
La carta dei servizi della scuola
La carta dei servizi è un documento introdotto con il DPCM datato 7 giugno 1995 con il fine di documentare la qualità del servizio erogato da ciascuna amministrazione pubblica. Il DPCM appena menzionato è una conseguenza del processo avviato con la legge 7 agosto 1990, n. 241 “Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi”, pubblicato nella G.U. n. 192 del 18 agosto 1990.
Entrambi gli atti normativi appena richiamati hanno conferito rilevanza giuridica alle regole di trasparenza, pubblicità, partecipazione, efficacia ed efficienza. Certo, la strada da percorrere è ancora anta, però la direzione intrapresa è quella giusta. Sta solo ad ognuno di noi percorrerla in modo più o meno veloce ed in modo più o meno completo.
La scuola, essendo essa pure un’amministrazione dello Stato, è tenuta a pubblicare una propria Carta dei Servizi. Nelle istituzioni scolastiche la Carta dei Servizi svolge, anche, una importante funzione di indirizzo. Essa, inoltre, favorisce nell’utenza la conoscenza dell’istituzione scolastica e delle regole che la governano, il che, a sua volta, favorisce una chiara ed efficace comunicazione interna ed esterna. La Carta dei Servizi deve essere stilata non solo perché obbligo legislativo e impegno burocratico, ma deve essere stilata perché sia facilmente fruibile da:
- Genitori, per informarli sulle modalità di accesso ai servizi offerti dalla scuola;
- Studenti, in modo che possano essere messi nelle migliori condizioni per conoscere l’organizzazione interna della scuola;
- Docenti e personale ATA, che così possono contare su un valido supporto all’esercizio delle rispettive funzioni;
- Ente locale e associazioni territoriali, in modo da ipotizzare una progettazione comune sempre più complessa.
Nella carta dei servizi devono essere elencanti gli obblighi della scuola nei confronti dell’utenza ed il modo come essi vengono erogati. È un atto serio di responsabilità dell’amministrazione pubblica, in questo caso della scuola, nei confronti dell’utenza e non solo, cioè, come si suole dire oggi, di tutti gli stakeholder.
La carta dei diritti rappresenta anche uno strumento di democrazia perché, nel momento in cui si pensa che sia stati lesi i propri diritti, è possibile presentare un reclamo scritto alla dirigenza e di tale reclamo si lascerà traccia nel protocollo della scuola. Ma la comunicazione con la dirigenza scolastica non è limitata esclusivamente ad un fatto negativo, la lesione dei propri diritti, ma anche per portare qualche critica costruttiva, quale potrebbe essere un suggerimento o una proposta volte al miglioramento del servizio fornito. In tutti i casi è dovere etico e legale del dirigente scolastico valutare accuratamente e con attenzione tanto i reclami, quanto i suggerimenti e le proposte e dar loro il seguito reputato più opportuno. In questo modo la scuola si fa carico dei bisogni dell’utenza e dà seguito agli input di vario genere che da essa le pervengono, immettendosi in un circolo virtuoso di miglioramento.
I contenuti della carta dei servizi devono essere ispirati ai principi fondamentali contenuti nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27 gennaio 1994.
Uguaglianza Va intesa come impegno a garantire pari trattamento nell’offerta dei servizi agli utenti, ma anche come impegno a rimuovere eventuali inefficienze e ad attuare le iniziative necessarie per facilitare l’accesso ai servizi di tutti gli utenti (Costituzione art. 3). Non può esser perpetrata discriminazione alcuna. L’uguaglianza, invece, non può essere intesa come mera uniformità delle prestazioni. Le scuole, infatti, “sono tenute ad adottare iniziative necessarie per adeguare le modalità di prestazione del servizio alle esigenze degli utenti portatori di handicap”. Nella scuola, poi, in particolare bisogna anche tenere conto delle diversità individuali per quanto riguarda, ad esempio, il ritmo di apprendimento.
Imparzialità la Scuola deve impegnarsi a seguire comportamenti ispirati a criteri di obiettività e di giustizia.
regolarità Il servizio scolastico deve essere svolto con regolarità e continuità del, in modo da ridurre al minimo i disagi per gli utenti, anche in caso di interruzioni o disservizi che si verifichino per cause di forza maggiore.
Diritto di scelta Anche, o forse soprattutto, nelle scuole deve valere il diritto alla libera scelta tra le varie opzioni messe a disposizione dal servizio. In particolare le istituzioni scolastiche devono pubblicizzare adeguatamente le rispettive offerte formative contenute nel PTOF.
Partecipazione La presenza delle famiglie nei processi decisionali delle scuole è stata acquisita nella norma dal 10974 con l’introduzione dei decreti delegati. Si tratta, quindi, non di permettere l0ingresso della famiglia nelle politiche dell’istituzione, ma rendere tale partecipazione quanto più possibile semplice e proattiva, anche grazie alla semplificazione delle procedure e ad un’informazione completa e trasparente. Istituzioni, personale, genitori, alunni sono protagonisti e responsabili dell’attuazione della Carta: i loro comportamenti devono favorire la più ampia realizzazione degli standard generali del servizio.
Efficacia ed efficienza I budget della scuola sono risaputamene asfittici ed anemici. l’attività scolastica. Non è, però, il caso di piangersi addosso e di farsene scudo per giustificare un eventuale scarso impegno e risultati insoddisfacenti. Al contrario, il misero budget a disposizione deve essere inteso come una sfida da accettare e vincere, per dare risposte concrete a considera la scuola come un pozzo di San patrizio, in grado solo di consumare risorse. Efficacia ed efficienza prevedono oculatezza e risparmi, ma anche creatività e flessibilità. Prevedono, inoltre, una capacità di lettura critica del territorio sia per fornire un servizio sempre più in linea con le effettive necessità e con i reali bisogni del territorio stesso, sia per cogliere appieno le opportunità e le risorse che il territorio stesso è in grado di offrire.
Libertà di insegnamento Questo punto ed il successivo non sono menzionati nella direttiva del gennaio 1994 ma, nel caso della scuola, rivestono carattere dirimente. La libertà di insegnamento è garantita dalla Costituzione all’art. 33 con la finalità di offrire all’allievo una pluralità di visioni in grado di ampliarne l’orizzonte culturale. Ribadire tale libertà anche in questa sede aiuta a non dimenticarcene. La libertà di insegnamento garantisce la formazione dell’uomo in modo più critico e completo, facilitandone le capacità evolutive e contribuendo allo sviluppo armonico della personalità.
Aggiornamento professionale Esso dovrebbe essere sentito primariamente come un dovere etico e morale, ogni docente dovrebbe avere una molla interna che lo spinga ad aggiornarsi con continuità. La costatazione che se ne sia dovuto occupare anche la legge 107/2015 (La buona scuola), he prevede una formazione in servizio “obbligatoria, permanente e strategica” dovrebbe far riflettere la classe docente su questa sua grave lacuna. L’amministrazione, dal canto so, è tenuta ad assicurare interventi organici e regolari, curvando le iniziative di formazione sulle reali esigenze della singola istituzione scolastica e sulle istanze manifestate dal corpo docente.
La carta dei servizi, come il PTOF e come la rendicontazione sociale, è da intendersi come occasione di riflessione sulla propria funzione, sul proprio ruolo, sul modo in cui ogni docente ed ogni istituzione esplica il suo mandato. Questi momenti di riflessione sono da tenere in massima considerazione perché rappresentano il motore più efficace nell’innescare meccanismi di miglioramento individuale e dell’istituzione.
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