
il Ginecologo, l’infertilità e il laboratorio di Analisi Cliniche
Introduzione
È passato un po’ di tempo dalla pubblicazione del primo articolo, ma, non è mai troppo tardi per riprendere a dialogare su argomenti utili ad un attento monitoraggio del proprio stato di salute. Nell’articolo precedente abbiamo detto come la figura dell’Andrologo sia poco conosciuta dai maschi e come per la maggior parte di essi, questo medico specialista sia un illustre sconosciuto.
Al contrario la figura del Ginecologo è ben conosciuta dalle donne, anche se questo specialista non è consultato regolarmente, così come dovrebbe essere fin dalla prima pubertà, ma lo si cerca solo in occasione di disfunzioni e patologie più o meno serie, o nelle gravidanze e periodi successivi a queste e nell’approssimarsi della menopausa e della post menopausa.
Nell’articolo precedente ho richiamato l’attenzione sul ruolo del Laboratorio Andrologico nell’infertilità maschile. Qui intendo spiegare, dopo aver fatto delle premesse, come il Laboratorio di Analisi Cliniche, viene in aiuto nei casi d’ infertilità femminile, precisando però ancora una volta, che la medicina di oggi affronta il problema dell’infertilità non come problema del singolo ma come un problema di coppia.
Ho già ricordato come il 40% delle cause di infertilità riguardino prevalentemente la componente maschile, mentre l’altro 40% riguarda la componente femminile ed un 20% invece sia di natura mista.
Ho chiarito, inoltre, che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’infertilità come “incapacità di ottenere un concepimento dopo almeno dodici mesi di rapporti sessuali regolari, senza utilizzare alcun metodo anticoncezionale”.
Su questo punto voglio fare delle riflessioni:
Quand’è che la coppia decide di avere rapporti con l’intento di procreare? Per aiutarvi a capire, riporto alcuni estratti di un’intervista da me rilasciata già qualche anno fa, ad un mensile di “Varia cultura e varia umanità”.
Intervista al Dott. Rosario Crea – Biologo Clinico.
“…C’è da considerare anche, e questo è frequentissimo, che la coppia vuole stabilire essa stessa il momento di procreare, subordinando la cosa alla stabilità economica, al lavoro, alla casa e tante altre cose, senza però considerare che la natura non può essere comandata a bacchetta e che le condizioni fisiologiche variano con l’età, in particolar modo per la donna e ciò che era possibile prima, diventa più difficile in seguito, poiché la fertilità ha, nel tempo, i suoi ritmi.
C’è un momento, che non deve essere molto tardivo, in cui la coppia si deve interrogare sul perché il “bebè” non arriva. Non bisogna aspettare più del dovuto. Considerate a questo proposito, che alcune coppie si rivolgono agli specialisti dopo cinque o sei anni ed anche più, bypassando, inoltre il medico di base, (quant’era bello quando si chiamava “medico di famiglia”!).
Un inciso: c’è da dire che non tutti i medici di base , ma solo quelli più attenti, sorvegliano la coppia e l’aiutano a vincere quelle ritrosie che si hanno quando si deve parlare delle problematiche riguardanti la sfera intima.
Qualche medico, mio amico, si giustifica dicendo che, di solito, il medico di base non entra nel merito di questi discorsi, avendo paura di sconfinare in cose, ( dinamiche di coppia), che esulano da quelli che sono aspetti medici e che poi non tutte le coppie hanno lo stesso medico, ma ognuno ha un medico distinto e quindi tutto diventa più difficile.”
Ciò premesso veniamo al lavoro del Laboratorio e quindi al lavoro del Biologo che su richiesta dello specialista effettua analisi, che possono essere diverse da persona a persona e da caso a caso a seconda del quadro clinico e che possono essere piuttosto semplici o parecchio indaginose.
Si comincia di solito con lo studio del ciclo ovulatorio, dopo avere fatto eseguire all’interessata una routine completa,compreso gruppo sanguigno e fattore RH.
Lo studio parte quasi sempre dal monitoraggio ormonale per evidenziare eventuali squilibri che interessino in particolare l’ipofisi, la tiroide, le ghiandole surrenali o le ovaie, affiancando a queste ricerche, quelle microbiologiche, per evidenziare eventuali infezioni che tante volte esistono, pur senza sintomatologia.
Si tratta di un certo numero di esami, la cui spiegazione dettagliata, può essere oggetto di un futuro articolo.
Fondamentali anche le analisi riguardanti l’immunologia riproduttiva, per evidenziare eventuale presenza di anticorpi anti spermatozoo, di altri fattori immuni legati agli aspetti riproduttivi, di eventuale reattività citotossica diretta contro gli antigeni del partner/feto.
Ove occorra si passa al Laboratorio di Genetica per l’esecuzione di Screening –preconcepimento, es: esecuzione del Cariotipo (studio numerico e strutturale di tutti i cromosomi) ed altri.
Paroloni? …certamente. Ma chi segue un corso prematrimoniale, ha l’occasione di avere chiarimenti dettagliati.
Anche per le coppie che non intendono contrarre matrimonio esistono corsi, solitamente tenuti da ospedali e cliniche, su questi argomenti.
Abbiamo sottolineato in questi due articoli, che certamente esiste un problema: l’Italia è uno tra i paesi europei con il più basso indice di natalità ed è tra quelli nei quali l’età media per la prima gravidanza risulta la più alta. Una tendenza spesso determinata da scelte di carattere volontario, ma su cui incide, in maniera non trascurabile, il costante aumento dell’infertilità sia femminile, sia maschile.
Un caro saluto a tutti voi.
Alla prossima.