
O tempora, o mores!
E si! La locuzione latina di Cicerone ben si adatta anche ai nostri giorni. Facendo la mia solita visita quotidiana su facebook, mi sono imbattuto in un articolo di giornale, non saprei dire di quale testata si tratti, in cui si riferiva di una coppia di genitori che hanno sporto denuncia nei confronti di una maestra. Niente di che, è ormai acquisizione comune, prassi consolidata, denunciare un docente per un qualsivoglia motivo. Ma questa volta, a mio avviso, si è veramente superato il segno! Si è andati oltre il limite della decenza offendendo anche l’intelligenza che il Buon Dio ci ha donato!
L’insegnante, una maestra, fedele al suo compito di educatrice e formatrice, ha semplicemente cercato di far rispettare una regola da cui, evidentemente, il ragazzino aveva derogato.
Ma qual è il fatto?
In seguito ad un’assenza, sicuramente arbitraria, la maestra ha chiesto, come da regolamento, la giustificazione ma si accorge subito che la firma è chiaramente falsificata, ed anche in modo approssimativo. La prima corretta, reazione è quella di catechizzare il ragazzo facendogli notare che il suo comportamento non era stato corretto e che, in tal modo, aveva mancato di rispetto all’insegnante e tradito la fiducia dei suoi genitori. Insomma, per farla breve, il classico rimbrotto. O almeno così pensava! Non sapeva, la poverina, che aveva provocato un danno psicologico al bambino e sofferenze, subito certificate da uno zelante psicologo compiacente, la cui perizia è stata allegata alla denuncia di un altrettanto zelante avvocato che ha quantificato il danno in € 34.000,00! Cose da rimanere senza parole!
Per prima cosa toglierei la patria potestà a questi genitori, ma radierei dai rispettivi albi professionali l’avvocato e lo psicologo che si sono prestati a tale sconcezza. I ragazzi ed i bambini hanno bisogno di una guida, energica e coerente, che indichi loro la via giusta. Hanno bisogno di muri e di tabù da abbattere per crescere e per formarsi un carattere che li aiuti a superare tutti gli ostacoli che la vita porrà sul loro cammino.
Con simili genitori, pronti sempre e comunque, a spianare oltre il lecito la strada al loro adorato marmocchio, questi crescerà in un mondo virtuale, fittizio, irreale per cui, nel momento in cui dovrà confrontarsi con la realtà, potrà solo soccombere, non avendo sviluppato i necessari anticorpi. Non essendo stato messo in grado di sviluppare quelle competenze sociali e civiche previste anche dalla Raccomandazione del Consiglio d’Europa del 22 maggio 2018, incontrerà serie difficoltà nell’integrarsi da protagonista attivo nel contesto sociale. Questa coppia di genitori è andata contro il dettato costituzionale, contravvenendo a diversi articoli. Nella nostra Costituzione, infatti, è scritto che bisogna perseguire il pieno sviluppo della persona umana, ma, con il loro comportamento ottusamente protettivo, non creano certo le condizioni migliori per raggiungere tale obiettivo (art. 3).
Allo stesso modo e pe lo stesso motivo, non creeranno le condizioni adeguate affinché il bambino, esprimendo al meglio le sue potenzialità, possa assolvere al dovere di svolgere … un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale e spirituale della società (art. 4).
Sarebbe opportuno che i genitori tornassero a fare i genitori, che si assumano le responsabilità connesse al loro ruolo. Essi, in stretta, proficua e fattiva collaborazione con la scuola, dovrebbero fare in modo di crescere persone e non peluche senza spina dorsale, senza carattere, perché oltremodo coccolati e tenuti al di fuori della realtà del mondo e della comunità di riferimento.