Impegno e sistemi

Impegno e sistemi

18 Febbraio 2019 0 Di giuseppe perpiglia

Ministro, arriveranno fondi alle scuole del Sud per recuperare il gap con le scuole del Nord?”. Alla domanda del giornalista, posta con una certa insistenza, il ministro dell’istruzione Marco Bussetti, vicino alla Lega, ha risposto: “Ci vuole l’impegno del Sud. Vi dovete impegnare forte”. “Dunque niente soldi? insiste il giornalista con accento campano. “No. Questo ci vuole, lavoro, sacrificio, impegno. Lavoro, sacrificio, impegno”, conclude seccamente il ministro. (dal sito www.tuttoscuola.com)

La dichiarazione del ministro segue il corso di direzioni già note, entrambe connotate da una stessa caratteristica: la scarsa considerazione. Con tale dichiarazione, infatti, il ministro Bussetti conferma la scarsa considerazione, mi si perdoni l’eufemismo, che dimostra, ancora una volta, l’atteggiamento di stampo dichiaratamente razzista di una formazione politica che, per rifarsi una verginità mai avuta, ha tolto la parola NORD dal suo logo. Inoltre, si continua, da parte della politica, nell’opera di discredito e di legittimazione della scuola che, al contrario, dovrebbe essere il soggetto trainante dell’auspicata ed attesa rinascita del Paese.

Le nazioni economicamente avanzate lo sono perché hanno puntato e puntano sulla scuola e sulla ricerca, riservandole grande considerazione e percentuali del PIL ben maggiori a quelle previste dai nostri governi. Con la sua sciagurata affermazione, il ministro Bussetti Marco da Gallarate, ha detto, in modo neppure tanto velato, che i docenti non lavorano per quanto dovrebbero. In tal senso l’uscita dell’attuale ministro fa il paio con quella simile dell’allora ministro Brunetta. Inoltre, dall’affermazione del ministro Bussetti sembrerebbe che il funzionamento del sistema-scuola dipenda dal solo impegno dei docenti.

Egregio signor ministro, forse lei disconosce, o vuole disconoscere in modo del tutto strumentale, che il funzionamento di un’istituzione scolastica, per quanto piccola sia, è dovuta al risultato degli obblighi, spesso disattesi, di una miriade di soggetti politici, la cui principale attività è fare lo scaricabarile.

Il lavoro del docente è la punta dell’iceberg, è la parte che, in termini di lavoro d’ufficio, potremmo indicare come il front office. Tutto il back office, caro Ministro (anche in senso economico!) è a carico della politica, sia locale che nazionale.

La sortita del Ministro Bussetti è servita a portare la scuola al centro dell’attenzione della politica. Ma non illudiamoci! Le forze politiche che sono intervenute a difesa della scuola e dei docenti lo hanno fatto solo per meri fini elettoralistici, non certo per difendere l’istituzione scolastica. Di questa non importa niente a nessuno.

La politica dovrebbe fare un mea culpa su tutte le sue inefficienze e su tutte le promesse non mantenute. Ma sappiamo che è solo una pia illusione.

D’altro canto, però, anche i docenti e le scuole dovrebbero fare una seria riflessione sul loro ruolo e sulla loro funzione. È vero, soldi alle scuole ne arrivano, pochi o molti che siano, ma ne arrivano. Essendo soldi pubblici è obbligatorio giustificarne l’utilizzo e rendicontare le spese. Il momento del controllo diventa un discrimine per separare le istituzioni efficienti dalle istituzioni che lo sono meno. Ma il controllo spesso si ferma al solo livello economico e finanziario. Non si va a controllare ed a monitorare la strumentalità delle spese nei confronti dell’offerta formativa. Un’attività in grado di qualificare ogni istituzione scolastica potrebbe essere la pubblicazione del bilancio sociale, al momento non molto in voga.

Il mea culpa richiesto alla politica, deve essere richiesto anche alle scuole ed ai docenti.

Non è un caso che si parli di sistema-scuola. Se andiamo sul vocabolario a cercare il significato della parola “sistema”, troveremo questa definizione: «Connessione di elementi in un tutto organico e funzionalmente unitario». Il vantaggio dei sistemi sta nel fatto che il tutto, l’insieme, rende possibili attività che sono al di sopra delle potenzialità della singola parte. Il rovescio della medaglia è che l’efficienza di una singola parte rende meno efficiente tutto il sistema.

Allora, caro Ministro, prima di stigmatizzare comportamenti altrui che potrebbero essere, anche se molto parzialmente, veri faccia il suo per rendere più efficace tutto il sistema.