
Il giusto approccio al laboratorio
Ci risentiamo dopo qualche tempo, dall’ultimo intervento su “Culthera”. Colgo l’occasione per salutarvi nella speranza di esservi utile anche questa volta.
Parleremo, in questa occasione, del giusto approccio al Laboratorio di Analisi Cliniche e del comportamento etico del laboratorio nell’accettazione e nel trattamento dei campioni.
Prima di addentrarci nell’argomento, vediamo quali sono gli utenti che solitamente si rivolgono al Laboratorio. Si tratta, in genere, di due categorie di persone:
- a) quelle inviate dal medico curante o dallo specialista. (Queste persone si recano sia al laboratorio ospedaliero che a quello privato).
- b) quelle che spontaneamente richiedono controlli, perché intendono monitorare alcuni aspetti della salute. (Questa ultima categoria si rivolge al Laboratorio privato, che solitamente accoglie una domanda, che va dal controllo di una glicemia o di una colesterolemia o una trigliceridemia, ad altri svariati e numerosissimi esami).
Ciò premesso, vi chiedo: siete sicuri di presentarvi al laboratorio nella maniera corretta? Siete sicuri che i campioni che presentate sono idonei? L’adeguatezza del campione è un fattore di criticità della fase preanalitica che influenza l’accuratezza e il successivo utilizzo clinico dei risultati di laboratorio ottenuti. Per questo motivo il laboratorio si avvale di standard e di linee guida internazionali.
Vi è sicuramente, (e questo dato lo riscontriamo giornalmente), un’impreparazione a questo riguardo in tutta la popolazione. Ci sarebbe da fare una lunga dissertazione sui motivi di questa impreparazione …magari la faremo in un’altra occasione.
Per rendere l’idea su quello che voglio farvi capire apro una parentesi. Anni fa, ho avuto l’idea di creare un sito, ad oggi superato in grafica e per alcuni contenuti ormai obsoleti, sito abbandonato da tanto tempo e non più aggiornato, che avevo intitolato: “Un biologo per amico” con l’intento di fornire consigli su questa materia ma, anche, di creare un dialogo su argomenti di biomedica e di etica in campo biomedico. Di questo sito ancora vi è traccia in internet. (http://web.tiscali.it/bioamico).
Nella pagina: Analisi cliniche, (che riporto di seguito), dicevo delle cose tuttora valide, inserite in un dialogo semi- ironico tra il laboratorista ed un generico utente:
Signora/e, quella che mi sta consegnando è la prima urina della mattina? … Nessuno le ha detto come ci si comporta prima della raccolta e con quale modalità si raccoglie il campione? …Il contenitore è davvero sterile? …. Il suo tampone lo sta consegnando in ritardo, doveva essere trasportato in un terreno da trasporto! … Il suo liquido seminale doveva pervenire entro un certo tempo ed ad una certa temperatura nessuno glielo ha detto? …Lei mi sta portando il campione in una bottiglietta del succo di frutta, l’ha lavata per bene o vuole che analizziamo pure lo zucchero che c’è rimasto? …Non sa che prima del tampone faringeo non si fa colazione, non si usano collutori e che sotto terapia antibiotica non è bene farlo? … Senta, domattina prima della minzione, (traduzione: prima di fare la pipì), faccia la pulizia con un sapone neutro, poi elimini il primo schizzo e cominci la raccolta … Mi raccomando, il contenitore deve essere sterile e lo deve aprire poco prima della raccolta … Signora/e, non si crucci se non è riuscita/o a riempire tutto il contenitore, a noi ne basta poca di urina per fare le analisi richieste, se le capita di dover fare anche l’analisi delle feci, sia tranquillamente parsimoniosa/o sulla quantità, sapesse quanto ci fanno soffrire gli eccessi …Signora/e, per questo particolare esame non era richiesto essere digiuni da dodici ore, ha fatto un sacrificio inutile …e si potrebbe continuare così a lungo.
Prima d’andare avanti, occorre una precisazione: vi sono dei casi fortunati, ma purtroppo isolati, in cui il biologo ed il medico sono legati da una conoscenza personale o da stima professionale. In questi casi il dialogo esistente tra queste figure va a tutto vantaggio del paziente, che viene adeguatamente preparato. Nella pratica ordinaria tale dialogo non esiste quasi mai.
Ora, tutti sanno quanto sia importante, in molti casi, l’avere una diagnosi in tempi ragionevoli, al fine di iniziare la terapia quanto prima possibile. Le cose, ragionevolmente, dovrebbero seguire uno dei due percorsi: o il medico dice al proprio paziente: “senta, lei deve fare questi accertamenti, le conviene telefonare al suo laboratorio di fiducia e farsi indicare quanto c’è da fare prima delle analisi”, oppure istruire direttamente il paziente prima di inviarlo al laboratorio.
Riporto un piccolo PROMEMORIA riguardante degli esami, che di solito sono tra i più richiesti.
Nota : per alcuni esami sotto riportati viene richiesto il digiuno di almeno 12h, per altri esami non è strettamente necessario essere digiuni.
Analisi delle urine: Raccogliere in contenitore sterile, (specie se viene richiesta l’urinocoltura), l’urina di primo mattino. Fare prima la pulizia con sapone neutro. Eliminare il primo schizzo e raccogliere il campione. Quantità: 10 ml. Temperatura trasporto 25°C (come vedete ne basta poca.)
Nel caso abbiate chiamato un infermiere per un prelievo domiciliare. Trigliceridemia-Glicemia-Azotemia-Uricemia-Bilirubinemia (Totale – Diretta). – Sideremia – Creatininemia – Proteine Totali – GOT – GPT – GGT – Fosfatasi Alcalina – Colesterolemia – Amilasemia – LDH – CPK – Colinesterasi – Ferritinemia – Sideremia – Tranferrinemia – Colesterolo HDL: Campione 4 ml di siero. Temperatura trasporto 4°C.
V.E.S Campione: 2 ml di sangue + CitratoNa3
PT – PTT : Campione : 4 ml di sangue + CitratoNa3
Esame Emocromocitometrico completo. Campione: 4 ml di sangue + EDTA
Sodio – Potassio – Cloro – Calcio – Zinco – Magnesio – Litio ecc Campione 1 ml di siero.
Elettroforesi proteica: Campione 0.5 ml di siero.
Reuma-Test – TAS – PCR: Campione 1ml di siero.
Troponina: Campione 1ml di siero.
Esistono esami, riguardanti particolari branche specialistiche, che per essere eseguiti richiedono una preparazione del paziente e una raccolta del campione abbastanza complicata e non è qui il caso di parlarne.
Con questo breve articolo si vuol far capire a chi legge che è necessario nel caso in cui il campione arrivi da fuori (reparto medico o privato), che lo stesso sia idoneo secondo gli standard. Ove ciò non dovesse essere, il campione deve essere rifiutato. Ne va di mezzo la salute dell’utente e la serietà del laboratorio. L’analista che firma una diagnosi di laboratorio ne ha la paternità e la responsabilità e risponde a norma di legge, lì, dove a causa di problemi legati all’identificazione, alla raccolta, al trattamento, al trasporto, alla temperatura, al tempo di consegna e alla presenza di interferenti endogeni che influenzano i test biochimico-clinici, venissero instaurate terapie che causano eventi avversi sul paziente. Ribadisco, è sicuramente, etico e altamente professionale un rifiuto del campione per non adeguatezza.
Ancora saluti …e al prossimo articolo.