I nodi concettuali

I nodi concettuali

2 Aprile 2020 0 Di giuseppe perpiglia

La scuola ha abbandonato da tempo, almeno formalmente, il totem del programma per cui i docenti devono avventurarsi nell’infido e melmoso terreno dell’autonomia, che però può riservare grandi soddisfazioni lavorative e grandi gratificazioni personali. Non ci si deve più affidare alla bussola del programma, padre-padrone di numerose generazioni di docenti e di alunni.

Ora la meta, prescrittiva, verso cui tendere e verso cui indirizzare tutte le attività è il Profilo delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione.

I contenuti, intoccabili fino a qualche tempo fa, sono stati spodestati dal loro trono per rivestire il più modesto, ma pur sempre importante, ruolo di oggetti didattici strumentali all’acquisizione delle competenze.

Lo Stato, tramite le Indicazioni Nazionali, si è riservato il diritto di fissare il punto di arrivo della scuola del primo ciclo, così come specificato nel Profilo delle competenze, lasciando all’autonoma gestione delle scuole e dei docenti il percorso da seguire per raggiungerlo.

Per comodità, il percorso, non più ingessato nel programma, è stato parcellizzato in blocchi più funzionali a cui è stato dato il nome di Unità di Apprendimento (UdA). Già dal titolo è facile capire che il focus attentivo è solo e soltanto sui ragazzi. Tutti gli sforzi devono essere orientati a far sì che gli studenti siano in grado di apprendere, per cui bisogna creare tutte le condizioni favorevoli a tale accadimento. L’insegnante non può più limitarsi a spiegare, a dare compiti e ad interrogare, ma deve accertarsi di farsi capire e di essere capito. Deve attivarsi per creare le condizioni favorevoli per incrementare l’interesse e la motivazione di ogni singolo alunno ed aiutarlo a raggiungere gli obiettivi prefissati.

Le UdA vanno intese come scatole nere, cioè percorsi didattici compiuti in sé stessi, che però devono essere aperti tanto da poterli collegare ad altre UdA fino a costituire l’intero percorso formativo che porti al Profilo delle competenze richiesto al termine del primo ciclo. In questo lavorio di smontaggio e rimontaggio non bisogna dimenticare di tener conto anche delle otto competenze chiave europee (22 maggio 2018) per l’apprendimento permanente. Il tutto va integrato con gli obiettivi del processo formativo e con gli obiettivi di apprendimento.

In questo scenario caratterizzato da innumerevoli variabili, diventa molto utile avere un nucleo piuttosto stabile cui fare riferimento per non disperdersi in mille rivoli ben poco efficaci. La funzione di nucleo di riferimento può essere egregiamente svolta dai nodi concettuali.

Per nodo concettuale si intende una trama di concetti correlati, significativi e qualificanti per la disciplina che l’insegnante individua a partire dalle Indicazioni nazionali.

Una volta individuato il nodo bisogna:

  • Evincere aspetti concettuali e logici relativi al nodo disciplinare, riconoscendo tra essi anche i possibili ostacoli cognitivi per gli studenti;
  • Rilevare i processi di pensiero che sono alla base dell’agire rispetto al nodo;
  • Individuare concrete situazioni di lavoro per gli studenti attraverso la disciplina;
  • Chiarire in quale modo la propria disciplina concorre, attraverso le competenze da essa previste, allo sviluppo delle competenze chiave europee.

Ricorrere ai nodi concettuali vuol dire anche insegnare agli studenti a smontare il processo considerato, affrontandolo così come si affronta un problema. Per fare ciò bisogna mettere in atto modalità cooperative e riflessive indirizzate a prendere decisioni razionali ed efficaci. Dal punto di vista della didattica bisogna isolare ogni singolo momento del processo e potenziarlo e, quindi, ricondurlo nel percorso generale. È un continuo processo di analisi, potenziamento e sintesi. Il tutto richiede una costante pianificazione basata sull’organizzazione del percorso mediante schemi e scalette. Così condotta, la pianificazione avrà una marcata caratterizzazione metacognitiva. In tal modo si rimane all’interno di quanto richiesto dalle Indicazioni nazionali che consiste nell’integrazione tra competenze disciplinari e competenze europee.

Ma quali sono i vantaggi dell’operare con i nodi concettuali? Come già detto, il vantaggio principale dei nodi concettuali è quello di fungere da polo organizzativo attorno a cui far coagulare l’intreccio costituito da competenze ed obiettivi. Nello stesso tempo il nodo concettuale rivela la sua importanza come economico strumento di pensiero. Il focalizzare l’attenzione sul nodo concettuale permette al docente di evincere una pluralità di aspetti in grado di dare sostanza e coerenza agli interventi formativi e di costruire un ambiente di apprendimento con una strutturazione logica.

