
Un vecchio libro
Mi è capitato tra le mani un volume del 1948 al titolo La scoperta del bambino di Maria Montessori. Sono passati 70 anni eppure le intuizioni di questa pasionaria dell’istruzione sono ancora di stretta attualità, infatti le stiamo riscoprendo, meravigliandoci della loro efficacia.
Molti di noi si portano dietro il modello di docente interiorizzato quando erano studenti. Andando a ritroso nel tempo, ne consegue che il modello di docente ancora usato da molti è quello che era in auge molti decenni fa. Vige ancora, con buona frequenza, l’insegnamento logorroico, l’insegnamento della sola parola, mentre bisognerebbe passare all’insegnamento dell’ascolto. Dall’insegnamento per imposizione all’insegnamento per accompagnamento. Dalla cattedra bisognerebbe scendere tra i banchi. È un cambio di paradigma che non tutti sono disposti a fare. È molto più comodo spiegare da pagina X a pagina Y, assegnare i compiti, interrogare. Molto più impegnativo è scendere tra i bisogni degli alunni, di ogni singolo alunno. Adattarsi al modo di apprendere di ognuno, ai tempi loro necessasri. Capire i ragionamenti che portano ad una risposta piuttosto che ad un’altra.
Lasciarsi coinvolgere non è facile, tutt’altro!
Ma se vogliamo imprimere una sterzata significativa alla nostra vita professionale, e non solo, dobbiamo immergerci nella vita di ogni nostro alunno e lasciarci coinvolgere. Dobbiamo fare nostro il motto di don Lorenzo Milani: I care, mi preoccupo, mi prendo cura. Il termine che indica tale atteggiamento è empatia.
Ma ancora questo non basta. Molta importanza, infatti, riveste la gestione dell’errore. La funzione del docente, ancor di più del maestro, deve essere quella di un osservatore attento e di una guida autorevole, percepita come tale dai ragazzi, che concede al bambino la facoltà di sbagliare e di correggere da solo i propri errori. L’errore non deve essere solo un segno rosso o blu sul compito ed avere il conseguente effetto punitivo di un brutto voto. Bisogna capire perché quello specifico alunno, in quello specifico contesto abbia commesso quello specifico errore. Ragionare e riflettere insieme a lui e guidarlo all’auto-correzione. In questo modo il ragazzo imparerà con più profitto, sentendosi preso in considerazione, aumenterà la propria autostima e si responsabilizzerà con grande beneficio per l’atmosfera relazionale della classe. Infine, maturerà anche la consapevolezza dei propri limiti e quella di poter contare sulle proprie forze per affrontare e superare le avversità della vita.