
Educazione di qualità
Sui media tutti i giorni viene presentata la questione ambientale che si sostanzia, con buona approssimazione, nei cambiamenti climatici e nello sviluppo sostenibile.
Tutti sono d’accordo sulla tragica presenza e pervasività di tale contingenza e le voci di dissenso o di negazione sono veramente poche e sicuramente dettate da interessi di pare o da un’ignoranza che nega la realtà.
Il problema non riguarda una parte, più o meno piccola del nostro pianeta, ma tutta la casa comune, nella sua integrità e nella sua globalità. E proprio per questo che se n’è occupata anche un’agenzia di respiro mondiale. L’ONU, infatti, il 25 settembre 2015 ha pubblicato la Risoluzione adottata dall’Assemblea Generale dal significativo titolo “Trasformare il mondo: l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”.
L’agenda 2030 propone 17 obiettivi declinati in 169 traguardi e nel preambolo recita testualmente: «Essi (gli obiettivi nda) mirano a realizzare pienamente i diritti umani di tutti e a raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di tutte le donne e le ragazze. Essi sono interconnessi ed indivisibili e bilanciano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: la dimensione economica, sociale ed ambientale».
L’ONU, con l’agenda 2030, si prefigge interventi risolutivi nelle seguenti aree considerate cruciali per l’umanità e per il sistema terra:
- Persone
- Pianeta
- Prosperità
- Pace
- Collaborazione
In questo articolo vorrei focalizzare la mia e la vostra attenzione sull’obiettivo 4 – Offrire un’educazione di qualità, inclusiva e paritaria e promuovere le opportunità di apprendimento durante la vita per tutti e su quale dovrebbe essere l’atteggiamento della scuola e dei docenti.
L’Agenda 2030 con i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) e i 169 traguardi, esprime un chiaro giudizio sull’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo sul piano ambientale, ma anche su quello economico e sociale. In questo modo viene definitivamente superata l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale e si afferma una visione integrata delle diverse dimensioni dello sviluppo.
Questo punto di vista è anche chiaramente ripreso e trattato nell’enciclica di Papa Francesco Laudato sì. In effetti è solo con un approccio olistico che si può tentare di risolvere un problema. Tutti i paesi sono chiamati a contribuire allo sforzo di portare il mondo su un sentiero sostenibile, senza più distinzione tra Paesi sviluppati, emergenti e in via di sviluppo: ciò significa che ogni paese deve impegnarsi a definire una propria strategia di sviluppo sostenibile che consenta di raggiungere i 17 obiettivi dell’agenda ONU, rendicontando sui risultati conseguiti.
Ma perché inserire anche un punto inerente l’educazione di qualità? Perché «l’istruzione può davvero garantire ai giovani un futuro migliore. Un passo in avanti è fare in modo che tutti, uomini e donne, possano leggere e scrivere, eliminando ogni forma di discriminazione di genere e promuovendo un accesso paritario a tutti i livelli di educazione accompagnato da un’elevata qualità degli insegnanti».
Questo è quanto si legge sull’agenda 2030 a proposito dell’obiettivo 4. Esso si dipana in 10 traguardi:
4.1 Garantire entro il 2030 ad ogni ragazza e ragazzo libertà, equità e qualità nel completamento dell’educazione primaria e secondaria che porti a risultati di apprendimento adeguati e concreti.
4.2 Garantire entro il 2030 che ogni ragazza e ragazzo abbiano uno sviluppo infantile di qualità, ed un accesso a cure ed istruzione pre-scolastiche così da essere pronti alla scuola primaria.
4.3 Garantire entro il 2030 ad ogni donna e uomo un accesso equo ad un’istruzione tecnica, professionale e terziaria -anche universitaria- che sia economicamente vantaggiosa e di qualità.
4.4 Aumentare considerevolmente entro il 2030 il numero di giovani e adulti con competenze specifiche -anche tecniche e professionali- per l’occupazione, posti di lavoro dignitosi e per l’imprenditoria.