Per dare senso e corpo alle parole è opportuno passare ad un esempio pratico.

Il primo passo è la scelta del nodo concettuale, ricordandosi di scegliere un argomento di largo respiro. Supponiamo che la nostra scelta cada sull’espressione orale. Iniziamo con il disegnare una tabella in cui riportare i traguardi per lo sviluppo delle competenze e gli obiettivi presi dalle Indicazioni nazionali, tenendo conto delle scansioni temporali previste. Nella penultima riga, possiamo aggiungere eventuali altri obiettivi, mentre nell’ultima riga troveranno posto le competenze europee coinvolte. La nostra tabella potrebbe avere questa forma:

Dalle INDICAZIONI NAZIONALI 2012
Infanzia Prim. fine cl.3 Prim. Fine cl.5 Second. Fine cl.3
Traguardi Sa esprimere e comunicare agli altri emozioni, sentimenti, argomentazioni attraverso il linguaggio verbale che utilizza in differenti situazioni comunicative. L’allievo individua nei testi scritti informazioni utili per l’apprendimento di un argomento dato e le mette in relazione; le sintetizza, in funzione anche dell’esposizione orale Espone oralmente all’insegnante e ai compagni argomenti di studio e di ricerca, anche avvalendosi di supporti specifici (schemi, mappe, presentazioni al computer ecc)
Obiettivi Il bambino potrà sperimentare …una varietà di situazioni comunicative ricche di senso, in cui ogni bambino diventa capace di usare la lingua nei suoi diversi aspetti, acquista fiducia nelle proprie capacità espressive, comunica, descrive, racconta, immagina. Ascoltare testi narrativi ed espositivi mostrando di saperne cogliere il senso globale e riesporli in modo comprensibile a chi ascolta. Ricostruire verbalmente le fasi di un’esperienza vissuta a scuola o in altri contesti. Organizzare un semplice discorso orale su un tema affrontato in classe con un breve intervento preparato in precedenza o un’esposizione su un argomento di studio utilizzando una scaletta. Riferire oralmente su un argomento di studio esplicitando lo scopo e presentandolo in modo chiaro: esporre le informazioni secondo un ordine prestabilito e coerente, usare un registro adeguato all’argomento e alla situazione, controllare il lessico specifico, precisare le fonti e servirsi eventualmente di materiali di supporto (cartine, tabelle, grafici).
Altri obiettivi
Competenze europee ·         competenza alfabetica funzionale

·         competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare

·         competenza in materia di cittadinanza

Lo schema è stato ripreso dal sito

http://www.univirtual.it/red/formazione/curricolo-verticale/N.Cazzador-CurricoloParlatoPianificato.pdf

 

La riflessione necessaria per sostanziare la metodologia basata sui nodi concettuali porta ad operare, per ogni disciplina o ambito disciplinare, scelte procedurali e contenutistiche, sia nella continuità verticale, sia nella specificità legata ai diversi livelli di scolarità.

La riflessione necessaria nell’operare per nodi concettuali presenta anche il positivo fattore di rendere esplicite le attività cognitive, di indagine e di pensiero. In tale attività di emersione vengono coinvolti anche gli intrecci con le attività metacognitive, con le pratiche operative e con i modi di porsi degli alunni.

Altra attività che viene promossa e stimolata è la ricerca di possibili facilitazioni per lo studente, intese principalmente come differenziazione dell’aiuto che il docente deve fornire ad ogni singolo alunno, come scelta di strumenti e come modalità di lavoro.

Infine, cosa non da poco, tale attività di ricerca e di emersione aiuta il docente nella creazione di situazioni di realtà e di compiti autentici, rilevanti ed utili per lo studente anche al di fuori dell’ambiente scolastico.

In conclusione, il docente deve essere pronto ed aperto ad accettare la sfida posta dal cambiamento di paradigma rappresentato dall’autonomia prima e dalla successiva e conseguente introduzione delle Indicazioni Nazionali, poi. Il docente deve essere consapevole di dover recitare, tra gli altri, il ruolo di ricercatore per trovare nuove vie e nuove strade per percorrere, insieme ad ogni singolo alunno, un sentiero di crescita molto più impegnativo ma molto più gratificante in cui i contenuti, pur perdendo il ruolo egemonico, mantengono tutta la loro forza come mattoni inamovibili per la crescita di ogni singolo individuo.

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