Il curricolo verticale

Il curricolo verticale

8 Dicembre 2019 0 Di giuseppe perpiglia

Le Indicazioni Fioroni del 2012 recitano testualmente «La scuola predispone un curricolo, all’interno del Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF), nel rispetto delle finalità, dei traguardi di competenze e degli obiettivi di competenza posti dalle Indicazioni».

A volte si legge o si sente la locuzione curricolo nazionale. Ebbene, si tratta di una locuzione fuorviante in quanto il curricolo, così come inteso dal Ministero, è lasciato, in base alla normativa autonomic scolastica (Legge 15 marzo 1997, n. 59  –  Regolamento: D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275), alla libera interpretazione delle singole scuole seppure, come prima riportato, con una serie di paletti. È corretto, quindi, parlare di curricolo di istituto.

In origine con il termine curricolo si intendeva e si pensava ad una sorta di piano di studio. In seguito a quanto chiaramente scritto nelle Indicazioni, invece, al concetto di curricolo è legato il concetto di un percorso univoco in grado di portare lo studente a seguire un ben preciso ed organico itinerario formativo, basato su un nucleo fondante, cioè un tema molto ampio che permetta il coinvolgimento di numerosi argomenti e che, quindi, possa coinvolgere tutte le discipline. Il nucleo fondante scelto deve essere tale da permetterne la trattazione, con la metodologia a spirale, in più anni successivi. Questo tipo di attività porta il ragazzo ad acquisire il senso dell’unicità e dell’unitarietà del sapere e dà, ai suoi occhi, un senso diverso alle varie proposte educative e didattiche.

Per il docente si tratta, invece, di un cambio di visuale di non poco conto. Infatti, prima si sentiva al sicuro dietro l’ampio scudo di Sua Intangibilità il Programma. Con l’autonomia, la scuola ed ogni singolo docente devono riflettere su cosa vogliono effettivamente offrire agli studenti ed alle famiglie e su quali siano gli obiettivi educativi e didattici verso cui tendere.

La scelta dei nuclei fondanti si configura come un momento di crescita che deve chiamare in causa ogni docente. Il confronto, necessario ed ineludibile in un’ottica di etica professionale, è un’occasione di crescita da non perdere, né tanto meno da affrontare con superficialità.

La legittimazione della figura e del ruolo del docente subisce attentati, ogni giorno più pressanti, da parte di soggetti sociali diversi, ma anche dai suoi stessi interlocutori più diretti. L’unico strumento che mantiene tutta la sua efficacia e la sua valenza consiste nel prendere sul serio il proprio ruolo, viverlo fino in fondo, lasciandosi coinvolgersi anche emotivamente dalla consapevolezza di essere ‘formatore’, dall’essere pienamente convinto che la professione esercitata è in grado di incidere profondamente in positivo, ma anche in negativo, sullo sviluppo e sul futuro dei ragazzi che ci vengono affidati.

Ma il curricolo è importante anche per i ragazzi che, come detto, danno nuovo e più completo senso alle loro acquisizioni culturali in quanto si rendono conto che esse possono essere spese e richiamate da discipline diverse ed in contesi diversi. La costatazione di utilizzare le stesse conoscenze in contesti diversi porta anche ad acquisire il concetto di competenza.  Ma serve anche a creare ed a potenziare la tendenza a ricorrere a tutte le proprie risorse per risolvere un problema contingente in quanto si acquisisce la consapevolezza che il sapere è unico, che non è settorializzato in discipline che non dialogano tra loro, per cui quello che si apprende, ad esempio, in italiano può tornare utile in scienze o in educazione artistica e viceversa.

La stesura di un curricolo verticale non è cosa facile o attività da fare nei periodi morti per riempire il tempo. È un’attività che deve coinvolgere tutti i docenti nel delineare le linee guida. Ancora, il curricolo è un documento che deve integrarsi, come d’altronde indicato nel testo normativo, con gli altri documenti, in primis il PTOF. Ma il PTOF, a sua volta, non è certo slegato dal Rapporto di Autovalutazione (RAV) e questo costituisce la base di partenza per la stesura del Piano di Miglioramento (PdM). Infine, tutti i documenti citati, integrati da una serie di dati economici, finanziari e non solo, vengono richiamati nella stesura del documento di rendicontazione sociale.

Spesso, anche perché fuorviati da una comunicazione non sempre efficace, siamo portati a credere che ogni documento richiesto dal Ministero sia solo una vessazione burocratica senza scopo, fine a sé stessa. In realtà dietro c’è un impianto di pensiero organico, magari criticabile, ma che parte da una visione olistica del processo di insegnamento-apprendimento. Se ci si sforza un po’ per comprenderlo e sfruttarlo, il nostro lavoro diventerà più leggero perché finalizzato e portatore di senso. Mi viene in mente la riforma morattiana quando parlava di ologramma, del tutto che richiamava le singole parti e di ogni singola parte che deve raccordarsi e richiamare il tutto.

Efficace costatazione da fare è quella che per stilare un curricolo di istituto che abbia la necessaria efficace bisogna conoscere a fondo il proprio territorio, i suoi bisogni, i suoi aneliti, il che ci porta immediatamente ad una, seppure parziale, sovrapposizione con il PTOF.

Prima di iniziare la stesura del curricolo è molto proficuo rileggere e riflettere sugli effetti fatti registrare dai curricoli degli anni precedenti per metterne in luce punti di forza e criticità. E questa ulteriore attività va a richiamare la corrispondente attività relativa al RAV ed al conseguente PdM.

Altro momento di riflessione serio, pacato e condiviso deve essere dedicato alla corrispondenza tra obiettivi programmati, obiettivi raggiunti e obiettivi previsti nelle Indicazioni Nazionali 2012, senza dimenticare le 8 competenze chiave, nella versione pubblicata il 23 maggio 2018.

Potrebbe essere particolarmente interessante storicizzare i percorsi e le esperienze realizzati per approntare un inventario o un archivio di buone pratiche e di progetti promossi in particolari situazioni. Una tale attività si rivelerebbe strumentale alla stesura del nuovo curricolo perché permette di evitare le criticità, o quelle in tal senso rivelatesi, che hanno caratterizzato i documenti precedenti, ma anche potenziare quanto di bono è stato fatto negli anni precedenti.

In altra parte di questo sito potrete trovare e scaricare, gratuitamente, il volume Il curricolo verticale alla luce delle Indicazioni Nazionali 2012 ed una serie di slide che ho utilizzato in alcuni incontri formativi tenuti in due istituzioni scolastiche. Chi fosse interessato, può richiedere il volume stampato alla sede Avis del proprio comune o, in alternativa, direttamente alla sede regionale. Esso sarà disponibile fino ad esaurimento delle scorte. Si tratta di lavori senza eccessive pretese, ma che possono assolvere adeguatamente a farsi un’idea abbastanza realistica e completa del questa grande tematica rappresentata dal curricolo.

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