione in grado di interessare il ragazzo o l’adolescente. Si potrebbe pensare, ad esempio, all’approccio pedagogico del service learning, a cui abbiamo tante volte accennato in diversi articoli di questo sito. Il service learning prevede almeno due momenti dedicati esclusivamente alla riflessione ed al confronto: uno per la scelta del problema e del percorso risolutivo, l’altro alla fine del percorso per riflettere sui risultati e sul percorso stesso.

L’altra soluzione potrebbe rivelarsi molto più intrigante per i ragazzi. Si potrebbe pensare, infatti, alla pubblicazione di un blog di classe o di istituto. Nel caso del blog di istituto, ogni classe partecipante si dovrà occupare di stilare un articolo su una tematica qualsiasi a sua scelta. In tal modo sul blog saranno postare delle monografie su argomenti a largo spettro sia per far riflettere la classe o il gruppo di lavoro, ma che sarebbe anche in grado di stimolare riflessioni e considerazioni sui lettori del blog stesso. La motivazione connessa alla creazione ed alla gestione del blog porterebbe i ragazzi ad informarsi ricorrendo, in tal caso, alla rete, a testi personali o presenti nella biblioteca di istituto, ad enciclopedie, ad articoli di giornali, …

La creazione e la pubblicazione del blog andrebbe nella direzione di promuovere diverse competenze, non ultime quella alfabetica funzionale. Sta, poi, alla creatività ed alla professionalità del Consiglio di Classe trovare il modo e la strada migliore per cercare di offrire occasioni e tematiche atte a promuovere altre competenze. Tra le tematiche, si potrebbe pensare alla fame del mondo ed all’iniqua distribuzione delle risorse, allo scempio delle risorse naturali con i relativi cambiamenti climatici, al problema sempre più grave ed urgente legato all’aumento vertiginoso dei rifiuti, l’ampliarsi delle varie povertà, non ultima quella culturale. Altro filone potrebbe essere quello legato alle dinamiche sociologiche legate alla modificazione delle curve anagrafiche. Sarebbe opportuno, in questo caso, portare avanti delle ricerche sulla rete (ISTAT) o presso i relativi uffici dell’Ente Locale per rendersi conto della distribuzione delle vaie fasce di età della propria zona. Le tematiche e gli argomenti a disposizione sono praticamente infiniti e, in base alla competenza che si vuole promuovere, se ne possono essere ben più di uno.

Nel caso si scelga di attuare il consiglio relativo alla pubblicazione del blog, ma in qualsiasi altro caso, bisogna fare le cose con molta professionalità per dare un senso ai ragazzi. Nel caso del blog, dicevamo, si potrebbe pensare di indicare un segretario per prendere appunti sulla discussione in modo da storicizzare le riflessioni fatte. Per rendere ancora più efficace la documentazione si potrebbe sfruttare la tecnologia registrando la riunione con un qualsiasi telefonino e conservare le registrazioni in modo da potervi fare riferimento in qualsiasi momento. I ‘verbali’ delle riunioni rappresenterebbero, quindi, il punto di partenza per stilare l’articolo da postare sul blog. Si avrebbero così una serie di ‘monografie’ che andrebbero a far parte dei portfolio dei singoli alunni che, alla fine del corso, avrebbero la sensazione quasi tattile di tutto il lavoro svolto. Ogni ragazzo, inoltre, potrebbe scegliere la sua ‘tesina’ da personalizzare. Sarebbe un lavoro personale in cui, oltre le parole del gruppo ci sarebbe la sua anima, il suo spirito, le sue aspettative ed i suoi sogni. Con buona pace di Bill Gates e del suo copia-incolla.

Una simile scelta motiverebbe, e non poco, i ragazzi e gli adolescenti, perché avrebbero la gratificazione di veder pubblicati i loro lavori sulla rete. Allo stesso tempo, però, prenderebbero consapevolezza di un utilizzo diverso e più creativo dell’informatica e degli strumenti che essa mette a disposizione.

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