
Musica e apprendimento
Siamo tutti consapevoli che la musica è in grado di influenzare il nostro umore. Forse meno risaputo, però, è il fatto che la musica possa agire direttamente sull’organismo modificando il nostro stato emotivo, fisico e mentale.
La musica può avere una positiva influenza sull’ansia, sulla pressione alta, sul dolore, ma anche sulla dislessia e su alcune malattie mentali. È stato, infatti, dimostrato che determinati suoni, così come ritmi e toni particolari, possono rimuovere blocchi, paure, timidezze e, talvolta, avere persino un effetto curativo.
In base alle più recenti ricerche è stato dimostrato che suoni e vibrazioni, percepiti dal feto durante la vita intrauterina, avranno un effetto sulla salute del futuro bambino, sull’apprendimento e sul comportamento.
La musica avrebbe, infatti, un effetto positivo sull’apprendimento delle lingue e più in generale sui disturbi dell’apprendimento. Tale influenza è particolarmente apprezzabile nelle composizioni di Mozart. Tant’è che tale influenza è ormai universalmente nota come effetto Mozart.
Questo fenomeno non si verifica solo ascoltando le sinfonie del grande Amadeus, ma anche i canti gregoriani, un certo tipo di jazz e di pop, i ritmi sudamericani, le armonie new age e persino un po’ di sano e robusto rock’n’roll.
Il primo a studiare l’influenza della musica sui processi di apprendimento fu il medico francese Alfred Tomatis (1920-2001) che dedicò circa 50 anni della sua esistenza a tale effetto ed osservò l’influenza della musica, e delle composizioni di Mozart in particolare, su oltre 100.000 studenti.
In un secondo tempo, Don Campbell (1951-…), musicologo dell’Università della California, diede nuovo impulso all’effetto Mozart grazie alla pubblicazione del suo lavoro Effetto Mozart: Approfittare del potere della musica per curare i corpo, rafforzare la mente e stimolare lo spirito.
È opinione diffusa che le materie importanti siano l’italiano, le lingue straniere, compresi latino e greco, la matematica, le scienze. Poi, ci sono le materie di contorno: educazione artistica, educazione musicale, educazione fisica, …
Che un simile distinguo lo facciano le famiglie può essere, non certo accettato, ma quanto meno (appena) sopportato, perché non tutti possono avere una visione ampia e razionale circa il complesso fenomeno della formazione umana e circa l’altrettanto complesso processo di insegnamento-apprendimento.
Molto peggiore è la situazione in cui ad avallare tali pseudo-gerarchie fossero proprio i docenti.
Ho avuto modo di conoscere colleghi che si sentivano unti dal Signore per il solo fatto di insegnare una qualsivoglia disciplina ritenuta “importante” e che, per tale motivo, pensavano di essere autorizzati a guardare gli altri colleghi dall’alto in basso. Si è arrivati, in più di un’occasione, anche all’emarginazione sostanziale, se non formale, di tali colleghi nei momenti decisionali. Durane le sedute dei Consigli di classe dedicati alla valutazione intermedia e finale è prassi comune chiedere ai colleghi delle materie ritenute, a torto, di contorno, di alzare o di abbassare il voto per assecondare e legittimare la valutazione espressa dalle materie “importanti”. Il fondo, poi, si tocca quanto i docenti “invitati” a modificare il loro voto, acconsentono. Scusatemi la franchezza, ma è mancanza di dignità, umana e professionale. Vuol dire che non si sta facendo valutazione ma si sta giocando a tombola in quanto, come nel gioco che rimanda ad atmosfere natalizie, anche in questo caso, vengono dati numeri aleatori.
Il docente, a prescindere dalla materia insegnata, dovrebbe tendere alla formazione olistica dello studente. In una simile ottica, tutte le materie, come previsto dal dettato normativo, devono avere pari dignità.
Ma ritorniamo all’effetto Mozart.
Negli Stati Uniti, l’influenza della musica sull’apprendimento è stata presa molto sul serio, fino al punto che lo Stato della Florida emanò una legge che obbligava a fare ascoltare musica classica ai bambini nelle scuole pubbliche.
Il musicologo Don Campbell stilò una selezione di brani di Mozart in grado di trasmettere freschezza, serenità e senso di libertà. La musica di Mozart favorisce il potenziale creativo individuale, trasmette sensazioni di felicità e perfezione e permette di giungere ad un più alto livello di coscienza. Grazie alla musica, si possono organizzare suoni in grado di stimolare diverse aree del corpo e della mente. Il ritmo, rapido e sostenuto, che caratterizza le composizioni mozartiane, poi, influenza positivamente il sistema nervoso e la vita neurovegetativa, mentre le note più acute stimolano l’area del linguaggio ed il pensiero logico-matematico.
Oggi la musica di Mozart viene utilizzata in vari centri di insegnamento per promuovere la creatività e l’apprendimento degli studenti in quanto mantiene, a livello corticale, un tono di vigile allerta.
La musica, così come le arti figurative e, per altri versi, l’attività sportiva, stimolano, tutte, la componente estetica della formazione individuale. La ricerca e l’apprezzamento del bello, la ricerca della perfezione dei suoni, delle forme e dei colori, erudisce al pari, o forse ancor di più, di una traduzione dal latino o dal greco. D’altro canto, in una traduzione, nella risoluzione di un’espressione algebrica, nella risoluzione di un problema di fisica o, ancora, nello studio della natura e delle sue leggi, non vige un senso di bellezza e di armonia che pervade forme e ragionamenti?
Lasciare all’estetica lo spazio che merita e che esige è un dovere etico della scuola e, da parte di ogni docente, un investimento dovuto. Il senso estetico promuove e potenzia atteggiamenti più razionali, rafforza la parte migliore del carattere di ognuno e porta ad una crescita personale e ad una maturazione che ben difficilmente si può avere in modo diverso.
Tutto ciò è legato a quanta passione il docente, a prescindere dalla disciplina di competenza, mette nel suo lavoro. Se insegnare musica o disegno vuol dire proporre una rassegna di lavori in modo asettico, allora si dà ragione a coloro che guardano dall’alto in basso. Per inciso, lo stesso ragionamento è applicabile alle materie “importanti”, che verrebbero declassate a semplici almanacchi senza nessun effetto sulla maturazione dei ragazzi.
Il mondo del lavoro, molto più pragmatico dell’ambiente scolastico, si è adeguato alle richieste del contesto odierno. Infatti, in occasione dei colloqui di lavoro per una eventuale assunzione, non ci si basa molto sulle conoscenze e sulle competenze strettamente professionali, ma va ad indagare le competenze trasversali, quali quelle relazionali, sociali e quelle legate alla flessibilità di pensiero. Molto apprezzate sono anche le competenze legate alla capacità di resilienza. E tutte queste competenze sono promosse e potenziate dalla componente estetica presente in ogni disciplina.