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L’Andrologo ed il laboratorio di andrologia

L’Andrologo ed il laboratorio di andrologia

15 Ottobre 2017 0 Di giuseppe perpiglia

Vi do alcune notizie, derivanti dalla mia trentennale esperienza in campo andrologico, quale direttore di un Laboratorio Analisi che affronta giornalmente problematiche riguardanti la sfera riproduttiva ed urogenitale dei maschi.
I maschietti sono invitati a riflettere su quanto segue.
Premetto che l’Andrologia: è la branca specialistica della medicina che si occupa della salute maschile con particolare riferimento alle disfunzioni dell’apparato riproduttore e urogenitale, così come la Ginecologia si occupa, delle disfunzioni femminili.
Quella dell’andrologo è una figura che solo in questi ultimi anni si sta conoscendo, soprattutto da quando in Italia e nel mondo sono diventati molto evidenti i problemi di infertilità maschile.
 Pensate che circa il 40% delle cause di infertilità riguardano prevalentemente la componente maschile, l’altro 40% riguarda la componente femminile ed un 20% invece è di natura mista. In Italia negli ultimi 30 anni il numero dei casi di infertilità si è triplicato. Negli ultimi 20 anni sono raddoppiati i casi di sterilità. 100.000 coppie all’anno si rivolgono alla fecondazione assistita.
Inconsapevoli e senza punto di riferimento; così si presentano i ragazzi di oggi in tema di salute sessuale. Secondo le stime, il 79% dei giovani, 8 su 10, non si è mai sottoposto ad una visita andrologica ed il 38%, ignora cosa sia un andrologo.
Si consideri inoltre che gli uomini, per un antropologico fraintendimento della virilità sono restii a rivolgersi al medico ed al laboratorio. Per tantissimi, ancora, avere problemi di infertilità corrisponde ad essere meno virili: niente di più falso.
Mi è capitato qualche anno fa un paziente del Nord- Africa, presentatosi in Laboratorio con la moglie. Con evidente malavoglia rispondeva quasi sgarbato alle domande tendenti ad inquadrare il suo caso. Dopo l’esecuzione di uno Spermiogramma (esame con il quale cominciano le indagini sull’uomo) al momento in cui gli ho comunicato che aveva dei problemi di fertilità, peraltro risolvibili, si è messo a correre letteralmente stravolto, ed è sparito senza ritirare il referto e senza poi più farsi vedere, lasciando la moglie (una donna chiaramente più evoluta), mortificata.
Qualche tempo fa, (ma spesso anche oggi), alcuni problemi di salute in questo campo venivano affrontati a turno dal pediatra, dal medico di base o dall’urologo, non dallo specialista e comunque, quasi sempre senza considerare l’ influenza di questi sulla fertilità.
Intanto, per aver trascurato le problematiche andrologiche, ci troviamo al punto che: il WHO (Organizzazione Mondiale della Sanità ) e l’ Istituto Superiore della sanità Italiana hanno lanciato un serio allarme sottolineando che:

  • negli ultimi 50 anni il numero degli spermatozoi nell’uomo si è ridotto della metà.
  • L’infertilità di coppia è in continuo amento.

Causa di ciò sono:

  • patologie andrologiche sottovalutate o non riconosciute;
  • patologie talvolta in assenza di sintomi, che, in mancanza di una visita andrologica, non vengono diagnosticate ( vedi alcuni tipi di varicocele ),
  • stili di vita non sani: errata alimentazione, fumo, alcool, assunzione di droghe, (tutte le droghe producono danni alla fertilità), assunzione per lunghi periodi di farmaci con influenza negativa sulla fertilità.;
  • infezioni uro-genitali;
  • alcuni tipi di attività lavorative, in genere svolte in presenza di inquinamento atmosferico o di altro tipo.

I lavori maggiormente a rischio di fertilità, al solo fine di fare qualche esempio, sono quelli in cui c’è esposizione continua a campi magnetici, esalazioni tossiche o velenose, a radiazioni, a fonti di calore eccessivo (es. fornai, pizzaioli, cuochi), avvolgitori di motori elettrici, autisti e commessi viaggiatori ma solo se portano indumenti aderenti per molte ore e con caldo eccessivo), esposizione ad agenti chimici o fisici (es. operai e tecnici di particolari industrie), radiazioni ionizzanti (es. piloti d’ aereo). In tutti questi casi il medico darà informazioni sul comportamento più opportuno da tenere.
Per ciò che riguarda le malattie si può affermare che nei primi 10 anni di vita le patologie maschili che più danneggiano la fertilità sono il criptorchidismo (ritenzione testicolare), le orchiti (processi infiammatori a carico del testicolo) e la torsione del funicolo spermatico.
Nel periodo puberale (12-14 anni), ma anche dopo, le patologie maschili che più danneggiano la fertilità sono problemi ormonali e il varicocele che prosegue a danneggiare la fertilità per tutta la vita. Dai 14 ai 20 alle patologie maschili che più danneggiano la fertilità si aggiungono le infezioni genitali.
Avrei potuto fare un elenco delle parole chiave ma sarebbe stato lunghissimo. Fortunatamente internet può essere un valido aiuto per comprendere i termini poco chiari e può essere un’occasione per fare una piccola ricerca sull’argomento, però almeno un termine lo devo chiarire.
Infertilità e sub-fertilità: l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’infertilità maschile come “incapacità di ottenere un concepimento dopo almeno dodici mesi di rapporti sessuali regolari con una femmina fertile, senza utilizzare alcun metodo anticoncezionale”. L’infertilità, comunque, nel momento in cui se ne individuano le cause, può essere curata, affidandosi ad un buon andrologo e ad un laboratorio di analisi chimico-cliniche con comprovata esperienza nel campo. Un andrologo competente ed un laboratorio affidabile sono il presupposto essenziale per la risoluzione della maggior parte delle patologie.

dottore Rosario Crea

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