Volontariato, etica e scuola

Volontariato, etica e scuola

22 Luglio 2019 0 Di giuseppe perpiglia

Qualche lettore potrebbe pensare che l’etica e, soprattutto, il volontariato siano tematiche non centrali nella scuola. Il buon Tonino avrebbe detto: «Ma che c’azzecca?».

Mi permetto di dissentire profondamente da una tale posizione perché il volontariato, e l’etica che lo nutre, non sono altro se non l’esplicitazione pratica dell’educazione civica, oggi al centro dell’attenzione.

Volontariato, etica, cittadinanza attiva, in perfetto accordo con la nostra Costituzione, affermano chiaramente, e senza dubbio alcuno, la centralità e la dignità della persona umana. È bene ritornare su questi concetti e ribadirli a gran voce perché tanto la centralità quanto, e forse ancora di più, la dignità, vengono ogni giorno calpestate da comportamenti non degni di una società civile.

Il volontariato e la solidarietà sono princìpi espressi nella Costituzione. All’art. 2 la nostra Carta costituzionale, infatti, «…richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale».

Un altro concetto, su cui punta la Costituzione e che la nostra società sta cercando di dimenticare, è quello relativo ai doveri. Infatti, accanto ai diritti (art. 2: La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo…) si parla anche di doveri. Oltre al già citato passo relativo ai doveri inderogabili della solidarietà, è riportato anche il dovere di concorrere al miglioramento della società (art. 4) secondo le competenze e le inclinazioni di ciascuno, ancora «È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli …» (art. 30). Ma i doveri sono previsti anche a carico della Repubblica.

Come appena affermato, un dovere pregnante della nostra Carta costituzionale è la solidarietà e lo spirito della solidarietà è rappresentato dalla capacità di far seguire ad un momento di riflessione sui bisogni il momento dell’azione.

Il volontario, quindi, si configura come una persona che, all’etica delle intenzioni, fa seguire l’etica della responsabilità. Infatti, assume su di sé la responsabilità di dare delle risposte tangibili alle persone che hanno bisogno di aiuto. Nel caso precipuo dell’Avis, l’etica della responsabilità si manifesta nell’etica del dono. L’avisino, infatti, dona tempo, mette in comune le sue competenze e le sue attitudini professionali, umane e relazionali e, con la frequenza imposta dalla legge, dona anche il suo sangue.

Seguendo questo percorso virtuoso il ragazzo, lo studente, viene accompagnato gradualmente verso la maturità, infatti, come diceva Albert Einstein, «La maturità inizia a manifestarsi quando sentiamo che è più grande la nostra preoccupazione per gli altri che per noi».

L’occuparsi dell’altro, inoltre, è un’attività in grado di dare un senso alla vita ed i ragazzi sono alla ricerca di un senso che possa riempire il vuoto esistenziale imposto da una società sempre più votata all’individualismo, alla sopraffazione e che vede come scopo ultimo il profitto a tutti i costi.

Oggi per quanto, siamo in grado di connetterci con il mondo intero in tempo reale annullando le barriere dello spazio, o farse proprio a causa di ciò, si comunica sempre meno.

Questo porta ad un lento ma progressivo inaridimento dell’animo, ad uno stato di anaffettività perché ci porta a rinchiuderci nel nostro piccolo mondo fatto di post e di like rendendoci incapaci di guardare l’altro negli occhi e nell’animo. In tal modo non siamo più in grado di esperire rapporti empatici, rapporti che siano in grado di arricchire entrambi soggetti in relazione.

Il volontariato, invece, avendo bisogno di riflessione, di programmazione e di accordo, unisce le persone. Le unisce perché ognuno guarda all’altro come portatore di bisogni ma anche di risposte. Questa sperimentazione pratica di comportamenti virtuosi fa aumentare il senso etico di ognuno. Il volontariato, inoltre, per sua stessa natura, è un processo inclusivo per eccellenza, un processo in cui l’io lascia il posto al tu ed al noi.

Altra caratteristica del volontariato che non va minimizzata è il profondo rispetto per la libertà propria ed altrui. Chi fa volontariato, infatti, lo fa per una sua libera scelta, ma anche il destinatario deve sentirsi libero di accettare o meno il nostro aiuto. Perché non possiamo aiutare chi non lo vuole. Ed in questa libertà si manifesta anche un profondo rispetto per l’altro.

Lo spirito etico che anima e sospinge il volontariato, inoltre, ci impone di vedere l’altro in tutta la sua interezza, dobbiamo maturare uno sguardo olistico, che vada cioè oltre il particolare, sulla persona che ci sta di fronte e trattare ognuno nel modo più appropriato.

Secondo don Tonino Bello, il volontariato si sviluppa su tre fronti: l’innamoramento, la politica e la pedagogia. Tutti e tre i fronti riguardano da vicino il processo di insegnamento-apprendimento e rappresentano strumenti importantissimi per lo sviluppo personale e la maturazione dei ragazzi.

In particolare, la componente pedagogica consiste nel fornire all’altro gli strumenti necessari per renderlo autosufficiente. Si tratta, in altre parole, di mettere in pratica il concetto di empowerment, cioè di emancipazione, che consiste nell’aiutare qualcuno a conquistare la consapevolezza di sé ed il controllo delle proprie scelte, delle proprie decisioni e delle proprie azioni.

Avere consapevolezza delle proprie azioni e delle proprie scelte relazionali si rivela essere un’arma molto potente contro i casi di bullismo e di cyber bullismo sempre più numerosi. È un’arma parimenti importante nella promozione della legalità, perché il volontariato rifugge da qualsivoglia minimo atto di intimidazione e di sopraffazione.

Inoltre, il volontariato, quando è autentico, va ad occupare quelle zone grigie, quei posti non presidiati dalle istituzioni, posti che possono diventare facili prede della delinquenza e del malaffare.

Mi auguro che le scuole siano in grado di cogliere la grande valenza del volontariato quale risorsa efficace nella promozione della cittadinanza attiva, di quei valori e di quei princìpi che sono raggruppati nell’insegnamento dell’educazione civica. Mi auguro che le scuole si aprano sempre più ad una collaborazione a tutto campo con il volontariato per avere bambini, ragazzi e adolescenti sempre più maturi e sempre più in grado di concorrere alla costruzione di un futuro in cui ci sia una società sempre più giusta.

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