4.5 Eliminare entro il 2030 le disparità di genere nell’istruzione e garantire un accesso equo a tutti i livelli di istruzione e formazione professionale delle categorie protette, tra cui le persone con disabilità, le popolazioni indigene ed i bambini in situazioni di vulnerabilità.
4.6 Garantire entro il 2030 che tutti i giovani e gran parte degli adulti, sia uomini che donne, abbiano adeguati livelli di alfabetizzazione e di capacità di calcolo.
4.7 Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un’educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile.
4.a Costruire e potenziare le strutture dell’istruzione che siano sensibili ai bisogni dell’infanzia, alle disabilità e alla parità di genere e predisporre ambienti dedicati all’apprendimento che siano sicuri, non violenti e inclusivi per tutti.
4.b Espandere considerevolmente entro il 2020 a livello globale il numero di borse di studio disponibili per i paesi in via di sviluppo, specialmente nei paesi meno sviluppati, nei piccoli stati insulari e negli stati africani, per garantire l’accesso all’istruzione superiore – compresa la formazione professionale, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione e i programmi tecnici, ingegneristici e scientifici – sia nei paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo.
4.c Aumentare considerevolmente entro il 2030 la presenza di insegnanti qualificati, anche grazie alla cooperazione internazionale, per la loro attività di formazione negli stati in via di sviluppo, specialmente nei paesi meno sviluppati e i piccoli stati insulari in via di sviluppo.
Alcuni di questi traguardi chiamano in causa gli Stati ed i relativi sistemi di istruzione, mentre altri, seppure in modo parziale e settorializzato, possono e debbono essere affrontati anche all’interno della classe da ogni singolo docente.
La beata madre Teresa di Calcutta era solita dire «Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno» e noi con questo spirito e con questa consapevolezza dovremmo operare.
Già il primo traguardo afferma che ogni docente è chiamato ad operare con equità e qualità nel completamento dell’educazione primaria e secondaria. Questo non vuole certo significare promuovere sempre e comunque perché, come detto subito dopo, bisogna che il nostro intervento porti a risultati di apprendimento adeguati e concreti. Insomma, siamo invitati a mettere in pratica quanto sapevamo già da tempo: dare ad ognuno secondo i suoi bisogni e le sue necessità.
Garantire un accesso equo all’istruzione vuol dire anche combattere il bullismo sempre presente nelle nostre scuole. Vuol dire, anche, creare un clima di classe accogliente veramente inclusivo, dove nessuno deve essere o deve sentirsi messo ai margini, ma tutti devono sentirsi accolti con i loro pregi ed i loro difetti.
Un altro traguardo che chiama direttamente in causa ogni docente è il 4.7 in cui si afferma che «tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un’educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali».
Un pensiero ed un’implicita preoccupazione è dedicata agli ambienti in cui si svolge l’apprendimento. E non pensiamo che il problema interessi solo Paesi altri. Infatti, nel XVII Rapporto di Cittadinanzattiva presentato il 26 settembre 2019 si afferma che da settembre 2018 a luglio 2019 nella nostra civilissima Italia si è verificato un crollo ogni tre giorni. Per l’esattezza si sono verificati 70 episodi tra crolli e distacchi di intonaco che hanno provocato 17 feriti. Si sfiora la farsa quando si legge che negli asili-nido la situazione è nettamente migliore anche se tre strutture su cinque non sono in regola con le certificazioni previste. Solo per completezza di informazione, si riporta una tabella riassuntiva tratta sempre dal XVII Rapporto di Cittadinanzattiva.
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Agibilità statica | Collaudo statico | Agibilità igienico-sanitaria | Certificazione prevenzione incendi |
Edifici scolastici |
26% | 53% | 36% |
33% |
Asili Nido | 42% | 43% | 47% |
41% |
La scuola ha un grande quanto gravoso compito ma ne deve ancora prendere piena consapevolezza. Ed altrettanta urgenza di consapevolezza investe il fronte normativo e l’attività del Governo di turno.