
Civili per obbligo
In una conferenza stampa appositamente convocata lo scorso dicembre, è stata data la notizia di un progetto di legge del Governo per rendere obbligatoria l’educazione civica dai 3 ai 18 anni. L’annuncio è stato data dai ministri Salvini, Bussetti e Fontana, i quali hanno anche affermato che la decisione vedeva concorde anche il Movimento 5 Stelle. Questa volta si tratterebbe, non già di un generico insegnamento, ma di una vera e propria materia con un proprio monte ore annuo pari a 33 ore, in ragione, quindi, di un’ora settimanale, fermo restando l’orario complessivo delle lezioni. Le competenze richieste ed acquisite verrebbero valutate nel colloquio di esame alla fine del primo e del secondo ciclo. Già a partire dal corrente a.s. 2018/19 le esperienze inerenti la cittadinanza costituiranno il tema di apertura del colloquio dell’esame di Stato. Tale colloquio, infatti, dovrà accertare, tra l’altro, “le conoscenze e le competenze maturate nell’ambito di Cittadinanza e Costituzione”.
Anche questa volta, per quanto l’educazione civica abbia un proprio monte ore, dovrà avere un carattere transdisciplinare. Gli obiettivi che il progetto di legge si prefigge di raggiungere sono la conoscenza della Costituzione, il contrasto al bullismo e cyber bullismo, l’educazione stradale, l’educazione ambientale ed il contrasto alla dipendenza da alcol e droghe. Sarebbe ora di riprendere in mano la Costituzione e farla ritornare ad essere un documento vivo e palpitante anche nelle aule scolastiche. La società ha imboccato una pericolosa deriva verso un lassismo ed una deresponsabilizzazione generalizzata che non giova a nessuno, anzi è estremamente deleteria. Sarebbe ora di dare una sterzata decisa per riportare la barra del timone verso la giusta e corretta direzione. Nella direzione che vede equamente bilanciati diritti e doveri, opportunità ma anche responsabilità. Nella conferenza stampa è stato anche affermato che l’iter sarebbe partito a gennaio 2019.
Chi ha gli stessi miei anni, ricorda sicuramente che sulla pagella c’era un rigo che riportava la votazione relativa a STORIA ED EDUCAZIONE CIVICA. Si trattava, però, quasi sempre, di sola apparenza perché, puntualmente, il libro di Educazione civica restava intonso nella libreria. Si parlava di ruolo ancillare dell’Educazione civica nei confronti della Storia, anche se sarebbe stato meglio dire ruolo estremamente marginale, una presenza ai soli fini burocratici.
Azzardo una ipotesi, tutta da verificare, per spiegare tale dato di fatto. Il docente si sentiva, e probabilmente si sente anche oggi, molto più sicuro nell’insegnare e nel valutare le conoscenze relative ad una disciplina ben delineata e dai contorni netti – storia, geografia, matematica, scienze, …- piuttosto che avventurarsi in un territorio dai confini sfumati e sfuggenti, quale potrebbe configurarsi l’educazione civica o l’educazione alla cittadinanza.
Un altro problema che, paradossalmente, potrebbe ostacolare l’educazione civica e alla Cittadinanza e Costituzione è quello derivante dalla sua connaturata trasversalità. Il tempo dedicato al lavoro in team e la disponibilità alla collaborazione tra docenti decresce all’aumentare del grado scolastico. Infatti, a tali attività molto tempo è dedicato nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria, mentre decresce di molto nella scuola secondaria di primo grado fino quasi a scomparire nella scuola secondaria di secondo grado. L’approccio coordinato e transdisciplinare, o almeno multidisciplinare, è un fattore dirimente per l’efficacia dell’insegnamento nel campo dell’educazione civica.
Le otto competenze di cittadinanza emanate dal ministro Giuseppe Fioroni come allegato (all. B) al DM n. 139 del 22 agosto 2007, in cui l’obbligo di istruzione veniva innalzato ad almeno 10 anni, quindi fino ai 16 anni di età, permettono di farsi un’idea abbastanza chiara su cosa proporre per l’insegnamento dell’educazione civica e della cittadinanza e, quindi, di cosa e di come valutare. L’all. A dello stesso decreto ci dice, invece, cosa insegnare nel campo delle discipline, infatti propone i quattro assi culturali: a) Asse dei linguaggi; b) Asse matematico; c) Asse scientifico-tecnologico; d) Asse storico sociale. Per ogni asse sono elencati gli obiettivi da raggiungere in termini di competenze, di abilità/capacità e di conoscenze.
Per concludere, non posso che plaudire all’inserimento di una specifica materia dedicata all’educazione civica, anche se non mi nascondo le difficoltà legate al probabile atteggiamento tenuto da una classe docente che è stata demotivata e delegittimata da dichiarazioni ed atteggiamenti quanto meno inopportuni da parte di alcuni componenti dei vari governi. Sarebbe auspicabile uno scatto d’orgoglio da parte degli insegnanti per riappropriarsi del loro ruolo di educatori, di formatori e di modelli positivi per dare una risposta forte ed efficace a coloro che hanno in mano le redini del Paese, ma anche alla comunità in generale.