IL POTENZIAMENTO DELLA COMPETENZA EMOTIVA – 1

IL POTENZIAMENTO DELLA COMPETENZA EMOTIVA – 1

9 Gennaio 2019 0 Di giuseppe perpiglia

La competenza emotiva sta prendendo sempre più piede e tutti i pedagogisti sono concordi nell’affermare che una buona competenza emotiva permette un apprendimento più efficace perché mette il discente in una condizione molto migliore.

La definizione di competenza emotiva maggiormente condivisa è quella data dalla professoressa Carolyn Ingrid Saarni (1945 – 2015). Secondo tale studiosa la competenza emotiva è la «Capacità di un individuo di riconoscere le proprie emozioni e quelle degli altri, di saperle comunicare attraverso le espressioni e il linguaggio della propria cultura e di regolarle in modo adeguato al contesto, così da ricavare un senso di efficacia dagli scambi interattivi» (Saarni, 1999). Essa consiste in un «Insieme di abilità pratiche (skills) necessarie per l’autoefficacia (self-efficacy) dell’individuo nelle transazioni sociali che suscitano emozioni (emotion-eliciting social transaction)» (Saarni, 1999).

Per skills si intende la capacità o l’abilità di fare bene qualcosa. Il costrutto emotion-eliciting social transaction (transazioni sociali che stimolano le emozioni) afferma la natura transazionale delle emozioni e che esiste   un’influenza reciproca tra emozioni e relazioni interpersonali.

Il costrutto competenza emotiva concerne sia il sé, cioè la conoscenza delle proprie emozioni, sia gli altri, in quanto promuove la conoscenza delle emozioni degli altri, il saperle regolare, ma anche la capacità di esprimere le proprie emozioni agli altri.

Esso, inoltre, presuppone tanto la conoscenza delle proprie e delle altrui emozioni, così c0me le regole di esibizione ed il linguaggio emotivo, ma anche abilità comportamentali, quali la capacità di regolare le proprie emozioni in base al contesto.

Secondo Susanne A. Denham (Denham, 1998), la competenza emotiva presenta tre dimensioni:

  1. Espressione
  2. Comprensione
  3. Regolazione

Espressione emozionale significa utilizzare i gesti per esprimere messaggi emotivi non verbali, dimostrare coinvolgimento empatico, manifestare emozioni sociali, essere consapevoli che è possibile controllare l’espressione manifesta di emozioni socialmente disapprovate. La comprensione emozionale, invece, permette di discernere i propri e gli altrui stati emotivi e di utilizzare il vocabolario emotivo. La regolazione emozionale, infine, si occupa di fronteggiare e di gestire tanto le emozioni negative e quanto quelle positive o le situazioni che le suscitano.

Il potenziamento della competenza emotiva è importante per i seguenti motivi:

  • La conoscenza e la gestione dei vissuti emotivi sono determinanti per l’equilibrio e il benessere psicofisico. Ogni volta che l’individuo prende coscienza del proprio stato interiore, conosce meglio sé stesso poiché ha l’opportunità di entrare in contatto con la parte più intima di sé.
  • La riflessione sugli stati d’animo propri e altrui permette inoltre di incrementare la capacità empatica, che implica l’assunzione della prospettiva emotiva dell’altro, cioè la capacità di condividere le sue stesse emozioni.
  • L’educazione ai sentimenti risulta essere un percorso significativo per capire meglio se stessi e gli altri.

A tal fine si consiglia di mettere in essere attività finalizzate a:

  • Migliorare la capacità di riconoscere le emozioni e discriminare i propri vissuti emotivi;
  • Favorire la comprensione del fatto che una stessa situazione può provocare emozioni diverse in soggetti diversi;
  • Riflettere sul concetto di empatia e sulle ripercussioni emotive e cognitive che questo sentimento ha negli individui.

Lo spettro emotivo dell’uomo è abbastanza ampio però vi sono alcune emozioni, che possiamo definire di base, e la cui espressione è costante, nel senso che non dipende dalla localizzazione geografica, essendo simile in praticamente tutto il mondo, come dimostrato da ricerche scientifiche.

Le emozioni considerate di base sono:

Rabbia              mascella contratta, sopracciglia e fronte aggrottate, battito cardiaco accelerato, postura rigida, camminata veloce, tensione muscolare, pugni chiusi, eloquio accelerato, tono di voce alto, pause frequenti, è possibile urlare o, al contrario, tenere il broncio.

Paura                sopracciglia inarcate, occhi sbarrati, gambe o mani tremanti, mani fredde, battito cardiaco accelerato, muscoli tesi, difficoltà nel parlare o nei movimenti, è possibile urlare, voce tremante, difficoltà di salivazione.

Tristezza          sguardo rivolto verso il basso, sopracciglia abbassate, angoli della bocca rivolti verso il basso, spalle curve, ripiegamento su sé stessi, voce flebile, commossa, monotona, pause numerose e lunghe, si parla lentamente, mento tremolante, camminata lenta fino a trascinarsi, movimenti lenti in generale, astenia.

Felicità             volto disteso, angoli degli occhi e della bocca rivolti verso l’alto, sorriso, energia nel parlare, voglia di fare molte cose e di ridere, sognare ad occhi aperti, guardare gli altri negli occhi, camminare in modo rilassato, movimenti armonici.

Sorpresa          occhi sbarrati, sopracciglia inarcate, sussulto. La sorpresa è un’emozione di breve durata, infatti di solito è seguita da un’altra emozione quale felicità, tristezza, delusione o paura.

Disgusto           naso arricciato, bocca con angoli rivolti all’ingiù o compressa, fronte corrugata, desiderio di allontanarsi dallo stimolo che è fonte dell’emozione.

Nel tentativo di standardizzare e promuovere il riconoscimento delle espressioni legate alle emozioni e per potenziare la competenza emotiva, si può fare ricorso ad alcuni strumenti, tra cui il DANVA2 (Diagnostic analysis non verbal accuracy 2), presente sia nella versione per adulti (AF – adult faces) sia in quella per bambini (CF – child faces). Altro strumento molto utilizzato è quello che si avvale delle foto di Ekman e Friesen. Si tratta, in questo caso, di una serie di foto di primissimi piani che rappresentano altrettante emozioni e di una serie di foto di persone con tute e maschere nere per mettere in risalto la postura. Tali foto vengono proposte ai ragazzi perché imparino a riconoscere le emozioni sottese.

Le emozioni, infatti, si manifestano con indici facciali, fisiologici e posturali ben precisi e standardizzati.

Per valutare la competenza emotiva bisogna tener presente che, nel suo sviluppo, vi è un’organizzazione gerarchica ben precisa che prevede nove distinte abilità che si sviluppano in funzione dell’età e consentono di individuare precisi passaggi o fasi evolutive tra loro correlate:

  1. riconoscimento delle emozioni sulla base delle espressioni facciali;
  2. comprensione delle cause esterne delle emozioni;
  3. comprensione dell’intervento dei desideri sulle emozioni;
  4. comprensione dell’intervento delle credenze sulle emozioni;
  5. comprensione dell’influenza del ricordo sulle emozioni attuali;
  6. comprensione della possibilità di regolare un’emozione;
  7. comprensione della possibilità di nascondere un’emozione;
  8. comprensione della natura mista delle emozioni;
  9. comprensione delle influenze delle regole morali sulle emozioni.

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